2023-08-05
Giletti indagato per una denuncia di diffamazione del mafioso Graviano
Massimo Giletti (Imagoeconomica)
Il boss sta scontando sei ergastoli. Fascicolo secretato. Il giornalista: «Sono fiducioso».Viene indicato come boss stragista di Cosa nostra: sei ergastoli sulle spalle e una lunga detenzione al 41 bis, il regime di carcere duro previsto dall’ordinamento penitenziario. E proprio dal carcere di Terni Giuseppe Graviano ha inviato in Procura una querela con la quale accusa i giornalisti Massimo Giletti e Sandra Amurri di diffamazione. Deve essersi sentito colpito per alcuni passaggi di Non è l’arena, la trasmissione di La7 condotta da Giletti e chiusa all’indomani dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Giletti ha dedicato diverse puntate alle stragi del 1992 e del 1993. E un mese fa è stato sentito dai pm di Firenze che hanno riaperto l’inchiesta sulla strage di via Georgofili. Tutto ruotava attorno all’esistenza (o meno) di una fotografia degli anni Novanta mostrata da Salvatore Baiardo (l’uomo che profetizzò l’arresto di Messina Denaro) a Giletti, nella quale sarebbero ritratti Silvio Berlusconi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino e lo stesso Graviano. Baiardo (che era molto vicino ai Graviano, tanto da aiutarli durante la loro latitanza nel Nord Italia), perquisito, ha negato di avere la foto. Alcune intercettazioni successive al racconto di Giletti agli inquirenti sembrano invece dimostrarne l’esistenza (ribadita da Baiardo anche agli inviati della trasmissione di Rai 3 Report, che lo incontrarono con telecamera e registratore nascosti). Nel frattempo Non è l’arena è stato chiuso. E al conduttore è arrivata una querela per diffamazione dal boss delle stragi.Non è noto, però, al momento, l’elemento che avrebbe toccato la suscettibilità di Graviano. Anche i due giornalisti indagati, che hanno ricevuto alcuni giorni fa la notifica dell’avviso di garanzia dalla Procura di Terni, non sono precisamente informati. Etruria news ha spiegato che il procuratore di Terni Alberto Liguori e il pm Giorgio Panucci avrebbero negato ai due indagati l’accesso al fascicolo (che sarebbe ancora «secretato», riporta Etruria news).«Ho sempre fiducia nella giustizia, certo alle volte penso che viviamo in un Paese all’incontrario, ma ormai non mi stupisco più di nulla», ha commentato Giletti. La notizia era stata anticipata l’1 agosto proprio da Amurri sui suoi social: «Credevate di averle sentite tutte, invece, vi sbagliavate. Il boss Graviano ha querelato me e Massimo Giletti». Poi la ex opinionista di Non è l’arena ha spiegato: «Il reato è il 595 comma terzo, diffamazione a mezzo stampa, pena la reclusione da 6 mesi a 3 anni oppure la multa non inferiore a 516 euro». Ed ecco la personale ricostruzione di Amurri: «In sintesi, il boss Filippo Graviano minaccia Giletti, ragione per cui è sotto scorta, poi il programma viene chiuso in corsa d’opera e infine Giuseppe Graviano, fratello di Filippo, querela lui e me. Per carità, nessun nesso, solo fatti. Accade quando le inchieste infastidiscono il sistema? Non so perché, o forse lo so, ma questa querela mi puzza di avvertimento, a naso, direi di stampo mafioso». Per i contenuti del fascicolo, però, bisognerà attendere la chiusura delle indagini.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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