2022-09-20
All’addio a Elisabetta spunta lady Zelensky. L’America finisce nelle ultime panche
Joe Biden alle esequie di Elisabetta II (Getty Images)
Biden non viaggia con gli altri leader: all’arrivo lo sistemano in quattordicesima fila. Russi e bielorussi a casa, c’è l’Arabia. Al dodicesimo giorno di lutto per la morte della regina Elisabetta II, Londra è diventata il centro del mondo per il suo funerale. Un milione di persone si sono sparpagliate lungo le strade della capitale e vicino ai maxischermi allestiti in piazze e parchi; 500 tra teste coronate e capi di stato si sono raccolti nell’Abbazia di Westminster; 4 miliardi di spettatori hanno seguito in diretta della cerimonia. Le esequie ufficiali iniziate alle 12, ora italiana, ma anche il trasporto del feretro da Westminster Hall fino alla basilica e poi da lì fino al Wellington Arch, prima del trasferimento su un carro funebre diretto a Windsor. Qualcuno si è accampato per oltre 12 ore lungo le strade pur di veder passare la bara della Sovrana seguita dai suoi familiari: il nuovo re Carlo III, i figli della regina, Anna, Andrea ed Edoardo, poi il principe William e suo fratello Harry. E per assistere a una coreografia che ha coinvolto 3.000 militari di corpi diversi. Tra il primo corteo verso l’abbazia, la cerimonia, il secondo corteo di 45 minuti verso Hyde Park e il congedo dal carro funebre, Londra è stata congelata in un tempo sospeso di silenzio e devozione per circa quattro ore. Che non sono pesate ai sudditi, commossi e silenziosi, tranne quando si trattava di cantare gli inni o tributare un applauso. Una volta a Windsor, intorno al feretro c’è stata una nuova preghiera e poi la sepoltura, accanto all’amato consorte Filippo.Il funerale più imponente della storia, su cui hanno vegliato oltre 10.000 agenti in servizio. Qualcuno l’ha definita la più grande operazione di sicurezza e prevenzione mai intrapresa dalla polizia metropolitana e in fondo non è difficile crederci. Perché per rendere omaggio alla regina Elisabetta II sono convenuti a Londra più capi di stato che in qualunque altra occasione. Presidenti, re, principi, imperatori, che sono stati invitati assecondando criteri del protocollo ma anche equilibri di geopolitica, che sono un segno dei tempi. Un esempio? La first lady ucraina Olena Zelenska ha partecipato alle esequie, mentre il presidente russo Vladimir Putin no, poiché non è stato invitato. Un segno evidente della posizione che Londra ha assunto nei confronti di Mosca. Nella lista dei circa 500 capi di stato e dignitari convocati per la cerimonia non rientravano nemmeno i governanti di Bielorussia, Myanmar e Siria. Il principe Mohammed Bin Salman, invece, era stato invitato in rappresentanza dell’Arabia Saudita, ma poi ha deciso di non andare a Londra, dove invece sono arrivati i sultani Hassanal del Brunei e Haitham dell’Oman. Anche il re di Giordania ha voluto presenziare e nell’abbazia hanno trovato posto il presidente turco Recep Erdogan, quello palestinese Mohammad Shtayyeh e l’israeliano Isaac Herzog. Dall’Oriente sono giunti l’imperatore del Giappone Naruhito e l’imperatrice Masako, insieme al presidente dello Sri Lanka. La Cina è stata invitata, non senza polemiche, ma anziché il presidente Xi Jingping ha partecipato il suo vice, Wang Qishan. Il presidente Sergio Mattarella ha presenziato con la figlia, mentre la Santa Sede ha inviato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, che ha rappresentato il Papa, per il quale forse un impegno di questa portata avrebbe potuto risultare troppo faticoso. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e sua moglie Jill hanno ovviamente voluto esserci, ma la loro richiesta di arrivare su un’auto privata anziché con l’autobus previsto per dignitari e ospiti di sangue blu è costata cara. L’auto è rimasta bloccata nel traffico, quindi l’esponente della massima potenza occidentale è arrivato tardi ed è stato fatto aspettare, per essere poi collocato quattordici file indietro nel transetto sud dell’abbazia, dietro il presidente della Polonia, Andrzej Duda, e davanti a Petr Fiala, il primo ministro della Repubblica Ceca. Decisamente migliore la posizione assegnata al francese Emmanuel Macron e a sua moglie, ma anche quella proposta al canadese Justin Trudeau. Tra i governanti europei figuravano il presidente tedesco Frank-Walter Steinmei, l’austriaco Alexander Van Der Bellen, il finlandese Sauli Niinisto, mentre dalla Lituania è arrivato Gitanas Nauseda, dalla Lettonia Egils Levits e dall’Ungheria Katalin Novak. Ovviamente anche i paesi del Commonwealth hanno voluto portare rispetto alla loro regina, con il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinta Arden e l’australiano Antony Albanese. Alle esequie hanno presenziato teste coronate di tutta Europa, legate da legami di amicizia e spesso anche parentela con i Windsor. I reali di Spagna Felipe e Letizia (ma anche il padre Juan Carlos) non sono voluti mancare, come il principe Alberto e la principessa Charlene di Monaco. Tra i presenti il re Guglielmo Alessandro e la regina Maxima dei Paesi Bassi, il re Filippo e la regina Matilde del Belgio, Carlo XVI Gustavo di Svezia, il re Harald V di Norvegia, la regina Margrethe di Danimarca con il figlio Frederik. Eleganti e mesti erano il granduca Henri, la granduchessa Maria Teresa di Lussemburgo e il granduca ereditario Enrico, il principe ereditario Alois del Liechtenstein e sua moglie, la principessa ereditaria di Grecia e il principe Pavlos, oltre al principe Emanuele Filiberto di Savoia e al principe ereditario Alessandro di Serbia. Tante teste coronate, anche se per il pubblico l’unica a contare davvero ieri era quella di Elisabetta II. Persino suo figlio, presto sul trono, appariva solo come un orfano, incline a commuoversi.