2024-03-15
Il piano Mattei nell’agenda del G7: «Sull’Ia strategia comune in Africa»
Il ministro Urso apre al Sud del mondo ed esclude la Cina: «Collaboriamo con chi condivide i nostri valori». Annunciati altri investimenti nella microelettronica. La Vestager rallenta ancora su Ita: «Serve tempo».Di Tobia De Stefano, inviato a Verona«Collaborare con la Cina per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale? Meglio farlo con chi condivide i nostri valori. Tecnologie così sfidanti potrebbero vedere l’uomo soccombere, per questo preferiamo elaborare strategie comuni con chi ha una visione antropocentrica». È una delle risposte che il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha dato ai cronisti alla fine di una giornata intensa di lavori per il G7 di industria, tecnologia e digitale che si è tenuto a Verona. Una novità: bisogna infatti risalire a sette anni fa per ricordare l’ultimo evento ad hoc dei Paesi più industrializzati al mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Uniti e Stati Uniti) dedicato alle discussioni sui temi sensibili della competitività. E la risposta sulla Cina è stata centrale perché traccia una linea di demarcazione rispetto alle strategie comuni dei Paesi occidentali. In buona sostanza, regole e paletti verranno fissati sul discrimine della centralità dell’essere umano rispetto alle elaborazioni della macchina. Con questo spirito l’Italia sta studiando un disegno di legge che regolamenti l’Ia e Giorgia Meloni ha annunciato investimenti da un miliardo (con l’appoggio di Cdp) per creare un campione italiano della stessa Ia. Diverso il discorso sull’Africa: il G7 ha, infatti, intenzione di creare una strategia comune con i Paesi del Sud del mondo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Urso ha parlato di un «hub» che sta muovendo i primi passi e che poi in futuro potrebbero portare alla creazione di siti in loco (in Nigeria e Ruanda comunque esistono già conoscenze importanti), investimenti e altro ancora. Da questo punto di vista potrebbe essere centrale, in chiave italiana, il piano Mattei. Nei tavoli di discussione si è parlato anche di industria spaziale, con lo sviluppo dei satelliti che aiuteranno sempre di più a prevenire le catastrofi che colpiscono il Continente nero e a mappare i territori per poi ridurre la desertificazione. L’altro corno di questo discorso - e infatti è stato un tema centrale della discussione anche con il commissario Ue all’Antitrust Margrethe Vestager - ha riguardato i semiconduttori. Il commissario ha parlato anche dei dossier Ilva («Stiamo studiando, ma il prestito era necessario, capiamo il governo») e Ita («Serve altro tempo e dipende da come risponderanno Ita e Lufthansa sulle rotte comuni»), ma nel bilaterale con Urso si è concentrata su un piano e un tavolo permanente sui chip e sullo sviluppo di alcune delle materie prime che sono centrali per l’Ia e le nuove tecnologie. «Tra le 80 multinazionali dei semiconduttori che sono state informate del nostro piano della microelettronica», ha ricordato il ministro, «ci sono anche imprese di Taiwan. La mia task force è stata anche lì, e oggi al G7 abbiamo invitato un attore asiatico che è altrettanto importante in questo campo come la Corea del Sud». Non a caso dai vertici è emersa la necessità di lavorare tutti insieme per incrementare gli investimenti produttivi in Europa. E l’Italia sta facendo la sua parte. Nelle scorse ore è stato annunciato l’investimento da 3,2 miliardi della società di Singapore Silicon Box per l’avvio di un impianto di produzione nel Nord del Paese. Una regione tra Lombardia, Piemonte e Veneto ospiterà il sito che dovrebbe creare 1.600 posti di lavoro. Un primo passo verso l’obiettivo Ue di riacquistare il 20% della capacità produttiva globale di semiconduttori entro il 2030. Urso ha annunciato che arriveranno a breve altri investimenti sulla microelettronica della stessa «grandezza», se non superiori, e ha lasciato una porticina aperta a Intel, che «ha rinunciato a investire in Italia solo per un cambio di strategia sui chip di ultima generazione». «Se ci ripensano», ha sottolineato, «noi siamo qui». Una delle novità più significative dell’appuntamento veronese è stato il B7 (il vertice delle imprese) guidato dall’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. La Marcegaglia ha consegnato al ministro del Made in Italy una «nota» sulle richieste e i suggerimenti del mondo imprenditoriali rispetto ai temi delle nuove tecnologie e dell’Ia: «Se adeguatamente sfruttata», è stato evidenziato, «l’Ia ha il potenziale per generare prosperità, aumentare l’inclusione sociale, migliorare l’assistenza sanitaria, supportare molteplici transizioni in corso ed espandere la portata delle tecnologie digitali a nuove applicazioni e settori». Nel corso del summit, comunque, Urso si è ritagliato spazi per diversi bilaterali. Degli incontri con la Vestager e i rappresentanti della Corea del Sud si è detto. Va anche ricordato che nel vertice con il vicepremier ucraino Yulia Svyrydenko è stata annunciata l’intenzione di approfondire i prossimi sviluppi del progetto della piattaforma logistica intermodale di Horonda, che mira a sostenere gli scambi commerciali da e verso Kiev. «L’obiettivo», si legge in un tweet dello stesso ministro Urso, «è quello di arrivare alla sottoscrizione di un protocollo di intesa (Mou) il prossimo 9 aprile a Trieste, nell’ambito di una riunione dei ministri dei Paesi del quadrante esteuropeo».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.