2020-01-01
La Formula E è diventata mondiale: 200 milioni di ricavi e audience su del 24%
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La crescita del campionato che vede gareggiare monoposto con motore elettrico è un passo avanti rispetto al mercato delle vetture comuni e così attrae colossi come Mercedes e Porsche. Dalla prossima stagione la serie automobilistica sarà iridata come la Formula Uno.Se è vero che il mercato delle auto elettriche è in costante crescita (nei primi 8 mesi del 2019 è stato immatricolato il 109% in più di vetture rispetto all'anno precedente e a settembre 2019 in Italia sono state vendute 1.253 unità, quasi un terzo in più rispetto alle 488 vendute nello stesso mese del 2018), è altrettanto vero che agli appassionati di motori e di sport interessa sempre più il campionato che vede gareggiare esclusivamente monoposto dotate di motori a spinta elettrica, la Formula E. Campionato che, giunto alla sua sesta stagione cominciata lo scorso 22 novembre con l'ePrix dell'Arabia Saudita, ha da poco ottenuto il riconoscimento da parte della Fia (Federazione internazionale dell'automobile) a diventare a tutti gli effetti un campionato mondiale a partire dalla stagione 2020/2021, venendo di fatto parificato alla più prestigiosa Formula 1, ma anche al campionato del mondo endurance, a quello delle auto da rally e al rallycross.La decisione adottata dall'organo mondiale di governance tecnico e sportivo del motorsport arriva a conclusione della quinta stagione della Formula E. L'edizione 2018/2019, infatti, ha fatto registrare numeri da record con oltre 200 milioni di euro di ricavi, il 50% in più rispetto all'annata precedente, una crescita degli ascolti televisivi su base annua del 24%, 449% in più di interazioni sui social e un utile al lordo di interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni pari a circa un milione di euro grazie alle sponsorizzazioni, anch'esse aumentate del 25%. Dati entusiasmanti se si considera che il circus della Formula E, che aveva chiuso la sua stagione di debutto, la 2014/2015, con perdite per 26,4 milioni di euro, ha rimesso tutto a posto in appena cinque anni. Tanto che nell'ottobre del 2018 il presidente Alejandro Agag ammise che la Formula E aveva seriamente rischiato il collasso: «Avevamo necessità di ingrandirci, perché se avessimo fatto qualcosa di piccolo avremmo fallito. Così abbiamo deciso di puntare sulle grandi città, una vetrina importante e un broadcasting di rilievo, per cui è stato necessario l'utilizzo di parecchio capitale. A un certo punto dovevo ai fornitori 25 milioni di dollari e in banca ne avevo solo 100.000. Eravamo al limite, poi per fortuna sono arrivate Liberty e Discovery ed è stato un successo». Liberty global, il più grande fornitore di servizi internet a banda larga al di fuori dagli Stati Uniti, e Discovery communications, azienda americana dedicata allo sviluppo e alla gestione di canali televisivi tematici, sono i principali azionisti della Formula E.Il successo della Formula E ha convinto anche due colossi dell'automobilismo, come Mercedes-Benz e Porsche. Le due case tedesche hanno infatti deciso di fare il loro ingresso nel motorsport dell'elettrico a partire dalla stagione appena cominciata. La stessa Mercedes, che correrà con la denominazione Mercedes-Benz EQ, ha comunicato che chi si recherà in un concessionario per acquistare una vettura elettrica troverà lo stesso marchio. Un messaggio che sta a significare quanto si voglia spingere su questo mercato e sul messaggio di cui la Formula E si è fatta sponsor, ovvero di uno sviluppo di una mobilità dell'automobile sostenibile e contro l'inquinamento. Motivo per cui fin dall'inizio si è puntato forte su circuiti allestiti all'interno dei centri urbani delle più grandi metropoli del mondo: New York, Londra, Parigi, Berlino, Roma, Città del Messico e la new entry Seul.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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