2021-12-14
Propaganda gender in un liceo di Chiavari: sale in cattedra la «transfemminista»
Alunni, famiglie e politici protestano contro l’odierna assemblea d’istituto al Marconi Delpino, che viola l’obbligo del pluralismo.Chi dona lo sperma è un irresponsabile, anche se ama la musica classica e la filosofia.Lo speciale contiene due articoli.Una mattinata pro gender e senza contraddittorio, a senso unico. È quanto prevede il programma dell’assemblea d’istituto che quest’oggi, dalle 8 alle 12.30, avrà luogo al liceo Marconi Delpino di Chiavari. Ai partecipanti sarà data un’infarinatura su «educazione sessuale», «genere oltre il binarismo», «fluidità di genere», «transizione di genere» e annessi «effetti psicologi e sociali». Menù ricco, non c’è che dire. Ma questo è niente.Come se non bastasse un tale programma, dal chiaro sapore arcobaleno, ad assicurare al tutto ulteriore neutralità, si fa per dire, ci sono i relatori che interverranno da remoto e a cui è affidata la giornata di formazione. In primis, è previsto sull’identità di genere un focus di Giulia Tracogna, che si qualifica come «psicologa clinica Lgbtqia+, consulente sessuale e transfemminista intersezionale».Anche Simone Riflesso, che approfondirà il tema «disabilità e inclusione», non sembra essere del tutto super partes. Lo scorso 9 novembre, per dire, si rallegrava della norma pro gender infilata nel dl Infrastrutture - che vieta su strade e veicoli «messaggi lesivi» in tema di «diritti civili» o in ordine «all’identità di genere» -, commentando così le rimostranze di Pro vita & famiglia: «Se il movimento Pro vita è furioso vuol dire che qualcosa di buono sta succedendo. Evviva il gender, qualsiasi cosa sia. Tiè». Completa la rosa dei relatori, chiamata a toccare il delicato tema dell’educazione sessuale, l’associazione Virgin & martyr. Trattasi di una realtà attiva dal 2017 anch’essa difficile da inquadrare come neutrale; basti pensare a quanto scriveva l’associazione il 27 giugno sul suo profilo Instagram, affermando che «gli esseri umani sono complessi, e pensare di ridurli a due sole categorie, in qualsiasi ambito, sarà sempre limitante». Ora, con simili premesse non serve particolare fantasia per pensare che oggi, al Marconi Delpino, l’assemblea non avverrà affatto all’insegna del pluralismo. E pensare che occasioni come questa dovrebbero essere anzitutto eventi di «partecipazione democratica», secondo quanto stabilito, all’articolo 13, dal decreto legislativo 16 aprile 1994, numero 297, contenente misure in materia d’istruzione per le scuole di ogni ordine e grado.Proprio per questo, e per uno sbilanciamento degli incontri che pare evidente, diverse sono le voci critiche che si sono levate; anzitutto da parte di un gruppo di studenti, che non si è sentito rappresentato dal programma previsto, e a seguire da alcune famiglie. Conseguentemente, alcuni esponenti del mondo della politica hanno deciso di farsi portavoce di tali istanze. Così i consiglieri comunali della Lega Albino Armanino e Paolo Smeraldi, di Sestri Levante, che è a pochi chilometri di distanza da Chiavari, dopo aver raccolto numerose segnalazioni di genitori indignati hanno scritto all’ufficio scolastico regionale chiedendo di intervenire.«A fronte di comprensibili esigenze formative dei ragazzi in materia di educazione sessuale», ha fatto inoltre presente Smeraldi, «sarebbe stato preferibile che la dirigente scolastica coinvolgesse Asl 4 che dispone di personale appositamente formato, anziché un collettivo sconosciuto sul territorio, al quale afferiscono professionalità diverse». Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore leghista Simone Pillon: «Basta con il gender imposto a una sola voce. Si dia spazio al contraddittorio, si illustrino le ragioni di tutti, si discutano i vari punti di vista. Solo così si formerà la coscienza critica dei ragazzi». Contattato dalla Verità, il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, anch’egli in quota Lega, auspica che l’assemblea odierna possa avere luogo all’insegna dell’equilibrio. «Mi auguro», ha dichiarato, «che tutto avvenga con equilibro e che non si vada oltre quello che è previsto dalla circolare 1972 del 2015 - che vieta espressamente la propaganda gender - e mi auguro che venga garantito il pluralismo su un tema così attuale e così delicato».Merita di essere sottolineato che l’interpretazione del sottosegretario Sasso è pienamente precisa: la circolare del Ministero dell’Istruzione 1972 del 2015, peraltro emanata sotto un governo di centrosinistra, afferma in modo chiaro, anzi ribadisce che «tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere» in ambito scolastico non «rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo». Sono indicazioni chiare. Ma che poi siano attuate, ecco, resta tutto da vedere.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gender-scuola-italia-2656024483.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-padre-giusto-per-i-vostri-futuri-figli-non-si-trova-in-vendita-su-un-catalogo" data-post-id="2656024483" data-published-at="1639481476" data-use-pagination="False"> Il padre giusto per i vostri futuri figli non si trova in vendita su un catalogo Circola l’intervista di una giovane donna che spiega con fierezza di avere scelto su un catalogo il padre di suo figlio. Si tratta, secondo il catalogo, di un medico che ama la musica classica e le filosofie orientali. Bizzarro che una persona del genere arrotondi le entrate vendendo sperma e bizzarro il grande numero di professionisti tra i venditori di sperma che amano la musica classica e le filosofie orientali. In molti casi le dichiarazioni sono false e se anche fossero vere, sarebbero incomplete. Uno può essere medico, amare la musica classica e odiare i bambini, può essere un accolito della pornografia, può aver rifondato il partito nazista. Nella lista si mettono solo le caratteristiche positive così da apparire perfetti, ma una creatura umana include anche altro, che non viene detto. La donna incapace di accettare la realtà di un uomo reale può continuare a vivere nel suo mondo fantastico dove esistono gli uomini perfetti che vendono lo sperma. Una caratteristica di questi uomini, tutti, è l’irresponsabilità. Un uomo forte non tollererebbe mai di sapere che un figlio nato da lui, col sorriso forse di sua madre, cresce senza di lui, senza che lui possa proteggerlo. Se non sbaglio, era altrettanto trionfale il profilo del «donatore 7042», danese, con una malattia genetica gravissima, che ha fecondato circa 100 bambini (e non 43, com'era stato indicato nel 2012), bambini con la sua stessa neurofibromatosi. Anche io ho scelto il padre di mio figlio e ho scelto uno che mi era simpatico, uno con cui mi faceva piacere parlare. Ho scelto un uomo che aveva le caratteristiche di forza che avrei voluto in mio figlio, e che mio figlio ha ereditato. E poi ci sono state altre cose che un catalogo non potrà mai dare: il fatto di sapere che lui voleva me e che per me sarebbe stato disposto a rischiare la vita, esattamente come ora sarebbe disposto a rischiarla per nostro figlio. Nostro figlio è stato concepito nella gioia, non nel gelo di un’operazione medica. Una donna che sceglie un padre su un catalogo - ormai lo fanno più della metà delle donne svedesi - perché non concepisce un figlio con un uomo vero? Perché non ama il corpo degli uomini, e allora non sarà in grado di amare il corpo del figlio, oppure perché preferisce fantasticare di un’inesistente perfezione? Anche io ho scelto il padre di mio figlio, ma non l’ho scelto su un catalogo, e il risultato è stato che quell’uomo c’era, c’era quando è morto mio padre, quando mi sono laureata (ero già sposata), quando è morta mia madre. Siamo andati ai concerti insieme. Siamo andati sott’acqua insieme. Abbiamo fotografato gli squali. La notte dormiamo uno di fianco all’altro e il freddo non ci fa paura. C’era quando il suo bambino ha imparato a gattonare. C’era quando il suo bambino ha fatto l’esame di quinta elementare. Non c’era quando il ragazzo ha fatto l’esame di terza media, in quei giorni era ricoverato in ospedale, ma in compenso c’è stato per la maturità e la laurea. Ha insegnato a suo figlio l’etica, il coraggio, lo spirito critico, il nome dei pesci e l’uso delle bombole subacquee. Scegliete con grande attenzione l’uomo che deve essere il padre dei vostri figli, perché il primo grande dono che una madre fa al figlio è un padre di cui essere fiero, un padre che lo protegga a qualsiasi costo dandogli anche, con questa protezione, il senso del suo valore. Questa è la scelta più importante della nostra vita, qualcuno che ci ami, qualcuno che per noi sia disposto a buttare sulla bilancia tutto il suo coraggio. Il padre deve essere un uomo, con un nome, deve avere una voce, una statura, le braccia per abbracciare. Se non è scelto su un catalogo, il pacchetto base «padre» include anche due nonni, un’altra spettacolare ricchezza nella vita del bambino. Il padre deve essere qualcuno che sia presente per il figlio e gli insegni il coraggio. Noi donne non sempre riusciamo a insegnare il coraggio, spesso siamo troppo protettive. Il rapporto che instauriamo con i nostri figli, rischia di essere simbiotico. Ci vogliono i padri. E se il padre non c’è perché la morte l’ha portato via prima della nascita del suo bambino, ci devono essere il suo nome, le sue foto, il suo sorriso mentre guarda la mamma il giorno del matrimonio, i suoi genitori, i nonni, a ricordare che è stato un uomo e non un fantasma. Un bambino deve nascere da un uomo e da una donna, due menti e due corpi diversi e complementari, alleati e amanti. Il figlio deve poter sentire l’amore di papà per mamma e quello di mamma per papà. Così sa di essere un principe, nato dal re e dalla regina, come nelle fiabe: non è un caso che gli piacciano tanto.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)