2025-06-26
Gay pride e propaganda arcobaleno patrocinati pure da sindaci di destra
Previsti anche incontri sul cambio di sesso. Silvia Salis apre un «ufficio per i diritti Lgbt».Il sindaco Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia anche quest’anno ha concesso il patrocinio al Rainbow pride fest 2025, quindi un’amministrazione di centrodestra conferma di considerare le carovane Lgbt alla stregua di un evento culturale. Il primo cittadino di Piombino sembra, o vuole, ignorare le linee del suo partito visto che sostiene la parata dell’orgoglio gay. Nel 2024 concesse un contributo di 2.000 euro, e per l’evento che si terrà dal 3 al 6 luglio nella frazione di Riotorto ha rinnovato l’appoggio. Il Comune, dunque, non prende le distanze da dibattiti, talk, mercatini, uno spazio bimbi, «drag show, aperitivi, animazione e incontri con attivistiə da tutta Italia», come annuncia la locandina. In programma c’è pure la presentazione del libro La rivoluzione non binaria con «l’autor* trans* Lou Ms.Femme», che «terminati gli studi universitari ha deciso di dedicarsi alla militanza pro-choice e all’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva comprensiva nelle scuole». E saranno letti brani di Un’Alice come un’altra, storia di un quattordicenne che sta per iniziare la transizione. Così da offrire una parvenza di normalità a bimbi e ragazzini al traino di famiglie arcobaleno. Già nel 2018 Fdi, assieme a Lega e a diverse associazioni, presentò un esposto a 12 Procure territoriali della Corte dei conti per contestare il danno erariale a oltre cento enti locali che avevano concesso il patrocinio alle iniziative di gay pride in tutta Italia. Non è solo un discutibile utilizzo di risorse pubbliche, sono i contenuti veicolati durante queste manifestazioni, dal gender fluid all’utero in affitto alla transizione di genere per i minori, che non corrispondono ai valori e agli impegni elettorali del centrodestra. Eppure, anche l’amministrazione comunale di Pistoia, guidata dal sindaco Alessandro Tomasi (Fdi), ha concesso il patrocinio al Toscana pride party organizzato lo scorso sabato nel parco cittadino di Montuliveto. Non sosteneva l’evento economicamente, ma faceva sapere che «promuove la libertà di manifestazione del pensiero mediante le tante iniziative, plurali, realizzate sul territorio da associazioni diverse». Anche se in contrasto con le idee dei cittadini che hanno eletto quel sindaco e quella giunta? Nessun timore, che simili voltafaccia possano provocare conseguenze spiacevoli alle regionali del prossimo autunno? «Mi auguro che il “pride” torni a chiedere il patrocinio al Comune di Genova perché, con me sindaca, ovviamente glielo daremo» prometteva a maggio l’allora candidata del Pd a sindaco, poi eletta, Silvia Salis. Aggiungeva: «Questa città deve tornare a parlare di diritti». Al Liguria pride del 14 giugno infatti era presente con la sua giunta e sta ultimando l’organizzazione di «un nuovo Ufficio per i diritti Lgbtqia+», di cui prima Genova non avvertiva l’esigenza. Ma chi fa parte della maggioranza di governo non prende le distanze? Anche Giovanni Francesco Fidone, esponente del centrodestra, dal 2023 sindaco del Comune di Acate in provincia di Ragusa, il 29 maggio ha deliberato la concessione del patrocinio gratuito al Ragusa pride 2025 del 28 e 29 giugno. «Siamo figli3 della tempesta», è lo slogan dell’evento. «Un richiamo all’origine resistente delle soggettività Lgbtqia+ […] La tempesta è la condizione condivisa da corpi segnati da violenze sistemiche: corpi trans ostacolati e medicalizzati, corpi queer marginalizzati, corpi migranti respinti». Promettono: «Il Ragusa Pride vuole essere non solo semplice rivendicazione, ma spazio politico che accoglie le utopie […] che immaginano nuove parole per nominare il futuro». Tutto questo piace al centrodestra?
Nel riquadro, Angelo Dellupi (IStock)
Un momento della manifestazione pro pal di Torino (Ansa)
Maria Elena Delia (Getty Images)