2020-05-09
Finite anche le risorse per dare il bonus da 600 euro ai professionisti
Annunciati altri 80 milioni, ma non si sono visti. E c'è il timore di non riceverli più.Il governo ha sbagliato a fare i conti sul bonus da dare ai professionisti. Il budget stanziato nel decreto Cura Italia, e in particolare nel fondo per il reddito di ultima istanza, è stato inferiore rispetto alle domande ricevute. Il fondo in questione metteva a disposizione 300 milioni, destinati ai lavoratori dipendenti e autonomi (iscritti agli enti di previdenza privati) che hanno cessato, ridotto o sospeso le loro attività o il rapporto di lavoro causa coronavirus. Con un successivo decreto interministeriale del 28 marzo si è andato a specificare quali fossero le somme da destinare ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti agli enti privati di previdenza. Per queste categoria, per tutto il 2020, sono stati destinati 200 milioni. Il fondo per il reddito di ultima istanza ha dunque permesso anche a questi professionisti di poter accedere al bonus di 600 euro per il mese di marzo, richiedendolo alle varie casse di appartenenza fino al 30 aprile. Per questa categoria di lavoratori si sono verificati però due problemi. Il primo c'è stato nel modello dell'autocertificazione che gli aderenti dovevano compilare. E dunque secondo quanto risulta alla Verità il governo avrebbe dato alle casse un determinato modello di certificazione da far compilare ai loro iscritti per ottenere i 600 euro. La settimana successiva, dopo che le varie casse avevano invitato i loro iscritti a compilare il modulo per il bonus, l'esecutivo ha modificato la certificazione precedente, rendendola di fatto nulla. Questo ha costretto le casse a dover far ricompilare tutti i modelli e a non poter erogare i 600 euro fino a quando non ha ricevuto il documento modificato. Il secondo problema sta nel fatto che sono arrivate più domande di quanto il governo avesse stimato. I 200 milioni messi a disposizioni sono dunque risultati essere troppo pochi e non sufficienti per coprire tutte le richieste fatte. La Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili, per esempio, ha erogato pagamenti per circa 7.120 bonus, ma le domande arrivate sono state ben più di 10.113. Sono 2.993 gli iscritti rimasti senza soldi, dato che i 600 euro sono stati erogati seguendo l'ordine cronologico di presentazione. E dunque, chi aveva fatto richiesta verso la fine del mese al momento non ha ancora ricevuto la somma spettante per marzo. La cassa di appartenenza ha infatti dovuto comunicare che effettivamente i soldi erano finiti. Da sottolineare che le casse dei professionisti sono i garanti dell'operazione. E dunque «ai fini del rispetto del limite di spesa gli enti di previdenza comunicano con cadenza settimanale a partire dall'8 aprile 2020 al ministero del Lavoro e delle politiche sociale e al ministero dell'Economia e delle finanze i risultati del monitoraggio delle istanze presentate e di quelle ammesse al pagamento». Dunque per quanto riguarda i lavoratori che rientrano nel fondo per il reddito di ultima istanza le varie casse di appartenenza hanno il compito di monitorare la situazione e di comunicare al governo se si è in procinto di raggiungere e superare il budget messo a disposizione. Comunicazione che è stata fatta, dato che l'esecutivo, con un secondo decreto interministeriale ha deciso di fare delle modifiche alle risorse stanziate per il fondo per il reddito di ultima istanza. E dunque si è stabilito di far arrivare la somma per i professionisti e gli autonomi a 280 milioni di euro. Cifra, che rispetto all'inizio ha visto un incremento di 80 milioni. E che secondo le casse andrebbero a coprire tutte le richieste che al momento (al 30 aprile) sono state fatte. Le casse però riferiscono che al momento non è arrivato neanche un euro da parte del governo. Non solo non c'è traccia degli 80 milioni ma neanche dei precedenti 200, stanziati con il decreto del 18 marzo. I bonus da 600 euro che sono stati erogati provengono dunque dalla liquidità delle singole organizzazioni. Le casse temono però che questi soldi non arriveranno mai. A incrementare i dubbi ci ha anche pensato una comunicazione inviata dal ministero del Lavoro che chiedeva senza troppi giri di parole quanta liquidità avessero a loro disposizione. Richiesta che ha allarmato ulteriormente le casse, preoccupate che il governo non abbia intenzione di inviare le somme promesse nei decreti.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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