2025-10-12
Cenerentola Ue: fuori dalla firma per Gaza
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)
Domani Trump e Al Sisi sottoscriveranno il piano per il cessate il fuoco: all’evento sono stati invitati in tanti, pure l’acciaccato Macron, ma non ci sarà alcun rappresentante dell’Unione. Witkoff: «La Casa Bianca ha riunito nazioni divise da generazioni». Assente Hamas.Gli Usa continuano a monitorare l’attuazione dell’accordo tra lo Stato ebraico e Hamas. Ieri, in compagnia del comandante di Centcom Brad Cooper, l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, si è recato in una postazione dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Con loro era presente anche il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir. Secondo Fox News, lo scopo della visita era quello di confermare il completamento del ritiro delle truppe israeliane, previsto dall’intesa. Tutto questo, mentre, in serata, Witkoff ha preso parte, insieme a Jared Kushner e a Ivanka Trump, al raduno organizzato dall’Hostage and missing families forum a Tel Aviv.«Siamo qui stasera, ebrei, cristiani, musulmani e persone provenienti da ogni angolo del mondo, uniti da una preghiera comune per la pace», ha dichiarato, parlando alla folla. «State tornando a casa», ha anche detto, rivolgendosi agli ostaggi che dovrebbero essere liberati domani. «Vorrei solo che il presidente fosse qui. Gli piacerebbe molto», ha proseguito, riferendosi a Donald Trump. «Nei momenti peggiori, Trump si è rifiutato di accettare l’idea che la pace in Medio Oriente fosse irraggiungibile. Ha riunito nazioni un tempo divise da generazioni di conflitti e ci ha mostrato che la pace condivisa è più forte del dolore condiviso», ha continuato, per poi riconoscere il ruolo dei Paesi arabi e della Turchia nel raggiungimento dell’accordo. Pur esclamando più volte «Grazie, Trump!», la folla ha, invece, fischiato quando l’inviato americano ha ringraziato Benjamin Netanyahu. Nel frattempo, Abc News ha riferito che, nella notte tra venerdì e sabato, sono iniziati ad arrivare nello Stato ebraico i militari americani che si occuperanno di contribuire a supervisionare il cessate il fuoco.Fervono, intanto, i preparativi del summit internazionale che, presieduto da Usa ed Egitto, si terrà a Sharm El Sheikh o martedì mattina o già domani sera: un vertice a cui prenderà personalmente parte anche Trump. Domani, dopo una breve visita in Israele (dove parlerà alla Knesset e incontrerà gli ostaggi liberati), il presidente americano proseguirà per l’Egitto, dove parteciperà alla cerimonia per la firma dell’intesa e al summit internazionale. Non a caso, ieri, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, per discutere dei dettagli di natura organizzativa. In particolare, i due hanno parlato dell’«eccellente coordinamento» che si sta registrando tra Washington e Il Cairo. Abdelatty ha dichiarato che «la risoluzione della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati porteranno alla stabilità, pace e sicurezza desiderate nella regione».In tutto questo, secondo Axios, il governo egiziano ha già invitato al summit i leader di vari Paesi, come Italia (ci sarà il premier Giorgia Meloni), Germania, Francia, Regno Unito, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Pakistan e Indonesia. Non sembra, almeno per ora, che siano stati invece invitati alti funzionari dell’Ue. Anche Euronews, ieri, ha citato soltanto leader europei nazionali. Va da sé che, se il mancato invito fosse confermato, Bruxelles dimostrerebbe, ancora una volta, la propria inconsistenza politico-diplomatica: un’inconsistenza già certificata dal fatto che l’Ue non abbia svolto alcun ruolo rilevante sia nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza sia nell’elaborazione del piano di pace proposto dalla Casa Bianca.Guarda caso, ieri Bruxelles ha cercato di rientrare in partita. «L’Ue è pronta a contribuire all’attuazione del piano globale per porre fine al conflitto di Gaza attraverso la varietà di strumenti a sua disposizione, sulla base del suo impegno di lunga data e del suo sostanziale sostegno alla pace nella regione», ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas. Una presa di posizione, la sua, che non sembra tuttavia capace di far sì che Bruxelles sia realmente in grado di acquisire peso sul dossier mediorientale. In tutto questo, l’Eliseo ha confermato ieri che Emmanuel Macron si recherà in Egitto domani per affrontare il tema del futuro di Gaza. Nell’occasione, secondo una nota ufficiale, il presidente francese «riaffermerà l’impegno della Francia e dei suoi partner a prepararsi per il “giorno dopo”, concentrandosi su sicurezza, governance e ricostruzione, al fine di consentire una stabilizzazione duratura della regione basata sulla soluzione dei due Stati». È evidente come il presidente francese stia cercando di recuperare un ruolo in Medio Oriente, dopo aver visto marginalizzate le sue effimere iniziative diplomatiche nell’area.Per ora, non è chiaro se domani incontrerà Trump. È tuttavia abbastanza palese come l’Eliseo non abbia giocato alcun ruolo rilevante nell’accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas e come la velleitaria fuga in avanti di Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina abbia danneggiato le relazioni di Parigi tanto con Washington quanto con Gerusalemme. Un quadro complessivo, questo, che compromette le possibilità di influenza che l’Eliseo sarà in grado di esercitare sul nuovo Medio Oriente in fase di costruzione. Frattanto è stato reso noto che Hamas non parteciperà alla cerimonia di firma dell’accordo: saranno presenti solo i mediatori israeliani e americani.