2021-04-02
Giani prova a scaricare le sue colpe per i ritardi con fragili e settantenni
La Toscana ha aperto pure agli avvocati finendo per trascurare le categorie più a rischio. Il presidente pd accusa Moderna, però su 140.000 somministrazioni appena un quarto è finito a sanitari, anche giovanissimi.In Toscana la gestione della campagna vaccinale è nel caos proprio mentre la curva dei contagi non accenna a scendere, la pressione sul sistema ospedaliero rimane consistente e la Regione si prepara ad affrontare un aprile in rosso. L'aver mandato avanti le somministrazioni agli avvocati e ai docenti universitari ha messo in secondo piano soprattutto gli over 80 che ancora aspettano di essere chiamati, i settantenni che si sono messi in lista d'attesa e soprattutto i «fragili» che devono fare i conti con le registrazioni a singhiozzo e le verifiche delle Asl con sms che non arrivano mai. Il presidente Eugenio Giani e l'assessore alla Sanità, Simone Bezzini, continuano a dare la colpa ai colli di bottiglia delle forniture, ma se il piano naviga a vista non è colpa dei vaccini. L'agenda delle consegne era già nota a tutti i governatori, soprattutto per Pfizer la cui fornitura da 81.000 dosi è arrivata regolarmente martedì. Come ha sottolineato lo stesso commissario Francesco Paolo Figliuolo lo scorso 29 marzo, «le Regioni hanno la programmazione bimensile delle aziende più grandi. Di Pfizer e Astrazeneca sanno già cosa arriva fino a fine aprile. Di Pfizer sanno addirittura le date». Che cosa è andato storto allora? E a chi vanno imputate le responsabilità? Il primo errore è stato quello di affidare le vaccinazioni agli over 80 in modo esclusivo ai medici di famiglia che nella maggior parte dei casi devono fare tutto da soli: gestione del vaccinando, anamnesi, preparazione siringa, registrazione e osservazione. Non sono stati inoltre concessi veri protocolli per la scelta di chi doveva vaccinarsi per primo e non è stato precisato che alcuni pazienti non sono facilmente trasportabili. Sul piano di Giani è anche calata l'ombra del sequestro dei Nas delle liste dei «furbetti» che hanno saltato la fila nonché dell'esposto presentato alla Procura di Firenze (ne ha scritto il quotidiano Domani) dall'ex funzionario statale Stefano Sandri che chiede di verificare se esistono responsabilità penali in capo a chi ha deciso di somministrare Pfizer - destinato solitamente agli over 80 - anche ai sanitari non in prima linea e a prescindere dall'età. Anche il consigliere comunale di Prato leghista Marco Curcio ha presentato un esposto perché ci sarebbero «80.000 dosi di vaccino che non si sa perché sono andati ad alcuni cittadini e non invece a persone veramente fragili».Il 24 marzo, il premier Mario Draghi aveva bacchettato quelle Regioni che «trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale». Giani si era sfilato dal gruppo («Draghi non si riferiva alla Toscana») eppure ha subito cercato di rimediare spostando le dosi Pfizer e le squadre vaccinali sugli over 80. Lasciando però indietro i fragili e i settantenni, perché le risorse dei vaccinatori sono sempre le stesse, vengono solo spostate da una categoria all'altra tirando la coperta. Lo si vede dai dati del ministero della Salute relativi alle somministrazioni delle singole Regioni: quando la Toscana sposta le squadre sugli ultraottentenni crollano i fragili settantenni e viceversa. Così come si nota la differenza di produttività quando gli over 80 vengono vaccinati con Astrazeneca dai medici di famiglia e quando invece ricevono le dosi Pfizer dalle squadre negli hub vaccinali. Con una corretta pianificazione questi buchi si sarebbero potuti evitare mentre il tentare di rimediare giorno per giorno, improvvisando, alimenta solo confusione e ritardi. E anche gli alibi non reggono più. Sono mancati i vaccini Moderna, hanno quindi tentato di giustificarsi in Regione, quando se ne potevano risparmiare un po' dai 140.000 somministrati non solo a operatori del mondo sanitario, anche giovani e giovanissimi, ma pure ad amministrativi in telelavoro e personale che in ospedale non ha mai messo piede. Tre dosi Moderna su quattro sono andate a non sanitari. Il risultato? Le prenotazioni per ieri sono state spostate a mercoledì 7 aprile, le persone interessate (circa 10.000) hanno ricevuto un sms che comunica la nuova data e le informazioni. «Qualora la persona volesse prenotare in altra data e orario, dovrà cancellare in autonomia l'appuntamento tramite il portale e provvedere a una nuova prenotazione all'apertura del portale», spiega la Regione, «Le persone con patologie oncologiche, autoimmuni e con immunodeficienze primitive, con malattie neurologiche, trapianto di organo solido e di cellule staminali emopoietiche saranno contattate direttamente dalle strutture sanitarie e non devono effettuare la prenotazione sul portale. Le persone con altre gravi patologie e disabilità (che rientrano nelle aree del piano nazionale del governo) già registrate sul portale, riceveranno uno specifico avviso per prendere il proprio appuntamento sul portale quando i vaccini arriveranno in Toscana. I vaccini utilizzati saranno Moderna». Quanto a familiari e caregiver degli «estremamente vulnerabili» fino a 16 anni (per il momento non vaccinabili) già registrati, «saranno contattati direttamente dalle Aziende sanitarie e il vaccino sarà Astrazeneca». Altra confusione. Mentre sfuma il sogno di immunizzare tutti i superfragili (90-100.000) entro aprile: servirà probabilmente tutto maggio. Nel frattempo, la Caporetto vaccinale sta agitando, sul fronte della politica locale, sia le opposizioni sia il Pd toscano. Le voci di un possibile rimasto di giunta si rincorrono ma per ora il presidente fa quadrato attorno al suo assessore. E il partito fa quadrato attorno a Giani sapendo che se va giù lui, va giù tutto. Insomma, allineati e coperti.
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