2021-12-14
Foglio verde, ora ci provano con gli under 12
Il ministero rilascerà il certificato ai bimbi da 5 a 11 anni inoculati, anche se per loro non c’è l’obbligo di esibirlo. La giustificazione è che la card può servire ai nati nel dicembre 2009 per le vacanze di Natale. Ma è solo il primo passo per far scattare la schedatura.Nel dubbio, scheda. Tramite Repubblica, si apprende che il ministero della Salute ha deciso di attribuire il green pass anche ai bambini nella fascia 5-11 anni. «La certificazione verde Covid-19», informa una nota ministeriale, «è rilasciata a prescindere dall’età sebbene fino al compimento del dodicesimo anno di età i bambini siano esentati da qualsiasi utilizzo per accedere alle attività e servizi per i quali nel nostro Paese è obbligatoria». Come noto, il 16 dicembre inizieranno le somministrazioni del vaccino Pfizer presso i pediatri di base e in apposite corsie riservate all’interno degli hub vaccinali.Le prenotazioni sono state aperte pochi giorni fa e, a dispetto dei titoli roboanti comparsi ieri su alcuni giornali, non sono esattamente partite a razzo. In Lombardia, ad esempio, sono state registrate 23.888 richieste nelle prime 24 ore. Si tratta di circa il 4% dei 600.000 under 12 inoculabili. In altre Regioni come Piemonte e Toscana il dato è ancora minore, intorno ai 15.000 posti riservati. Non proprio un successo, segno che probabilmente molti genitori non sono così smaniosi di sottoporre i pargoli alla puntura.Comunque sia, i piccini - una volta vaccinati - riceveranno il loro bravo green pass, anche se non dovranno esibirlo. Le norme attualmente in vigore, dunque, non cambiano: i bambini, inoculati o meno, potranno continuare a svolgere tutte le normali attività e non saranno oggetto delle restrizioni previste per gli adulti. A questo punto, però, la domanda sorge in automatico: se la carta verde non è necessaria, per quale motivo viene comunque emessa? In teoria, per risolvere un problema. Come spiegava ieri Repubblica, sono «circa 50.000 i nati nel dicembre 2009 che - non potendosi immunizzare prima del giorno del loro dodicesimo compleanno - saranno comunque privi di certificato per 15 giorni dopo la prima dose, quelli delle festività di fine anno in cui abitualmente le famiglie portano i bambini al cinema o organizzano pranzi e cene al ristorante». Tradotto: chi sta per compiere 12 anni può vaccinarsi e velocizzare i tempi per l’ottenimento della carta verde, così da non avere problemi durante le vacanze di Natale e Capodanno.Per una volta, dunque, sembra che si voglia prevenire il problema invece di ritrovarsi spiazzati a danno avvenuto. Tuttavia rimangono parecchie perplessità. Come si diceva, il problema del compleanno si pone per circa 50.000 piccoli su una platea di quasi 3 milioni di under 12 vaccinabili. In sostanza, facendo perno su una motivazione valida si è esteso il raggio d’azione del lasciapassare. Ed è esattamente a questo punto che comincia a emergere qualche preoccupazione.Viene da pensare infatti alla cosiddetta «pistola di Čechov», cioè la regola per cui se in un romanzo compare a un certo punto un’arma da fuoco, bisogna stare sicuri che prima o poi sparerà. Ebbene: la pistola adesso è sul comodino. Il green pass per i minori di 12 anni è stato introdotto, e se ancora non funziona non è detto che non cominci a farlo successivamente. Del resto è andata così anche per gli adulti: si è iniziato con garbo, poi via via le funzioni della tessera verde sono state allargate fino a trasformarla in una sorta di passaporto sanitario mai visto nell’Occidente democratico, confermando così la tesi secondo cui il vero obiettivo del green pass è, appunto, il green pass medesimo.La strategia, in fondo, è sempre la stessa: le restrizioni vengono introdotte un poco alla volta, si dà il tempo alla popolazione di abituarsi diluendo la violenza dei provvedimenti. Dunque è possibile che, nel prossimo futuro, la carta verde cominci a essere utilizzata anche per separare i minori inoculati da quelli che non lo sono, tramutandosi di fatto in una ulteriore e potentissima arma di ricatto.Esiste, poi, un’altra e ancora più sgradevole possibilità, e cioè che il green pass minorile si riveli da subito un moltiplicatore di discriminazioni. Già oggi le regole in vigore per le scuole prevedono trattamenti differenti per i maggiori di 12 anni a seconda se siano vaccinati o meno. Chi può escludere che la divisione non venga poi estesa anche ai più piccoli? Senza contare i possibili ricaschi a livello di paranoia. I bambini senza green pass verranno guardati in modo diverso dagli insegnanti e, soprattutto, dai genitori dei compagni di scuola?Uno degli effetti più devastanti delle politiche governative messe in atto finora è stato proprio questo: la guerra civile a bassa intensità, la diffusione endemica del sospetto. Il seme della divisione è stato piantato all’interno delle famiglie, fra i gruppi di amici e di colleghi, praticamente in qualsiasi umano consesso. Adesso tocca pure ai bambini, cioè ai soggetti più vulnerabili. Immaginiamo gli sguardi storti e le chat dei genitori: «Lo sapete che il figlio della Rossi non ha il green pass?». In un lampo, con la scusa di risolvere un problema, se ne crea un altro molto più grande, si rendono anche gli infanti cittadini sottoposti alla burocrazia del regime sanitario.Certo, per adesso il ministero rassicura, ribadisce, tranquillizza. Ma la pistola è lì, appoggiata in bella vista. Resta solo da capire quando sparerà.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)