2021-07-18
Sestino Giacomoni: «Regali alle banche? No, più trasparenza per i consumatori»
Sestino Giacomoni (YouTube)
Il deputato di Fi: «Con il mio emendamento le regole diventano chiare. Gli istituti rimborseranno i costi».«Non c'è alcun regalo alle banche, ma solo maggiore trasparenza per i consumatori». Non ha alcun dubbio Sestino Giacomoni, presidente della commissione di vigilanza su Cdp e responsabile dei coordinatori regionali di Forza Italia che, alla Verità, ha descritto l'emendamento sul credito al consumo che porta la sua firma. La norma è presente all'interno del dl Sostegni Bis e deve passare al Senato».Non crede che vi sia un rischio che gli istituti faranno di tutto per mettere la maggior parte dei costi non rimborsabili perché legati all'apertura della pratica in modo da non dover restituire le spese in caso di estinzione anticipata?«Il mio emendamento in realtà ha come obiettivo il ripristino della certezza del diritto nell'interesse dei consumatori. Per i nuovi contratti viene superata ai fini della rimborsabilità, qualsiasi distinzione tra costi legati alla durata del finanziamento e quelli legati all'apertura della pratica. Tutti i costi, con esclusione ovviamente delle imposte, sono rimborsabili. Il mio emendamento è quindi molto favorevole ai consumatori. Altro che aiuto alle banche! Le posso assicurare che le banche hanno contrastato questa impostazione perché si vedono costrette a restituire oltre alle spese di istruttoria anche somme che non hanno mai neanche incassato: spese per le perizie, per le intermediazioni, eccetera. Ovviamente non si possono valutare i comportamenti futuri degli intermediari, ma, in ogni caso, l'attività degli operatori del settore è sottoposta alla vigilanza della Banca d'Italia nonché delle Autorità che presidiano gli interessi dei consumatori».Non crede che, in nome della trasparenza, le banche metteranno a contratto quali costi saranno rimborsabili e quali no, facendo di tutto per minimizzare le spese da rimborsare? «Le confermo che l'emendamento costringe le banche a rimborsare tutti i costi senza alcuna distinzione. Per i contratti stipulati successivamente all'entrata in vigore della legge la disciplina è chiara: vi è il diritto del consumatore alla riduzione, in misura proporzionale alla vita residua del contratto, degli interessi e di tutti i costi compresi nel costo totale del credito. Per i contratti sottoscritti prima dell'entrata in vigore della legge, sono le disposizioni normative o regolamentari che distinguono cosa sia recurring e cosa sia upfront. Eventuali clausole contrattuali non rispettose della legge o dei regolamenti sarebbero sanzionabili ed in assenza di tale distinzione tutti i costi sarebbero considerati recurring e quindi rimborsabili. Le Autorità di settore potranno peraltro facilmente contrastare eventuali pratiche scorrette. Ora le regole sono chiare. Si restituirà quanto dovuto sulla base della nuova normativa, non sulla base di decisioni del giudice, che, ricordiamolo, in casi identici ha sinora deciso in modo differente, sia sul se restituire, sia sul quanto. Anche questo è un aiuto a snellire la quantità dei processi civili». C'è poi il tema degli intermediari finanziari. Nel testo della norma si scrive che la banca può chiedere agli agenti in attività finanziaria la quota dell'importo rimborsato relativa al compenso per l'attività di intermediazione del credito. Questo potrebbe mettere in seria difficoltà gli agenti che, come sa, sono liberi professionisti e potrebbero non riuscire a sostenere degli indennizzi. Non è così?«La nuova normativa interviene sui futuri contratti, quindi offre certezza a tutti. Ai consumatori, agli agenti, alle banche, superando l'attuale forte incertezza. In teoria la possibilità di regresso è sempre prevista. Ora la norma fornisce un quadro giuridico certo. Il comma 1.3 a cui lei si riferisce prevede che, salvo diversa pattuizione la banca finanziatrice ha diritto di regresso. Questa previsione prevede un rinvio alla contrattazione tra le parti (agente e banca) e prevede che l'intermediario abbia comunque il diritto e non l'obbligo di regresso, quindi può volontariamente rinunciarvi. È di conseguenza chiaro che gli intermediari negozieranno contratti che escludano eventuali azioni di regresso, essendo rimessa alla libera valutazione di convenienza delle parti la regolamentazione dei rapporti interni. Quindi, nella sostanza, tutti i costi resteranno a carico delle banche».