2021-05-14
Fincantieri e Amazon lanciano il cloud di Stato: affare da 5 miliardi
L'azienda pubblica a braccetto con il colosso americano per progetti concreti da mettere sul tavolo di Vittorio Colao. L'intesa coinvolge pure Almaviva e riguarda anche la cybesecurity. Si aspetta la contromossa di LeonardoIl manager più di lungo corso si dimostra il più giovane. Ieri Giuseppe Bono, numero uno di Fincantieri ha fatto diffondere un comunicato che ha lasciato basiti i concorrenti. Ha annunciato un accordo quadro con Amazon web service che sa tanto di primo passo concreto verso il cloud di Stato. L'azienda pubblica che ha chiuso il trimestre con ricavi in crescita del 25% ed Ebitda da 101 milioni, da ora in avanti andrà a braccetto con il colosso americano, con il quale è già attivamente al lavoro per progetti concreti, da mettere sul tavolo del ministro Vittorio Colao all'interno del piano Italia digitale 2026. Inutile dire che i soldi saranno quelli contenuti nel Recovery plan. All'innovazione e sicurezza della Pa andranno in totale 10 miliardi di euro. Inoltre, il Pnrr prevede investimenti pari a: 1 miliardo di euro per la migrazione al cloud; 2 miliardi per servizi digitali e cittadinanza digitale; 620 milioni per la cybersecurity e 570 milioni per la digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali. Tirando le somme a spanne attraverso la nuvola digitale potrebbero transitare investimenti tra i 4 e i 5 miliardi. Una torta molto grossa che va azzannata per primi. Nel senso che chi è più veloce a chiudere accordi e a presentare i progetti vince. E chi vince i primi step sarà avvantaggiato anche nelle fasi successive che necessariamente si incrociano con il perimetro di cybesecurity nazionale (il nuovo testo è al vaglio e ci lavorano soprattutto gli uffici del sottosegretario Franco Gabrielli). Da quel decreto si comprenderà meglio quali investimenti si faranno nel comparto della Difesa, della sicurezza nazionale (infrastrutture critiche) e dell'intelligence. Nel frattempo il settantaseienne Bono sta dimostrando una capacità di stare al passo con i tempi che manca a molti cinquantenni. Evidentemente ha compreso che cosa accadrà all'azienda nei prossimi 20 anni. In Europa e in Italia. «Giudichiamo questo accordo di enorme importanza. Grazie alla collaborazione con Aws, il nostro gruppo implementerà sempre più capillarmente le nuove tecnologie», ha spiegato Bono, ricordando di essere pronto a mettere a «disposizione il patrimonio di competenze di entrambi a supporto delle iniziative promosse dal governo, tra cui spiccano la modernizzazione della Pa, la cybersecurity, e l'intelligenza artificiale». Vale la pena soffermarsi su questi tre capitoli di investimento. Che guarda caso potrebbero essere gli stessi su cui scommetterà la Difesa europea tra il 2030 e il 2040. Ricordiamo che Bono nel 2018 definì il futuro della Difesa Ue attraverso gli accordi navali, ora ai cantieri tradizionale aggiunge server e cloud. E sono passati solo tre anni. L'accordo quadro con Amazon va infatti visto su due piani diversi che si intersecano con altrettante strategie. Un piano coinvolge necessariamente Almaviva. Tre settimane fa, Fincantieri nextech e l'azienda romana hanno stretto una partnership per entrare di peso nel mondo della mobilità digitale e della logistica. Per capirsi la collaborazione punterà sulle smart road e l'uso dell'intelligenza artificiale per accelerare il trasporto merci. Cosa non da poco se si considera che la stessa Fincantieri nextech ha chiuso a sua volta un accordo con Autostrade per l'Italia e Ibm per gestire i controlli delle infrastrutture, ponti in primis. Un sistema anch'esso basato sull'intelligenza artificiale. Va inoltre ricordato che Almaviva è già partner di Aws, a cui fornisce attività di service provider. In pratica se una azienda vuole migrare verso Amazon lo fa con l'aiuto di Almaviva. Non ci vuole dunque tanto a capire che nella strategia di Bono ci sono tre pilastri. Il primo è Amazon, il secondo Almaviva e il terzo sono le skill di Fincantieri che rispondono a pieno alle richieste del ministro Colao e soprattutto ai diktat della sicurezza nazionale. Infatti il secondo livello di valutazione dell'accordo porta direttamente al piano militare. Parliamo di obiettivi di lungo termine. Ma se un giorno a Bono, o al suo successore, non servisse più la collaborazione di Leonardo o le capacità nell'elettronica che oggi vanta Piazza Montegrappa, Fincantieri si renderebbe autonoma e riuscirebbe nell'intento di trasformare un business con pochi margini (gli scafi sono in fondo ferro) in un altro proiettato nel futuro e con enormi marginalità. Nel frattempo, tornando al Pnrr e all'Italia digitale 2026 la mossa con Amazon ha colto di sorpresa Alessandro Profumo. A quanto ci risulta a Leonardo hanno saputo del mega accordo il giorno stesso, eppure le prime strette di mano per fare conoscenza con il partner di Bono risalgono a 8 mesi fa circa. Troppe persone a decidere significa non decidere. Solo che il Pnrr non aspetta.