2025-03-21
Arriva una nuova Salis: prof pro centri sociali denunciata per scontri con le Forze dell’ordine
Nel riquadro, l'insegnante Gaia Righetto
La Lega solleva il caso di Gaia Righetto: online si vanta di bloccare gli sfratti. Miur verso una stretta sul codice etico degli insegnanti.Tutto si può dire, ma non che in Italia manchino i cattivi maestri, gli «anticonformisti» pronti a sfidare il sistema. I più fortunati passano direttamente dalla cattedra al Parlamento europeo, come nel caso di Ilaria Salis; altri, invece, si limitano a diffondere il verbo nelle nostre classi, alternando i banchi di scuola alla rivolta sociale. Come Gaia Righetto, portavoce del centro sociale Django di Treviso, che insegna come supplente alle scuole medie di un istituto comprensivo in provincia. Django è noto per diverse vicende, tra cui il caso di Andrea Berta, un componente del centro sociale passato agli onori delle cronache per aver sfrattato un signore che occupava casa sua, un appartamento in periferia, poi ritrovato morto in un garage. Il fatto aveva destato non poche polemiche, perché Django sul territorio si batte proprio in difesa degli occupanti abusivi. Sulla pagina Instagram della Tribuna di Treviso, per esempio, si possono apprezzare scontri con la polizia risalenti allo scorso aprile, quando Righetto e un gruppo di attivisti si sono opposti a uno sgombero. Altri scontri con le Forze dell’ordine sono riportati dalla stampa locale in occasione di una manifestazione contro Israele del gennaio 2024, a seguito della quale la nostra supplente ha rimediato una denuncia. La stessa si è anche beccata una condanna di primo grado per diffamazione verso Dimitri Coin, deputato della Lega e segretario provinciale, risalente al 2018. Un’altra condanna, sempre per diffamazione, è arrivata precedentemente per insulti rivolti contro Mauro Dal Zilio, allora primo cittadino. Inoltre, durante il Pride del 2022, si è resa protagonista di un sit in davanti al Duomo in cui, insieme con altre manifestanti, ha mostrato il seno. Per questo motivo, il sindaco di Treviso aveva valutato gli estremi per il danno di immagine. Gaia Righetto è una promotrice di occupazioni abusive a fini politici, come mostra un altro filmato sul sito della Tribuna di Treviso girato all’interno di un appartamento. I suoi profili social sono pubblici, dunque gli studenti possono potenzialmente visionare le sue gesta. «Per fortuna che c’è gente così, che si sbatte, prende permessi dal lavoro per bloccare sfratti. Poi c’è gente che fa l’ufficiale giudiziario, mestiere infame, lo sbirro che va a caccia di poveri», si legge sotto a una foto che ritrae una manifestazione contro gli sfratti. Meno comprensibili, almeno per dei giovani studenti, le righe sotto l’immagine di un maiale morto: «La postura marxista che accoglie l’intersezionalità, il transfemminismo, l’ecologia radicale deve andare oltre i limiti dell’umano. Ma ciò può accedere solo se chi storicamente è a fianco dei non umani non costruisce gerarchie tra le lotte e lo stesso vale per chi comincia ora a riflettere sulla distruzione delle gerarchie tra specie».«I ragionamenti da fare sono due», ha dichiarato alla Verità l’onorevole Rossano Sasso (Lega), commentando la vicenda: «Uno in punta di diritto e l’altro in punta di opportunità. Bisogna domandarsi se questa persona ha i requisiti per stare in cattedra, e comunico, in proposito, che ho segnalato tutto all’autorità competente, cioè agli uffici locali del ministero dell’Istruzione». «Una persona così», continua, «che ha e tollera metodi violenti nella lotta politica, che cosa dovrebbe insegnare a ragazzini di 13-14 anni? Qui si pone un interrogativo sulla normativa attuale, secondo cui in assenza di pene interdittive dai pubblici uffici anche un condannato in primo grado può stare in classe. Ma c’è anche il codice di comportamento dei dipendenti della pubblica amministrazione, laddove per condotta lesiva dell’immagine si può essere sospesi dal servizio. Mi metto nei panni dei genitori e degli studenti. Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti svolgano con dedizione e passione la propria professione, non credo sia un crimine avere delle idee, ma qui andiamo ben oltre». Di regolamento per i dipendenti pubblici si discute anche in merito a un altro caso riguardante una maestra di asilo (per altro cattolico) sempre nel trevigiano, scoperta dai genitori dei bambini avere un profilo su Onlyfans. Sulla donna è intervenuta anche la responsabile della scuola, chiedendole di eliminare il profilo, ma lei si è rifiutata affermando di non vergognarsi delle scelte fatte. La vicenda ha suscitato diverse polemiche, motivo per cui ora il ministero dell’Istruzione starebbe pensando di aggiornare il regolamento 2023 per i dipendenti pubblici inserendo una parte specifica che riguarda gli insegnanti. Tale regolamento già prevede alcune norme, menzionate dall’onorevole Sasso, come «evitare dichiarazioni, immagini o commenti che possano danneggiare il prestigio o l'immagine dell’amministrazione». Le amministrazioni, inoltre, possono dotarsi di una social media policy per «individuare, graduandole in base al livello gerarchico e di responsabilità del dipendente, le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni». L’intenzione del ministero, però, è di aggiungere una parte che specifichi le norme di condotta proprie degli insegnanti, visto il loro delicato ruolo, con particolare attenzione al comportamento da tenere sui social.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)