2022-04-18
Genova e la rivoluzione degli anni Sessanta: arte, design e costume
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Lisetta Carmi, Genova-Porto, 1964/Genova, Galleria Martini & Ronchetti, courtesy Archivio Lisetta Carmi© Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti
Il boom economico e le grandi trasformazioni di Genova negli anni Sessanta al centro di un’originale mostra a Palazzo Reale, nel Teatro del Falcone, il più antico dei teatri storici genovesi. Dalla fotografia al design, il ritratto di una città in magmatico fermento. Sino al 14 luglio 2022.Genova e il suo porto. Genova e il suo barocco. Genova e i suoi cantautori. Genova e le sue atmosfere uniche, salsedine e caruggi. Ma la città della Lanterna, un passato da gloriosa Repubblica Marinara e un presente segnato anche da grandi tragedie (Ponte Morandi docet…), non è solo questo. Un po’ schiva, fuori dai Grand Tour delle classiche città d’arte , il capoluogo ligure è un grande centro vivace, in fermento, attivo, con molto da offrire e con molti aspetti da (ri)scoprire. Per esempio i suoi anni Sessanta. Com’era Genova negli anni del grande boom economico e di quelle contestazioni e mutamenti sociali che hanno cambiato per sempre il mondo? A questa domanda, dà una risposta esauriente la grande «mostra-affresco» allestita (sino al 14 luglio 2022) a Palazzo Reale, il più vasto complesso architettonico sei-settecentesco della città, che ancora conserva, intatti e immutati, le sue fastose decorazioni e i suoi interni di rappresentanza.«Genova Sessanta» il titolo dell’esposizione che, spaziando dalla fotografia al design, vuole tracciare una panoramica completa su quella che è stata la rivoluzione degli Anni Sessanta a Genova. Lasciatasi alle spalle la devastazione del Secondo Conflitto Mondiale («Genova come Mariupol», ha tristemente e recentemente detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso al Parlamento italiano), al pari di molte città italiane, anche La Superba, in questo fatidico decennio di sviluppo e rinascita, vuole darsi un volto ed un ruolo europei, puntando sull’industrializzazione e sui servizi, nuove arterie di comunicazione e nuovi quartieri, progettati per ospitare una forza lavoro proveniente soprattutto dal Sud. In pochi anni la vecchia Genova si trasforma e l’energia della crescita incentiva la creatività in tutti i settori, dall’arte al design, dalla musica alla cultura, dalle arti visive all’economia.E il percorso espositivo di questa mostra punta proprio ad accompagnare il visitatore in un viaggio cronologico e tematico, organizzato per sezioni, in quella fucina di energie e visioni esistenziali che fu la Genova degli anni sessanta. A Palazzo Reale c'è davvero tutto: disegni di architettura, arredi di design, grafica pubblicitaria, oggetti industriali, dipinti e sculture di autori di assoluto primo piano, da Lucio Fontana a Andy Warhol, da Mimmo Rotella a Vico Magistretti, da Gio Ponti a Franco Albini, da Angelo Mangiarotti a Eugenio Carmi.In questo mare magnum di tesori, per il visitatore che ama la fotografia imperdibile l’ampia sezione che raccoglie gli scatti dei grandi fotografi genovesi attivi in quegli anni, Lisetta Carmi e Giorgio Bergami in primis: straordinario, per forza e intensità, il famoso reportage della Carmi ( la nota fotografa genovese che da sempre dà voce al mondo di operai ed emarginati) sui Travestiti, immagini che per l’epoca fecero scandalo perché fuori dagli schemi e offensive dell’ancora dominante morale piccolo borghese. Per gli amanti del design, all’interno dello spazio dedicato a questo tema - curato da Luisa Chimenz- sono esposti alcuni prodotti iconici dei grandi designar e architetti italiani degli anni Sessanta: Gio Ponti, per Poltrona Frau, Joe Colombo, per Oluce, Elio Martinelli, per Martinelli Luce, Giovanni Travasa per Bonacina 1889.Una mostra consigliata e imperdibile. Un motivo in più per visitare Genova, città di mare, arte e cultura.L’esposizione è promossa da Palazzo Reale (Ministero della Cultura), a cura di Alessandra Guerrini e Luca Leoncini con Benedetto Besio, Luisa Chimenz, Leo Lecci e Elisabetta Papone. ,
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)