2021-04-23
Follia: l’autore è accusato di molestie. Ritirata la biografia di Philip Roth
Nel libro di Blake Bailey, la grande penna americana è descritta come un misogino e «maniaco del sesso». Il volume è già definito un capolavoro, ma rischia la censura per le presunte intemperanze dell'ex insegnanteIl biografo dello scrittore molestatore sarebbe a sua volta un molestatore. Lascia esterrefatti l'esito sorprendente delle polemiche che da settimane stanno accompagnando l'uscita di Philip Roth: The Biography, il libro di Blake Bailey che svela i lati nascosti della personalità dell'autore di Pastorale americana, descritto come un «maniaco del sesso» e un misogino. Ebbene, proprio nel bel mezzo delle discussioni su Roth, finito nel tritacarne della nuova sensibilità politica imposta dal MeToo, ecco un nuovo scandalo che stavolta travolge lo stesso Bailey, accusato di essere un molestatore e un manipolatore. Neanche il tempo di metabolizzare la controversia ed ecco che la casa editrice della biografia, la W. W. Norton, ha già bloccato le consegne e la promozione del libro. Anche la sua agenzia, The Story Factory, ha smesso di rappresentarlo sulla scia delle polemiche. Alcune delle accuse risalgono agli anni Novanta, ma una è più recente. Secondo quanto raccontato da Valentina Rice, dirigente editoriale, nel 2015 Bailey l'avrebbe aggredita nella casa di Dwight Garner, critico letterario del New York Times. I due si erano fermati per la notte a casa dell'uomo e Bailey sarebbe entrato nella stanza della donna e l'avrebbe violentata. Lo scrittore viene chiamato in causa anche per fatti più lontani nel tempo e dai contorni decisamente più sfumati. Tre sue ex studentesse, infatti, lo accusano di aver approfittato della fiducia stabilita sui banchi di scuola per avviare avventure sessuali molto più in là negli anni. Una di loro lo ha accusato di stupro. Bailey era un insegnante alla Lusher middle school di New Orleans negli anni Novanta e, secondo le accuse, avrebbe creato in classe un'atmosfera intima e licenziosa, approfittando del suo stile carismatico, al fine di «coltivare» per tempo le sue future prede. In particolare Eve Peyton, ora dipendente in una azienda di comunicazione di New Orleans, ha raccontato che nel 2003 si sarebbe rivista con il suo ex prof per bere qualcosa. Poi, nel prosieguo della serata, lui le sarebbe saltato addosso per baciarla e obbligarla ad avere rapporti orali. Esisterebbe anche una mail dello stesso Bailey in cui lo scrittore chiede scusa alla Peyton per il suo comportamento. Bailey ha risposto sostenendo «di non avere mai avuto rapporti non consensuali di nessun tipo, mai e con nessuno». Il suo avvocato ha precisato: «Il signor Bailey non ha mai agito in modo inappropriato con nessuno studente e non ha mai ricevuto lamentele durante il periodo in cui ha insegnato alla Lusher, più di 20 anni fa. È assurdo suggerire che stesse preparando gli studenti per incontri che sarebbero avvenuti da adulti, molti anni dopo». Un portavoce della Lusher ha confermato che Bailey non è stato oggetto di lamentele per comportamento inappropriato mentre insegnava a scuola, per circa nove anni a partire dal 1992. Il quadro, come si vede, è molto complesso. Un conto, infatti, è l'atto di «saltare addosso» a una donna e costringerla ad avere rapporti sessuali, un altro è l'accusa, francamente cervellotica, di aver «preparato» da professore il futuro stupro di alcune studentesse, soprattutto a fronte di una condotta da docente che sembrerebbe inappuntabile. Di questo passo ogni professore carismatico potrebbe essere accusato di essere un potenziale futuro stupratore, in uno scenario alla Minority report. Nelle ricostruzioni mediatiche emerge il solito quadro alla «tutti sapevano». Già, ma sapevano cosa? Che Bailey fosse un professore un po' piacione o che fosse un machiavellico stupratore seriale in grado di plagiare con anni di anticipo le sue future vittime? Almeno nel caso di Eve Peyton, se esistono le mail citate, che alcuni giornali avrebbero visionato, sembrerebbe che quanto meno un comportamento inappropriato da parte dello scrittore vi sia effettivamente stato. Farsi un'idea più precisa è tuttavia impossibile, anche per il necessario equilibrio che occorre mantenere tra la necessità di rispettare il dolore delle vittime e le istanze dello stato di diritto che impongono di circoscrivere con precisione le accuse, soprattutto se così infamanti, prima di condannare chicchessia. Una preoccupazione, quest'ultima, che non sembra essere tra le priorità della W. W. Norton, che senza tanti complimenti ha bloccato l'uscita di un libro universalmente acclamato come un capolavoro. Qualcosa di simile era accaduto anche alla biografia di Woody Allen, che in alcuni Paesi - tra cui gli Usa - non ha visto la luce a causa delle analoghe accuse di molestie piovute sul regista e attore. La confusione tra autore e persona, soprattutto se sulla base di accuse non provate, fa tuttavia parte della nuova caccia alle streghe, che proprio per questa sua indifferenza violenta a ogni garantismo vanifica qualsiasi eventuale buona intenzione. Eppure si può essere degli ottimi biografi - c'è diffuso consenso sul fatto che Bailey lo sia - e pessime persone, ammesso che questo sia davvero il caso. La stessa caccia alle streghe, come dicevamo, si è abbattuta postuma anche su Philip Roth, proprio a causa della biografia di Bailey, l'unica autorizzata, mentre il 3 maggio ne uscirà un'altra, Philip Roth: A Counterlife, di Ira Nadel. Nei due libri, lo scrittore - che peraltro già in vita non fece nulla per smentire la sua fama di misogino ossessionato dal sesso - emerge come un frequentatore di case chiuse, ma anche come uno capace di selezionare le studentesse in base all'avvenenza per assegnare posti extra nei suoi frequentatissimi seminari universitari. Il che non gli ha impedito di essere uno dei più grandi scrittori del Novecento.
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