2022-05-03
Il «Führer ebreo» indigna Israele. Convocato l’ambasciatore russo
Yair Lapid (Getty Images)
Il ministro Yair Lapid: «Il nostro popolo non si suicidò». Naftali Bennett: «Basta parlare di Shoah».Un diplomatico che apre un incidente diplomatico è un bel paradosso, ma è quello che ha scatenato la clamorosa intervista del ministro degli Esteri russo a Rete 4. Sergej Lavrov ha acceso la miccia mediatica quando ha spiegato che cosa intendesse Vladimir Putin con l’obiettivo di «denazificare» l’Ucraina. Lavrov ha puntato il dito contro l’esercito di Kiev e il battaglione Azov. Le infiltrazioni neonaziste nei combattenti del Donbass sono note anche se la macchina mediatica occidentale non ne parla più. «Gente che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf», ha sottolineato il ministro russo, il quale ha poi aggiunto che lo stesso presidente Volodymyr Zelensky è portatore di idee antisemite e naziste, benché ebreo. Neppure le origini di Zelensky sono un mistero per nessuno. Ma per consolidare il ragionamento, Lavrov ha fatto un esempio tentando di dimostrare che un ebreo antisemita non rappresenterebbe una novità storica: «Se non ricordo male, anche Hitler aveva origini semite», ha specificato, probabilmente rifacendosi a una teoria complottistica alimentata già quando il Führer era in vita. «Da qualche tempo abbiamo sentito dal saggio popolo ebraico che i più grandi antisemiti erano ebrei», ha concluso Lavrov.La reazione più dura è arrivata da Israele. Il ministro degli Esteri ha convocato l’ambasciatore russo per «chiarimenti» dopo le dichiarazioni di Lavrov, parole giudicate «imperdonabili e oltraggiose» oltre che «un terribile errore storico». «Gli ebrei non si sono uccisi da soli nella Shoah», ha aggiunto il ministro Yair Lapid. «Il più basso livello del razzismo contro gli ebrei è accusare gli ebrei stessi di antisemitismo». Anche il premier Naftali Bennett ha definito «gravi» le affermazioni di Lavrov e ha chiesto che «si smetta immediatamente di ricorrere alla Shoah del popolo ebraico come strumento per polemiche politiche. Come ho già detto in passato, nessuna guerra dei nostri giorni è la Shoah ed è paragonabile a essa. Le parole del ministro non sono verità e il loro obiettivo non è valido». Proteste anche da Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem, il Museo della memoria di Gerusalemme. Le proteste di Israele sono state condivise dal governo ucraino. Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha ritorto contro Lavrov l’accusa di antisemitismo: «Le accuse agli ebrei della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto sono la prova che la Russia è un successore dell’ideologia nazista. Cercando di riscrivere la storia, Mosca sta semplicemente cercando argomenti per giustificare gli omicidi di massa degli ucraini. Lavrov non è riuscito a nascondere l’antisemitismo profondamente radicato nelle élite russe» e dimostra che «oggi la Russia è piena di odio verso altre nazioni». Al coro delle condanne si è unita anche la comunità ebraica di Roma. «Le affermazioni di Lavrov sono deliranti e pericolose», ha affermato in una nota la presidente Ruth Dureghello. «Riscrivono la storia sul modello dei Protocolli dei Savi di Sion, il fondamento della letteratura antisemita moderna creato nella Russia zarista. La cosa più grave è che siano avvenute in una televisione italiana, senza contraddittorio, e senza che neanche l’intervistatore opponesse la verità storica alle menzogne che erano state pronunciate. Questo non è accettabile e non può passare sotto silenzio». Va ricordato che anche Zelensky incappò in una pesante gaffe diplomatica quando, lo scorso marzo, si recò in visita alla Knesset, il Parlamento israeliano. In quella occasione, il presidente ucraino disse che i russi stavano usando contro l’Ucraina termini come la «soluzione finale», gli stessi usati 80 anni fa dai nazisti. La Russia «vuole distruggere tutto ciò che rende ucraini gli ucraini: ecco perché uso il confronto con la vostra storia». Israele respinse con durezza il paragone «negazionista» con l’Olocausto, un «genocidio commesso anche sul suolo ucraino». Ma l’assistenza umanitaria fornita all’Ucraina non fu sospesa.