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Gender per bambini targato Disney, Pro Vita & Famiglia: «DuckTales non deve essere mandato in onda»

Gender per bambini targato Disney, Pro Vita & Famiglia: «DuckTales non deve essere mandato in onda»
Ansa

La scandalosa serie con genitori paperi omosessuali. «L'inchino della Disney alla propaganda Lgbt non può passare! DuckTales, la serie animata targata Disney che alla fine degli anni Ottanta ha tenuto un'intera generazione incollata al piccolo schermo, non può diventare strumento della dottrina gender da inculcare ai nostri bambini» hanno tuonato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia contro la serie, disponibile in streaming sul canale Disney Plus che sarà trasmessa in Italia da marzo 2020. «Le avventure di Paperino, zio Paperone e degli altri membri della famiglia dei paperi, nel remake dello show arrivato alla sua terza stagione, contiene una novità molto inquietante: due paperi omosessuali con una figlia papera da crescere, Violet, protagonista con altri della serie. Dopo le orecchie arcobaleno di Topolino e il Magical Pride a Disneyland, questo è solo l'ultimo attacco alle famiglie e ai bambini che devono essere lasciati fuori dalle ideologie e dalle strumentalizzazioni delle lobby gay» hanno continuato. «Denunciamo a questo punto la classica tattica della finestra di Overton - hanno proseguito - che mira a rendere accettabile ciò che sarebbe altrimenti impensabile e siamo scesi in campo con una petizione, chiedendo di recedere dalla scelta di veicolare, attraverso un cartone animato, dei modelli inadatti ai nostri figli».

Gli istituti sono sempre più collettori di prodotti finanziari e assicurativi: così i «big 7» italiani hanno registrato 21,6 miliardi di utile netto nei primi nove mesi del 2025. Occhio, però, a crediti in sofferenza e choc geopolitici.

Il settore bancario italiano continua a correre. Il margine di interesse si sta stabilizzando o scende con la discesa dei tassi Bce, ma i gruppi maggiori restano redditizi. I sette maggiori istituti hanno registrato 21,6 miliardi di euro di utile netto aggregato nei primi nove mesi del 2025 (+9% anno su anno). Nel terzo trimestre, l’utile è stato 6,5 miliardi, +2% al netto delle voci straordinarie.

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Critichi i migranti? Niente bambini
Getty Images
Nel Regno Unito si proibisce a un veterano di guerra di allenare la squadra di calcio della figlia a causa di un video contro uno straniero che aveva ucciso tre minorenni.

Jamie Michael è un marine, un veterano britannico della guerra in Iraq. Uno che ha visto la morte in faccia per servire il proprio Paese. Quello stesso Paese, il Regno Unito, che ora non gli permette di allenare la squadra di calcio della figlia perché, in un video su Facebook, Jamie ha definito i migranti «psicopatici» e «feccia» dopo un terribile fatto di cronaca.

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Osservatorio sul Merito: la chiave per comprendere l’Italia che cambia
Una fotografia limpida e concreta di imprese, giustizia, legalità e creatività come parti di un’unica storia: quella di un Paese, il nostro, che ogni giorno prova a crescere, migliorarsi e ritrovare fiducia.
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Non usa il neutro per i transessuali: finisce incatenato davanti al giudice
Enoch Burke (Getty Images)
Continua la battaglia di Enoch Burke, che rimarrà in un carcere popolato da stupratori pure a Natale. Maltrattato dalla Corte: «È una presenza maligna e minacciosa, un intruso che perseguita la scuola».

Il giudice Brian Cregan ha deciso che Enoch Burke resterà in carcere fino a quando non avrà fatto ammenda, non si sarà mostrato pentito di avere offeso la Corte e non la smetterà di presentarsi nella sua ex scuola, l’istituto che lo ha cacciato ormai nel 2022. Burke è ancora in carcere e potrebbe dunque restarvi fino a Natale. Si trova nella prigione irlandese di Mountjoy, popolata per lo più da stupratori e persino da un killer, passa il tempo a leggere la Bibbia e partecipa in collegamento alle udienze che lo riguardano. Alle stesse udienze non possono invece partecipare i suoi famigliari, che martedì sono stati allontanati dall’aula dallo stesso Cregan. Martedì il tribunale ha discusso l’ennesimo ricorso di Burke, rispedendolo al mittente. E il giudice Cregan non ha usato parole dolci, anzi. A suo dire, Burke «non è in carcere per le sue opinioni sul transgenderismo, che ha pienamente diritto di avere». È detenuto, aggiunge Cregan, per aver offeso l’Alta Corte e per essere entrato più volte nella sua ex scuola.

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