2018-10-02
Già dimenticate le accuse ad Asia: «Si merita di tornare in televisione»
Nell'intervista a Massimo Giletti, l'attrice nega le molestie a Jimmy Bennett nonostante selfie e sms compromettenti. I giudici di X Factor chiedono che venga reintegrata. Solo Salvo Sottile protesta: per risposta, Asia Argento lo insulta.Massimo Giletti, Fedez, Manuel Agnelli e Mara Maionchi. Poi, parte del popolo di Twitter, unito con la compagine televisiva a formare il partito del reintegro. Domenica sera, quando Non è l'Arena ha accolto Asia Argento, il salotto serale di La7 si è trasformato in un movimento programmatico teso a convincere Sky di quanto sia buono e giusto tenere la Argento (che ieri ha anche ricevuto il Tapiro da Striscia la Notizia, occasione in cui ha detto a Valerio Staffelli: «La vita è ingiusta, ma si va comunque avanti»). «Chi deve decidere ci pensi bene», ha detto Giletti. «Questa donna, probabilmente, ha ragione quando dice di dover tornare a fare il suo lavoro, di dover tornare a X Factor perché la gente la vuole», ha continuato, parlando ad Andrea Zappia, ad di Sky Italia. Il padrone di casa si è inginocchiato accanto alla Argento, le ha stretto un braccio e si è schierato con lei.Asia Argento, che su La7 ha raccolto l'8,9% di share contro il 7,1% ottenuto la settimana scorsa da Jimmy Bennett, domenica sera ha raccontato la sua versione, opposta a quella del giovane Bennett, che l'ha accusata di averlo forzato ad avere un rapporto quando era ancora minorenne. Poi, ha chiesto di poter continuare a fare il giudice di X Factor. «Vorrei riappropriarmi della mia vita, del mio lavoro. Perché i miei figli sono fieri di me, perché me lo merito e perché non ho fatto nulla di quello di cui vengo accusata», ha detto a Giletti. All'indomani dello scoop del New York Times, X Factor aveva diramato un primo comunicato asserendo che, qualora le accuse di Bennett avessero trovato qualche conferma, Asia Argento sarebbe stata fuori dal talent. Sky ha poi annunciato che, d'accordo con l'attrice, questa sarebbe stata sostituita nelle fasi live del programma, «così da tutelare i concorrenti rispetto a una vicenda che, essendo loro estranea, finirebbe per distogliere l'attenzione dal vero fulcro di X Factor, la musica». La decisione è stata presentata come frutto di un confronto tra l'attrice, Sky e la Fremantlemedia, casa produttrice (anche di Non è l'Arena). Ma rispetto all'unanimità di allora la Argento pare essere passata oltre.A Non è l'Arena ha chiesto il reintegro nel talent show, ben sapendo quale figura - in termini di credibilità - potrebbe costare a Sky. Con lei si sono schierati pure gli altri giudici. Fedez, intervistato da Rtl 102.5, ha detto: «Io la terrei». Manuel Agnelli ha ribadito a Repubblica che vorrebbe che l'attrice rimanesse. Mara Maionchi ha twittato: «Asia Argento ti aspetto», con tanto di cuoricino finale a suggellare un pensiero condiviso da tanti ma non da Salvo Sottile, che su Twitter ha cercato invece un confronto.Durante l'intervista di Giletti, il giornalista le ha scritto online: «Se uno abusa di me contro la mia volontà, dopo il sesso forzato non ci faccio un selfie insieme con gli occhi languidi né ci vado dopo a mangiare. Gli do semmai due calci nel sedere. Ma possibile che tutti ti saltano addosso e tu resti immobile?». «Pacchiu di to soru», gli ha risposto la Argento, mutuando dal dialetto siciliano un'espressione poco elegante (letteralmente, significa «la f...a di tua sorella»). Poi, un'altra risposta sicula. L'attrice, che su Twitter ha dato vita a un diverbio nel quale si è infilato pure Red Ronnie, ha scritto un messaggio Whatsapp a Sottile, che lo ha poi pubblicato online: «Mi sono svegliata solo per dirti questo prima di bloccarti anche sul cellulare: è megghiu ca ti stai mutu, cugghiuni». «È meglio che stai muto, cogl...e», il francesismo dell'attrice, sulle cui contraddizioni non si è soffermato solo Sottile.Asia Argento a Massimo Giletti ha dato una versione che, in alcuni punti, è sembrata presentare incongruenze. «Ho proposto a Bennett un ruolo in un film indipendente, lui si è illuminato», ha detto l'attrice. «Ci siamo abbracciati. Ma lui, con gli ormoni di un ragazzo, è impazzito. È difficile raccontare. Rido, ma è una cosa traumatica. Questo mi ha congelata, mi è saltato addosso, mi ha messo di traverso sul letto e ha fatto quello che doveva fare, senza preservativo. Sarà durato due minuti, come un coniglio. Gli ho chiesto come gli fosse venuto in mente, mi ha risposto che ero il suo sogno da quando aveva 12 anni. Poi, ha scattato il selfie». Quello rimbalzato in ogni dove, tra testate online e giornali stampati. «Con l'invito a pranzo (seguente alla presunta aggressione, ndr) ho cercato di normalizzare la situazione, questo momento anormale in cui ero stata assaltata». La seconda foto, abbracciati, sarebbe arrivata perché Bennett «era tornato il bambino a cui volevo bene».Giletti è apparso stranito, e così parte del pubblico, che ha notato nella versione di Asia delle contraddizioni. L'attrice ha detto di aver fatto vedere ad Anthony Bourdain, allora suo compagno, le foto di nudo che Bennett le avrebbe mandato su Snapchat, ma il social distrugge i file inviati non appena questi vengono aperti. Poi, ha detto di non aver mai accettato regali da Harvey Weinstein, cosa che, invece, Ronan Farrow ha affermato nel suo reportage sul New York Times. Infine, ha denigrato Rose McGowan, un tempo compagna di trincea. «È una persona affamata di denaro», ha detto, aggiungendo di averle dedicato un tatuaggio su Instagram: un pugnale insanguinato, simbolo di una «vendetta consumata».Una delle contraddizioni più grandi riguarda proprio gli sms che la Argento ha scambiato con Rain Dove, compagna della McGowan: in uno, l'attrice italiana ha scritto: «Ho fatto sesso con lui. Non sapevo fosse minorenne».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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