2021-10-23
«Liti su Generali, attenti all’estero»
Francesco Gaetano Caltagirone (Getty Images)
Tensione sul Leone tra Mediobanca, Del Vecchio e Caltagirone. Il comitato sicurezza lancia l'allarme su un possibile blitz straniero sui due asset strategici per il Paese.Gli asset finanziari italiani riaccendono l'interesse del Copasir. Faro puntato su Borsa italiana e soprattutto sui rapporti tra Mediobanca e Generali. In merito ai movimenti attorno a Piazzetta Cuccia e al Leone, teatro dell'attivismo di Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica indaga in particolare sull'ipotesi che si possa configurare l'ingresso di capitali stranieri in due realtà strategiche nell'architettura economica nazionale. Di questo i componenti del Comitato, presieduto dal senatore di Fdi, Adolfo Urso, hanno discusso con il presidente della Consob, Paolo Savona. Un incontro sereno, secondo quanto emerso, per fare il punto sulla situazione e nel quale, riferisce lo stesso Urso in una nota, è stata esaminata l'opportunità di aggiornare la disciplina legislativa in materia. Il faccia a faccia con il presidente Consob si inserisce nel filone finanziario già esplorato nel rapporto su banche e assicurazioni dell'ottobre 2020. Allora il Comitato, presieduto dal leghista Raffaele Volpi, esaminò l'ipotesi di mire francesi su Generali e Unicredit. La prima in quanto tra i principali operatori assicurativi e del risparmio nel mondo nonché per i rilevanti investimenti sia nei titoli di Stato italiani sia nei titoli obbligazionari e azionari delle imprese italiane. Quanto a Unicredit, ora impegnata nella trattativa su Mps, per la paventata contrazione dell'attività in Italia. Nell'ora di colloquio, il Copasir ha quindi puntato ancora una volta l'attenzione sugli assetti del sistema bancario e sull'efficacia dei meccanismi di monitoraggio e vigilanza rafforzati, sui quali il Comitato si era concentrato nella relazione dello scorso autunno. L'audizione peraltro fa seguito all'incontro di metà settembre con il presidente dell'Abi Antonio Patuelli. Pure lo scorso mese, la presenza di capitali stranieri nel sistema bancario e assicurativo italiano fu in cima all'elenco delle richieste del Comitato, assieme alla sostenibilità del debito pubblico e al flusso creditizio alle imprese, con riferimento anche all'applicazione delle norme europee sulla classificazione del rischio. Altri temi trattati furono: il peso dei derivati sul piano europeo; il ruolo delle nuove tecnologie e il contrasto ai crimini cibernetici nel settore bancario; le criptovalute anche quale strumento della criminalità organizzata; la possibilità che l'Italia rivendichi la sede della costituenda autorità antiriciclaggio europea. Lente puntata infine sull'integrazione di Borsa italiana nella holding dei listini paneuropea Euronext, soprattutto sull'avanzamento del piano di sviluppo, «la cui attuazione è elemento fondamentale per garantire autonomia ed efficienza al sistema», si legge nella nota diffusa. Rispetto all'audizione di Patuelli, quella di Savona ha riservato più tempo al Leone di Trieste. Maggiori dettagli anche attorno al tema della governance e ai cambiamenti in atto. Il timore espresso dal comitato è che le modifiche aprano la strada a una lunga guerra di trincea tra Del Vecchio, Caltagirone e Fondazione Cassa Torino da un lato e Mediobanca dall'altro con l'effetto di impegnare liquidità e risorse per la contesa di Generali esponendo la stessa compagnia di assicurazioni a pericolosi blitz stranieri. Tradotto tra i due litiganti, il terzo gode. Chi sia il terzo non è dato saperlo. È chiaro che c'è pure un aspetto umano da non sottovalutare. La tensione è così patente che le due parti lasciano trasparire insofferenza reciproca ben al di là di una contesa finanziaria. Il pericolo in un tale clima è, come fa intuire il Copasir, che qualche alleato possa giocare di sponda approfittando una eventuale distrazione. Per il resto, al Parlamento interessa certo valutare gli effetti di una possibile pax ai fini della stabilità del mercato finanziario. Se poi ci siano le possibilità che le parti vogliano siglarla, a questo punto, è difficile immaginarlo.
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