L’istituto Ifo azzera la crescita del 2024 inizialmente prevista a +0,4%. Anche il 2025 sarà debole. Pesano gli errori per seguire l’ideologia green: dall’addio all’atomo alla spinta sull’auto a batteria. I liberali di Fdp chiedono di cancellare lo stop ai motori termici.
L’istituto Ifo azzera la crescita del 2024 inizialmente prevista a +0,4%. Anche il 2025 sarà debole. Pesano gli errori per seguire l’ideologia green: dall’addio all’atomo alla spinta sull’auto a batteria. I liberali di Fdp chiedono di cancellare lo stop ai motori termici.Senza l’auto la «locomotiva» d’Europa si è fermata. Non a caso il gruppo parlamentare del partito liberale (Fdp) chiede al governo di fermare i furori dell’ideologia verde. L’iniziativa non è trascurabile considerando che i liberali esprimono un personaggio di spicco come il ministro delle Finanze Christian Lindner. «Il gruppo parlamentaredi Fdp» si legge sul quotidiano Handelsblatt «chiedono alla colazione semaforo che guida il Paese» di intervenire per alleviare le sofferenze su cittadini e imprese xompresa «l’abolizione del divieto Ue sui motori a combustione».Una maniera per far ripartire l’industria dell’auto senza la quale la Germania non riuscirà a riprendersiL’Ifo, l’autorevole istituto che ogni mese misura le condizioni di salute dell’economia tedesca, ha infatti tagliato a zero le stime di crescita del Pil per quest’anno dal +0,4 indicato in precedenza. L’ente di ricerca ha rivisto le previsioni anche per il prossimo anno: +0,9% nel 2025, anziché l’1,5% indicato nelle precedenti stime. L’economia tedesca dovrebbe raggiungere una crescita dell’1,5% solo nel 2026. Un danno per tutta l’Europa ed il mercato comune. Trentacinque anni dopo la riunificazione, che ha fatto decollare l’economia della Repubblica Federale in corrispondenza con l’accelerazione del processo di crescita delle istituzioni comunitarie e poi con l’avvento dell’euro, la Germania si trova ad affrontare una crisi che l’Ifo definisce «strutturale».La catena produttiva e le infrastrutture del Paese non sembrano tenere il passo con la concorrenza, soprattutto quella della Cina. Pesano inoltre i contraccolpi di oltre due anni di conflitto in Ucraina, dato che la Germania aveva importanti legami commerciali con la Russia, a partire dal settore dell’energia. Dalla crisi economica all’incertezza politica il passaggio è breve. Dopo i 16 anni di governo centrista di Angela Merkel, il Paese fatica a trovare un nuovo equilibrio politico. La maggioranza a trazione Spd di Olaf Scholz è in difficoltà, con l’estrema destra dell’Afd per la prima volta arrivata in testa nelle elezioni dei Land: prima in Sassonia e seconda in Turingia. Da anni l’estrema destra in Germania sta crescendo, a partire dagli ex territori dell’Est, dove il divario salariale con il resto del Paese non si è mai completamente colmato. «L’economia tedesca e’ bloccata e langue nella depressione», spiega il capo del dipartimento Forecasts dell’Ifo, Timo Wollmershauser. Decarbonizzazione, digitalizzazione, cambiamento demografico, pandemia di Covid, shock dei prezzi dell’energia e nuovo ruolo della Cina nell’economia globale hanno messo sotto pressione modelli industriali consolidati e costringono le aziende a cambiare le strutture produttive. L’insistenza sull’ideologia green ha fatto il resto a cominciare dallo smantellamento delle centrali nucleari. L’energia pulita e a basso costo (essendo ormai gli impianti abbondantemente ammortizzati) è venuta a mancare proprio nel momento in cui le forniture dalla Russia diventavano problematiche. Avere elettricità a basso costo dall’atomo avrebbe dato un certo ristoro alla manifattura tedesca costretta invece a costose importazioni di gas.Negli ultimi giorni è esploso il caso dei possibili tagli di personale in Volkswagen. La casa di Wolfsburg non ha escluso la possibilità di fermare uno stabilimento in Germania per ridurre i costi. I piani aziendali indicano un taglio di dieci miliardi di spese entro il 2026. Sarebbe la prima chiusura di un impianto nei quasi novanta anni di storia dell’azienda. Contemporaneamente in Belgio i sindacati hanno lanciato l’allarme sull’ipotesi di stop per la fabbrica dell’Audi - stesso gruppo - a Bruxelles. È l’industria dell’auto a segnare il passo, un comparto che in Germania ha tradizionalmente un peso importante sul Pil . Hanno un peso maggiore rispetto ad altri paesi le industrie ad alta intensità energetica che reagiscono agli elevati costi energetici, così come quella meccanica e l’automotive. Il tema dell’auto tiene banco in Italia dove il confronto fra il governo e Stellantis p serrato. Per martedì 17 settembre è previsto un tavolo con il ministro Urso per quanto riguarda la gigafactory di Termoli in cui costruire batterie per l’auto elettrica. In ballo ci sono 2.000 posti di lavoro. La trattativa è ferma perché il gruppo sostiene di avere in mano una nuova tecnologia che potrebbe cambiare il profilo del mercato. Difficile andare avanti.
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Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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