2025-03-29
La Francia si inventa i bond per le armi: risparmi fermi 5 anni e rendimenti incerti
Il governo annuncia nuovi prodotti per le aziende della Difesa sottoscritti dai piccoli investitori. Poi toccherà ai fondi pensione.«La patria ha bisogno di voi», così, era il 5 marzo, il presidente Emmanuel Macron si rivolgeva ai francesi in un discorso in diretta televisiva dall’Eliseo. In molti avevano interpretato quell’appello come un invito alle armi, un invito, soprattutto ai più giovani, a indossare le mimetiche e a dichiararsi pronti a scendere in guerra contro l’avanzata dell’Armata russa. Solo i più scaltri avevano intuito che l’ex banchiere si stava rivolgendo al portafoglio dei suoi connazionali. Il concetto è stato esplicitato da lì a qualche giorno dal braccio finanziario di Macron, il ministro delle Finanze Éric Lombard. Anche Lombard è uomo di banche, finanza e istituzioni. Ha lavorato in Bnp Paribas Assurance, quindi è stato direttore generale di Generali Francia e dal 2017 al 2024 ha avuto un ruolo centrale in Caisse des Dépôts et Consignations (Cdc), una sorta di braccio finanziario dello Stato. Lombard è considerato un progressista, un socialista che presta grande attenzione alla giustizia sociale. Viene da chiedersi a quale bizzarra forma di welfare abbia pensato quando ha annunciato che la banca pubblica Bpifrance (la Cassa Depositi e Prestiti d’oltralpe) è pronta a creare un nuovo fondo da 450 milioni per finanziare le aziende del settore della difesa «su base volontaria». Questo fondo sarà sottoscritto soprattutto dai piccoli risparmiatori, la taglia minima è 500 euro, e il denaro investito non potrà essere mosso per almeno cinque anni. Piccolo particolare: non si conosce ancora il rendimento, ma in compenso si sa che non ci saranno garanzie e che queste obbligazioni dovrebbero partire nella seconda parte del 2025. E serviranno, parola del direttore generale di Bpifrance, Nicolas Dufourcq, a rafforzare le aziende della difesa transalpine. «Il fondo», ha sottolineato il ministro dell’Economia, «è destinato a sostenere la base industriale e tecnologica della difesa francese, che comprende diversi grandi gruppi come Dassault Aviation, Safran, Thales e Airbus, oltre a più di 4.500 piccole e medie imprese».Riepiloghiamo. La Francia ha deciso che la Russia è pronta ad attaccare l’Europa. Il presidente Macron ne è straconvinto al punto da ergersi ad alfiere di un immaginifico esercito europeo. Così spinge per aumentare la sua forza militare. Ha chiesto quindi ai francesi di mettere mano al portafogli, di ricorrere ai loro risparmi («il prodotto sarà destinato ai francesi che hanno qualche risparmio», ha evidenziato Lombard), puntando non meno di 500 euro (il tetto massimo dovrebbe essere di poche migliaia di euro) per almeno 5 anni in dei bond, evidentemente, rispetto ai quali non è dato sapere il rendimento. Neanche un range più o meno appetibile. È finita? Nient’affatto. Perché se stiamo alle parole di guerra del governo francese mezzo miliardo è un po’ pochino. A spanne alla grandeur bellica francese servono non meno 5 miliardi. E infatti il ministro socialista ha fatto capire che questo potrebbe essere solo il primo passo. Le preoccupazioni di Lombard non sono rivolte tanto ai colossi delle armi che hanno spalle larghe e non faranno troppa fatica a trovare nuovi fondi e ad aumentare i finanziamenti, quanto alla platea delle circa 4.500 piccole e medie imprese che ruotano intorno all’industria bellica e hanno bisogno di prestiti per crescere. E allora? Ci sono altre iniziative ancora in fase embrionale che però potrebbero prendere piede a breve. Così il ministro ha aperto alla possibilità che in futuro anche le assicurazioni sulla vita e i risparmi pensionistici possano essere mobilitati per questo obiettivo. Niente paura, rassicura, «sarà una decisione dei clienti, dei francesi e delle francesi, che potranno sottoscrivere o meno questi prodotti. Ma se non lo desiderano, ci sono tutti gli altri prodotti finanziari che, ovviamente, continueranno a essere distribuiti». Come sono liberali questi francesi. E pensare che di recente le banche transalpine hanno confermato il loro sostegno all’industria francese della difesa. Conti alla mano, tra prestiti, garanzie e altre forme di finanziamento, i principali istituti d’oltralpe, da Bnp Paribas fino ad arrivare a Crédit Agricole, Société Générale e Crédit Mutuel sostengono il settore della difesa con poco meno di 40 miliardi di euro. Cifra che è cresciuta a dismisura dopo l’inizio della guerra in Ucraina e che le big del credito si sono già dette disponibili ad aumentare in futuro.Ma al governo Macron non basta. Per soddisfare l’infinita sete di grandeur di Monsieur le Président servono anche i risparmi dei cittadini.
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