2023-02-23
Nella rissa al liceo di Firenze il Pd finisce ko
Mentre, in assenza di prove, imperversa ancora la polemica sullo squadrismo nero, in città arriva il corteo dei «buoni»: peccato che sia zeppo di bandiere sovietiche e accolga un esponente locale dem al grido di «fascio di m...», facendolo scappare. Che bella lezione.Ritorno agli Anni Settanta, che emozione a sinistra. A Firenze ci sono per ora sei ragazzi di destra indagati per violenza privata aggravata, nessuna denuncia e tanti video da studiare per capire chi ha aggredito chi. Ma sui giornali e sui social ci sono le prime sentenze. Su Repubblica di ieri, Concita De Gregorio parlava di «spedizioni punitive di gruppi organizzati della destra». Il sindaco Dario Nardella su Twitter si rivendeva già «pestaggi avvenuti da studenti di Azione Studentesca al liceo Michelangiolo» e ci sono presidi che hanno scritto a studenti e genitori per avvertirli che stiamo tornando al fascismo. Il tutto mentre alla manifestazione di martedì sera «Firenze antifascista» sventolavano ex bandiere sovietiche e della Repubblica socialista serba e un esponente del Pd è stato allontanato dal corteo al grido di «fascio di m.»Al momento, c’è da registrare l’iscrizione nel registro degli indagati di sei militanti di Azione studentesca, compreso il responsabile fiorentino dell’associazione, da parte della Procura fiorentina. I pm hanno ricevuto una prima segnalazione dalla Digos. Il reato ipotizzato è violenza privata aggravata e per ora i tre ragazzi del Michelangiolo che sarebbero stati aggrediti dai coetanei di destra, arrivati davanti al liceo per un volantinaggio, non hanno sporto alcuna denuncia. Ovviamente potrebbero farlo più avanti e a quel punto l’accusa diventerebbe di lesioni. Il fatto che ci siano molto probabilmente in giro dei video che potrebbero dimostrare una eventuale rissa, ridistribuendo pesi e responsabilità, in questa fase dovrebbe consigliare un po’ di prudenza. Ma non tra le anime belle di una certa sinistra, forse ansiosa di ringiovanire un po’. Sui fatti di Firenze è intervenuta da par suo Concita De Gregorio, che attacca il commento su Repubblica parlando niente meno che di «spedizioni punitive contro ragazzini di sinistra» e lamentando che il fatto non abbia avuto sufficiente eco sui social e sui giornali. Ma specialmente sui social (per altro, deve essere omonima di una Concita De Gregorio che sulla Stampa scrisse «Fate presto, uscite dai social per salvare voi stessi!»). Per questa De Gregorio, invece, «la faccenda non è entrata in tendenza, nei social, dunque non rileva. Peccato, perché si tratterebbe qui di un raro fatto realmente accaduto nella vita vera, quella di chi si alza esce da casa e va a scuola o al lavoro». Insomma, per l’ex direttore dell’Unità, «se la vita reale tornasse protagonista del dibattito pubblico, qualcosina si rimetterebbe in moto». In effetti, nella vita reale ci sono anche risse e scazzottate, ma il punto è che De Gregorio ha già trovato i colpevoli e forse vuole già mettere le sue sentenze nella sullodata vita vera. Non meno imprudente il sindaco del Pd, Dario Nardella, che ieri su Twitter ha scritto di «pestaggi avvenuti da studenti di Azione Studentesca». Almeno da un sindaco, dal sindaco di tutti i fiorentini, ci si aspetterebbe più cautela. Parlare di «pestaggi» senza denunce ed eventuali mandanti forse è un po’ prematuro. Specie se poi saltasse fuori che davanti al liceo è andata in scena la classica rissa, ovviamente non meno esecrabile. Ma niente, ormai la macchina del «ritorno al fascismo» è partita e nessuno la può fermare. La preside del liceo scientifico Leonardo da Vinci, Annalisa Savino, ha scritto a studenti e famiglie un’accurata lettera in cui avverte: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». E poco importa che qui ci sia già un’inchiesta in corso della magistratura. Un altro dirigente scolastico, Luca Stefani del Salvemini-Duca d’Aosta, ha inviato a tutti i licei fiorentini un’altra lettera aperta in cui si legge che «l’episodio non può essere derubricato a rissa», perché «la sua matrice è evidente e non dobbiamo avere timori a catalogarla come vera e propria azione squadristica tipica della Mala pianta del Fascismo». E contro la Mala pianta, martedì sera, a Firenze è andata in scena una manifestazione. La Stampa le ha dedicato un paginone con un titolo in stile Lotta continua: «Squadristi ora basta». Nell’articolo si racconta che sono sfilate in corteo 3.000 persone, con qualche petardo e cantando slogan antifascisti. Il percorso della manifestazione ha sfiorato la sede di Casaggì, in zona Campo di Marte, che era stata perquisita dalla Digos dopo le violenze di sabato, e La Stampa racconta con aria grave che nel «covo» c’è pure una palestra e sono stati trovati messaggi di condoglianze al filosofo russo Alexander Dugin, per l’uccisione della figlia Daria. Dalle foto del corteo, si vedono sventolare due bandiere della Jugoslavia di Tito e almeno una dell’Unione sovietica. Che confusione. Poi, c’è il racconto della disavventura del compagno Luca Milani, Pd, presidente del Consiglio comunale, allontanato dal corteo con queste parole: «Vattene! Sei un fascio di m.! Non hai dignità! Vai a leccare il c. a quelli di Confindustria. Devi vergognarti, qua non ti vogliamo. La tua passerella mediatica non te la fai. Voi e l’antifascismo non avete niente a che spartire». E poi l’accusa finale all’esponente dem: «Chi l’ha fatta la squadraccia anti degrado per cacciare i migranti?». Il sindaco Nardella grida ai «pestaggi», ma poi viene accusato di organizzare squadracce. Questo fascismo è davvero ovunque.