2020-10-23
Frasi tagliate, omissioni e ambiguità. Che cosa ha detto davvero Francesco
Evgeny Afineevsky (Daniele Venturelli/Getty Images)
Nel docufilm Francesco che ha destato scandalo in tutto il mondo il regista russo Evgeny Afineevsky ha manipolato un'intervista del Papa del 2019 per farlo apparire favorevole alle unioni omosex. Ma il suo pensiero rimane poco chiaro e i vescovi protestano.Le parole pronunciate dal Papa nel docufilm Francesco del regista russo Evgeny Afineevsky, presentato mercoledì in anteprima mondiale al Festival del cinema di Roma, nella sezione Eventi Speciali, hanno fatto il giro del mondo. Il titolo di apertura di Metro, il quotidiano cartaceo più diffuso del Regno Unito, rende l'idea di quanto è stato percepito delle dichiarazioni del Papa nel docufilm di Afineevsky: «Il Papa benedice le unioni omosessuali». La forzatura in questo caso è evidente, ma non si può negare che la confusione in alcune parole di Francesco possa aver esaltato il titolista.La prima cosa da notare è perfino ovvia, cioè che trattandosi di docufilm pesano le scelte del regista su cosa far vedere e come tagliare scene e dichiarazioni. Francesco è certamente un pontefice aperto e che vuole accogliere tutti, senza troppe «dogane», ma farne una caricatura da fans del mondo Lgbt significa andare oltre. Comunque, nelle frasi a lui attribuite nel film quelle riferite alle «persone omosessuali» che «non devono essere emarginate» ovviamente sono in continuità con quanto la Chiesa ha sempre indicato, basta leggere il catechismo. Quanto al consiglio che Francesco avrebbe espresso a una coppia omosessuale italiana, con tre figli nati tramite maternità surrogata in Canada, di portare i bambini in parrocchia al di là degli eventuali giudizi, non può significare in nessun modo che il Papa approvi quella pratica. Anche in questo caso basta leggere quello che lo stesso Francesco ha detto e scritto più volte sull'utero in affitto.La frase oggettivamente problematica pronunciata dal pontefice nel film è questa: «Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo». È problematica per una semplice ragione, sembra arrivare a conclusioni opposte a quelle espresse con una nota della Congregazione per la dottrina della fede del 2003, approvata formalmente da Giovanni Paolo II. «La Chiesa insegna», si legge nel documento firmato cardinale Joseph Raztinger, «che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali».Peraltro, c'è un piccolo giallo. Sembra che quella frase problematica sia stata pronunciata in un'intervista che Francesco ha rilasciato nel 2019 alla vaticanista messicana Valentina Alzaraki. In effetti, il contesto e la scenografia sono gli stessi, come si può facilmente verificare dal video della televisione messicana ancora on line. Ma quella frase nell'intervista della Alzaraki non c'è, sembra in effetti che ci sia un taglio mentre il papa parla delle persone omosessuali che «hanno diritto a una famiglia…». Se le cose stanno in questo modo è lecito domandarsi perché quella frase allora fu tagliata e per volontà di chi, inoltre viene spontaneo chiedersi chi ha messo in mano al regista russo questo materiale d'archivio e perché. Il dicastero della comunicazioni vaticane forse dovrebbe dare qualche chiarimento. La Verità ha contattato la Alzaraki per chiedere notizie in merito, ma al momento in cui scriviamo non ci è stata data alcuna risposta. Un altro dettaglio curioso: nell'intervista concessa alla giornalista messicana il Papa aveva puntualizzato che se le persone omosessuali hanno diritto di stare in una famiglia «questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali, tutt'altro», ebbene il regista Afineevsky ha deciso di non presentare questo passaggio nel suo montaggio. Al di là del contesto da chiarire, il problema di quella frase resta. «La dichiarazione del Papa», ha scritto in una nota il vescovo di Providence Thomas Tobin, «contraddice chiaramente quello che è stato l'insegnamento di sempre della Chiesa». Non quello sugli atti omosessuali o sulle unioni dello stesso sesso, perché basta leggere quanto ha scritto lo stesso Francesco nell'esortazione apostolica Amoris laetitia, ma quello riferito al fatto che per un cattolico non è possibile sostenere il riconoscimento legale delle unioni fra persone dello stesso sesso. Tra l'altro il documento della dottrina della fede approvato da Giovanni Paolo II è formalmente magistero ordinario pontificio, mentre la chiacchierata del Papa con un giornalista o le dichiarazioni in un docufilm in tal senso non hanno alcun valore. Ma è pur vero che Francesco sembra essere davvero convinto che una tutela giuridica vada garantita a queste coppie, nel libro a quattro mani pubblicato con il sociologo francese Dominique Walton, Dio è un poeta (2017), il papa parlando di matrimonio e unioni gay ha detto che il matrimonio «da sempre, in tutta l'umanità e non solo nella chiesa, è stato tra un uomo e una donna. Non puoi cambiarlo. È la natura delle cose. Quindi, chiamiamole “unioni civili"».