2019-03-04
Già che siamo in ballo... balliamo!
Si fa dalla notte dei tempi, e a ben ragione. Perché danzare fa «sentire» il divino, mette in circolo le endorfine e dà una mano al fisico: sconfiggendo la sedentarietà, infatti, aiuta cuore e articolazioni. Ma i vantaggi potrebbero essere molti di più: basta soltanto scendere in pista... in coppia.Ricordate quella scena del film Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata? Alberto Sordi, nei panni di Amedeo Battipaglia in cerca di moglie, si reca al «veglione danzante per gli emigranti con la partecipazione di tante donne italiane», organizzato dall'Italian Club - Casa dell'emigrante, e chiede a una di loro se vuole ballare. Quella gli risponde, perentoria: «No, cu' ttia nu pozzo ballare». Come lui, molti altri compaesani di Amedeo si propongono a donne che, avendo già una tresca in corso con altri, balleranno solo con quelli, rifilando agli ultimi arrivati dei sonori «Non abballo!» e «No, non voglio ballare, sto impegnata!». Ecco, erano gli anni (il film è del 1971) nei quali il ballo in coppia era ancora un pilastro della vita sociale delle persone. E non c'era bisogno delle palestre, perché tutta l'esistenza contemplava attività non sedentarie, compreso, nella sfera della socializzazione e dello svago, il ballo. Era così e lo era stato per secoli. Poi, il Diluvio che ha spazzato via tutto. (de)generazione disco I balli tradizionali, appena attaccati dalla rivoluzione sessantottina del costume che denigrando la famiglia contestava anche la coppia in armonia sulla pista, presso le nuove generazioni sono stati definitivamente sostituiti dai famosi balli che si ballano da soli. E in pochi decenni siamo giunti a una situazione ben sintetizzata dal brano di Jovanotti Abbasso i lenti, nel quale Lorenzo cantava: «A me mi piace la batteria e una chitarra che ti porta via / io amo i ritmi che viaggiano / Abbasso i lenti / Ho girato e rigirato e ho capito che / quello che si balla in due si può ballare in tre». Intendiamoci, lecito: non è che si sia obbligati a impegnarsi sempre e solo nei lenti o nei valzer. Ma preoccupa l'ulteriore degenerazione nel frattempo sopraggiunta: spesso, più che in tre in discoteca ormai si balla in cinque, insieme ad alcol e droga, e l'idea del ballo come forma di esercizio fisico, ricreativo e sociale sano e vitale è stata definitivamente soppiantata da una concezione trasgressiva di ballo come sballo mortifero. Ma il ballo vero resta una forma di espressione e di canone che ha poco in comune con i luoghi dei giovani, come appunto le discoteche e i rave, e con le loro problematiche. Quello vero fa bene alla salute (fiumi di alcol e la droga, è persino ovvio dirlo, assolutamente no). È un rimedio a molte malattie e un tonico per il mantenimento del benessere nelle persone sane. I benefici sono numerosi e spesso insospettabili. Vediamo quelli riguardanti la salute fisica. è un'attività utile per chi presenta rischi di malattie cardiovascolari: in presenza di insufficienza cardiaca, per esempio, il ballo può rappresentare un'attività ginnica più invitante rispetto alla frequentazione di una palestra, anche perché viene vissuto come un momento di divertimento e gioia rispetto al monotono e un po' alienante pedalare sulla cyclette o correre sul tapis roulant. Per questa ragione, poi, è un'attività più adatta degli sport tradizionali anche per gli anziani, i quali potrebbero sentirsi a disagio - o direttamente male - nel frequentare una palestra per il corso di spinning o fit boxing, ma non a divertirsi in balera oppure ai pomeriggi danzerecci dei centri anziani. È inoltre un esercizio fisico d'eccellenza per combattere l'ipertensione e altre patologie cardiovascolari, responsabili del 41% delle morti in Italia. L'80% delle malattie cardiovascolari sono infatti determinate da comportamenti errati e insalubri, come fumare, bere troppo alcol, non seguire un regime alimentare equilibrato e abbandonarsi alla sedentarietà. Tutte abitudini che possono essere modificate: smettere di fumare, di bere e di mangiare come sprocedati («Che sprocetato! Nun è mmai satollo: come l'ucelli: sempre a bbécco a mmollo!» scrisse Luigi Zanazzo in una delle sue Poesie romanesche più di un secolo fa) e fare attività fisica sono vere e proprie cure, tanto che i medici prescrivono di fare movimento, anche nella forma del ballo, in ricetta. L'ideale sono 60 minuti al giorno per i ragazzi e 150 a settimana per gli adulti. Un vero toccasana Non lo dicono solo i cardiologi, ma tutti i medici: «Da 25 anni a questa parte gli studi ci indicano l'importanza dell'attività fisica per la prevenzione di buona parte delle malattie legate a invecchiamento, fragilità ossea in particolare nelle donne, perdita di mobilità o patologie come il diabete. Quello che è cambiato di recente, però, è il fatto che il movimento non viene più solo consigliato, ma inserito in ricetta, seguendo indicazioni specifiche per tipologia di esercizio, intensità e durata, a seconda dell'età e delle condizioni fisiche dei soggetti. Studi inglesi hanno portato per prima la Gran Bretagna, tra il 2010 e il 2011, a mettere a punto linee guida adottate dal servizio sanitario britannico e recepite anche da noi in Italia, che indicano in due ore e mezza la quantità minima di esercizio settimanale da praticare, per tutte le fasce di età dai 20 ai 65 anni. Le prescrizioni riguardano soggetti sani e hanno un minimo di variazione nella forma: dai 10mila passi ai 4 chilometri consigliati, che possono significare una camminata anche a passo lento, purché quotidiana» ha spiegato in un'intervista a Donna moderna Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg). Se ci pensate, i passi non sono solo la misura e la struttura del cammino, ma anche... del ballo. Anche l'obesità può trarre giovamento dal ballo. Il Journal of Physiological Anthropology ha scritto che un allenamento di ballo di tipo aerobico non è meno efficace, rispetto alla pratica di attività come il jogging o il ciclismo, in termini di dimagrimento. Danzare migliora anche la flessibilità, la forza e la resistenza muscolare. Imponendo il movimento progressivamente più intenso di tanti gruppi muscolari, il ballo prima li riscalda e li allunga, come fa lo stretching, poi li rinforza, quasi come in una sessione di esercizi in sala pesi, poiché impone ai muscoli di spostare e gestire il peso intero del corpo al contempo opponendosi alla forza di gravità: si pensi, per esempio, ai salti del can-can del Moulin rouge, inventati dalla ballerina Louise Weber. A ritmo di una musica assai veloce e dal ritmo festoso, si saltella sul posto, nel primo e nel terzo passo planando a terra con entrambi i piedi, nel secondo e nel quarto con un piede solo mentre la gamba che non tocca a terra viene sollevata, prima col ginocchio piegato e poi tesa. Aumentare la resistenza dei muscoli vuol dire insegnare loro a lavorare per tempi sempre maggiori: le danze più vigorose aumentano anche questa dote.Ballare fa tanto bene anche alla salute emotiva e mentale. Vi sentite senza energia, annoiati, schiacciati dal peso delle responsabilità, vi guardate allo specchio e avete l'espressione dell'Urlo di Munch, vi percepite pesanti come un masso, mentre vorreste essere leggeri come una nuvola? Ballate! Il ballo può energizzarvi e sollevare il vostro animo, oltre al corpo. Lo Scholarly Publishing and Academic Resources Coalition ha pubblicato una ricerca secondo la quale un programma settimanale di ballo può aumentare i livelli d'energia negli adulti. Perché ballare rende felici. Ma perché rende felici? Quella profonda gioiaPerché inconsciamente e anche antropologicamente associamo il ballo a un evento sociale e divertente. Si balla ai matrimoni e la notte di Capodanno, si ballava alle feste in piazza e ai ricevimenti nei secoli passati: ballare vuol dire celebrare una festa, prima di tutto una festa del corpo. Anche per questo motivo il ballo previene e tampona lievi forme di depressione (ormai molto diffusa anche tra bambini e giovani) e migliora l'autostima. Una ricerca pubblicata dall'International Journal of Neuroscience dimostra che questo genere di movimento fisico non solo migliora le condizioni di un lieve depresso, ma aiuta anche l'organismo stressato perché regola i livelli di serotonina e dopamina. Il ballo fa provare una profonda sensazione di gioia non soltanto perché, banalmente, ci si muove: lo si fa a ritmo di musica e insieme agli altri in una sorta di rito collettivo dell'allegria che contrasta la tendenza della depressione e della malinconia, del ripiegarsi intimistico e solitario su sé stessi. Ballando insieme ad altri che ballano, si fanno anche nuove conoscenze: il rapporto di condivisione formale dell'apprendimento o dell'esercizio può diventare un rapporto di amicizia e tirar fuori dalla solitudine che a volte è effetto, altre causa di depressione. Perciò gli anziani vanno volentieri a ballare: per uscire di casa, per stare in compagnia e per provare allegria, innanzitutto. Ballare incentiva anche la sicurezza in sé stessi e l'autostima: esattamente come quando si realizza qualsiasi altra cosa, «compiere» il ballo, sia nel caso di una coreografia se si balla con tanto di maestro, sia ballarsi una canzone in pista al veglione di Capodanno, dice al nostro animo che abbiamo realizzato qualcosa. Il ballo modifica la mente in positivo anche da altri punti di vista: un'attività aerobica, e il ballo, ripetiamo, lo è, contrasta la perdita di volume dell'ippocampo, parte cerebrale che controlla la memoria e che con l'avanzare dell'età si devolumizza da sé. Il New England Journal of Medicine ha spiegato come il ballo sia in grado di aumentare la memoria, man mano che l'età aumenta e non solo: alcune persone affette dal morbo di Alzheimer hanno recuperato ricordi ballando canzoni e musiche che, in un passato ormai dimenticato dalle loro menti, avevano l'abitudine di ascoltare. Presso gli anziani, il ballo sembrerebbe contrastare la degenerazione causata da molte malattie, dal già citato Alzheimer al Parkinson. Acutizza la menteBallare aumenta anche l'intelligenza e la prontezza di riflessi. Si tratta, infatti, di un'esercitazione della facoltà di prendere decisioni rapide (i famosi «passi» dei balli codificati null'altro sono che istruzioni continue che il cervello manda al corpo), nell'arco di pochi secondi e questo stimola l'acutezza mentale. Altrettanto importante per l'attività della mente è imparare cose nuove (si aumenta la connettività neuronale) e perciò apprendere un ballo che non si conosce è come imparare una nuova lingua, una nuova strada da percorrere in auto e così via. Che cosa ballare? Le possibilità sono infinite. Ci sono scuole di danza accademica (come la classica, la moderna e la jazz) per chi vuol ballare a livelli professionistici e ci sono le più semplici scuole di ballo per tutti i gusti, dai balli latino-americani a quelli lisci, dal rock acrobatico al tango e al tip-tap. Sta a voi decidere. Ma ricordate che, qualsiasi cosa ballerete, fosse pure fare il trenino all'ormai più volte citato veglione di Capodanno al ritmo di Disco samba del trio belga Two Man Sound, sappiate che avrete aumentato il vostro benessere.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 9 settembre con Flaminia Camilletti
Ll’Assemblea nazionale francese (Ansa)