2020-01-11
Follie femministe: botte a chi sta seduto male
A essere pericolosi sui mezzi pubblici non sarebbero i molestatori, ma i maschi «fallocrati» che tengono le gambe troppo larghe. Si chiama «manspreading» e in Russia un'attivista ha iniziato a girare in metropolitana colpendo gli uomini con la candeggina.Si chiama manspreading ed è la nuova accusa al maschio occidentale, colpevole di sedersi apposta a gambe larghe, sui mezzi pubblici, per rubare spazio alle donne. La versione femminista sostiene che le donne sarebbero state costrette fin da bambine a sedere a gambe chiuse o accavallate perché degne di meno spazio nella società maschilista. La quale avrebbe quindi trasmesso ai maschietti l'idea di una supremazia anche spaziale sulla femmina: da qui, la seduta maschile espansa. La parola manspreading è composta da man, «uomo», e spreading, gerundio del verbo inglese to spread che significa «espandere». Letteralmente manspreading vuol dire «uomo che si allarga», e il sottinteso è «senza misura e a scapito delle donne, col placet dell'orrida società nazi-fascio-patriarcale basata sul suprematismo del maschio bianco». Ovviamente, il fatto che ci siano stranieri che malmenano controllori, non pagano il biglietto o molestano le donne sui mezzi pubblici passa del tutto in secondo piano: il vero pericolo è l'uomo occidentale a gambe larghe. Perfino l'Oxford Dictionary, due anni fa, ha recapito il manspreading, riconoscendo come reale e descrivendolo come «la pratica per cui un uomo, in particolare in viaggio sui mezzi del trasporto pubblico, adotta una posizione seduta con le gambe divaricate, in modo da invadere uno o due posti adiacenti». Anche se il fantomatico «uomo che si allarga», per «occupare due posti adiacenti» dovrebbe essere Michael Baryshnikov aperto a spaccata... Evidentemente, i suprematisti territoriali sono tutti ballerini classici, anche. Nonostante l'oggettiva indimostrabilità della teoria sull'allargamento maschile, il sanzionamento del manspreading avanza. In Spagna - dopo una campagna social e una petizione on line assai chiassose - il collettivo Mujeres en lucha y madres estresadas («Donne in lotta e madri stressate») ha ottenuto che il servizio di trasporti madrileno Emt accessoriasse i bus di cartelli raffiguranti un uomo seduto con le gambe piegate e spalancate. Accanto, una grande X rossa a intimare il divieto di allargamento. Madrid non sarà l'ultimo luogo di palesamento di cartellonistica antimanspreading, né è il primo. La stigmatizzazione dell'ingombrante seduta maschile è già realtà nel Regno Unito, a New York, ma anche fuori d'Occidente, ad esempio in Giappone. E dove non sono ancora previste sanzioni, si provvede a educare gli uomini affinché stiano composti. In Russia, la reginetta di bellezza (è stata miss Federation 2017 e miss Dubai 2018) nonché attivista femminista Anna Dovgalyuk è diventata nota per video e foto da giustiziera antimanspreading. La bionda ha condiviso sul suo profilo Instagram riprese - poi rimosse - in cui si aggira in metropolitana alla caccia di uomini seduti con le gambe aperte per rovesciare loro, proprio in corrispondenza dell'organo riproduttivo, un mix a base di candeggina che lei stessa ha definito «trenta volte più concentrata di quella usata dalle massaie quando fanno il bucato». L'accostamento non è casuale. La femminista «vendica» così le casalinghe schiavizzate dalla società fallocratica trasformando gli strumenti per la pulizia della casa in un'arma contro il padrone. Tutte queste deliranti teorizzazioni si basano sull'idea che l'uomo sieda a gambe larghe per innato maschilismo, invadendo in questo modo il «territorio femminile». Il fatto, però, è che lo spalancamento non è un'esclusiva maschile. Molti uomini, nel tentativo di uscire dall'immeritata gogna di genere, stanno usando i social network per denunciare il «womanspreading» e dimostrare - foto dopo foto di donne sedute a gambe spalancate - che, al limite, dietro la seduta espansa ci sia la maleducazione. Oppure, che si tratti di semplice distrazione di cui tutti possono saltuariamente rendersi colpevoli: uomini, donne, gay, lesbiche eccetera. Nel caso dei maschi, va anche detto che possiedono un impedimento fisico alla seduta a gambe serratissime per lungo tempo. Pretendere che comprimano oltremodo le parti intime, come se non le avessero, sarebbe un po' come legiferare che le donne debbano fasciare il petto per appiattirlo onde evitare che il suo volume invada lo spazio altrui. Ma questi dettagli sembrano non importare alle battagliere attiviste dei nostri giorni. Una designer che si definisce impegnata nell'artigianato critico (nientemeno), tale Laila Laurel, di recente ha addirittura realizzato «l'antimanspreading chair». Il modello «per lui» consiste in una sedia con piano della seduta a trapezio isoscele (base larga, punta stretta) che costringe il maschio a serrare le gambe. Il modello «per lei» prevede una seduta ben più larga all'altezza delle ginocchia, in modo da permettere alla donna di «espandere» tranquillamente le gambe. Secondo la Laurel, che con questo accrocco sessista ha perfino vinto dei premi di design, sarebbe così ristabilita l'uguaglianza di genere. A dirla tutta, uguaglianza sarebbe potersi sedere allo stesso modo, mentre la sedia «antimanspreading» stabilisce la liceità della pubblica vessazione maschile: una vendetta matriarcale contro il patriarcato (immaginario, per giunta). In un test on line rivolto alle donne, «Dimmi come ti siedi» e ti dirò chi sei, apparso sul sito Internet www.green.me, si legge che la posizione a gambe larghe indica «una donna onesta e trasparente, che ama il comfort e non si fa troppi problemi». Ma se la stessa posizione l'assume un uomo, diventa un bastardo prevaricatore da rieducare a sprangate. Alla faccia della parità.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)