2024-07-20
La furia Lgbt colpisce pure i nonni
Il magistrato Pino Morandini augura ai nipoti di crescere «con una mamma e un papà». Un’ovvietà che per gli attivisti arcobaleno diventa «odio». E parte il linciaggio social.La «Festa dei nonni» è nata negli Stati Uniti nel 1978, sotto la presidenza di Jimmy Carter, su proposta di una casalinga dello Stato della Virginia, Marian McQuade, madre di 15 figli e nonna di 40 nipoti. In Italia, la legge n. 139/2005, ha fissato di celebrarla - quale momento per ricordare «l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale» - il 2 ottobre, data che nel Calendario della Chiesa cattolica corrisponde alla festa liturgica dei santi Angeli custodi. Nel 2023 Papa Francesco - sempre molto attento alle condizioni di emarginazione e di cattiva attenzione sociale per le persone più deboli, come spesso sono i nonni - ha deciso di ampliare il panorama della festa, istituendo per i cattolici la «Festa dei nonni e degli anziani, in occasione dell’ultima domenica di luglio, a ridosso della festa dei santi Gioacchino e Anna (26 luglio), genitori della Vergine Maria e, quindi, nonni di Gesù.La settimana scorsa, in previsione della vicina festa dei nonni, Pino Morandini - magistrato, assessore alle Politiche sociali del Trentino Alto Adige negli anni Novanta, e autore di numerose leggi a favore della famiglia, con un’attenzione particolare a quelle numerose - ha scritto su Facebook, in quanto nonno, il seguente post: «Cari nipoti, avete diritto a una mamma e a un papà, e a sapere di chi siete figli. E a essere educati alla verità, la sola che vi farà uomini e donne veramente liberi». Un’affermazione molto semplice, che non esprime nulla di eccezionale, confermando da una parte i diritti del fanciullo (Società delle nazioni, Ginevra, 1924; Onu, Convenzione sui diritti dell’infanzia, novembre 1989), e dall’altra esprimendo l’augurio che possano crescere liberi da ogni ideologia che mistifica la verità. Come non essere d’accordo? Come trovarvi qualcos’altro che non sia un afflato di enorme rispetto dei bambini, figli e nipoti? Purtroppo, in clima di «dittatura» del politicamente corretto, è proprio accaduto il contrario. Su Facebook sono comparse decine di post con toni di denuncia del «clima d’odio» che quell’affermazione evocherebbe nei confronti delle famiglie omogenitoriali, con l’aggiunta di apodittiche dichiarazioni che il bambino ha bisogno solo di amore e non di una mamma e un papà. Fino al post di una sedicente psicologa, che - se così fosse - di competenza psicologica dimostra di averne molto poca, che chiosa: «Sparatevi!». Dunque, sostenere che la presenza della mamma e del papà costituisce l’ambiente migliore per lo sviluppo armonico della personalità di ogni bambino è «discorso d’odio»; apostrofare con «Sparatevi!» chi dissente dalle tue convinzioni è un nobile esercizio di libertà di pensiero. Fino a prova contraria, la totalità degli studi sull’età dello sviluppo - in particolare da 0 a 3 anni - a partire da Sigmund Freud, e oggi i più recenti studi neurobiologici acquisiti con le neuroscienze, hanno confermato e confermano che «il meglio» per il bimbo è che si compia, correttamente e totalmente, quel processo di «strutturazione» della personalità, identificativo e diversificativo, che è reso possibile dal confronto costante del bimbo con il genitore dello stesso sesso e con quello di sesso differente. L’assenza di una delle due figure, o l’uguaglianza delle stesse, non è «il migliore interesse» nei confronti del bimbo. L’amore è certamente molto importante, ma non lo sono meno - sempre trattandosi del «migliore interesse» del bimbo - la presenza delle due figure genitoriali. A tal proposito, varrà la pena ricordare che ha un ben diverso peso etico e civile la condizione determinata dalla morte o dall’allontanamento di un genitore - cui si farà di tutto per rimediare, anche attraverso l’adozione - dalla scelta precostituita di far nascere un bimbo senza la «sua» mamma e il «suo» papà. Questa è la vera discriminazione, tanto più intollerabile perché coinvolge un innocente, che va riconosciuta e condannata. Il semplice «buon senso» ci dice che tutto ciò è palesemente vero e solo l’infondatezza ideologica può negarlo. Se siamo diventati così drammaticamente sordi alla legge naturale, almeno sforziamoci di ritornare al «buon senso».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco