
Fiasco, francese come lo è stato Call my agent, debutta su Netflix il 30 aprile, con sette episodi da poco più di mezzora ciascuno. La storia che racconta non è vera, ma a tratti potrebbe esserlo.In Italia, abbiamo avuto Boris, splendido insieme di realtà e finzione, capace di restituire con ferocia e ironia lo spaccato (onesto) di cosa voglia dire farla, la televisione. In Francia, quando Boris, qui, era già diventato oggetto di un piccolo culto, hanno deciso di inventarsi Call my agent, altrettanto splendido e altrettanto capace di raccontare, attraverso un misto di realtà e finzione, quante paturnie, quanti capricci, quante sceneggiate possano fare i cosiddetti divi, e quanto possa essere perciò complessa la vita dei loro agenti. Call my agent, diversamente da Boris, è stato adattato e riadattato, e l’Italia - come tanti altri Paesi - ne ha avuto una propria versione. Chissà, allora, che non succeda anche con Fiasco, ultima serie a indagare il dietro le quinte di una produzione cinematografica.Fiasco, francese come lo è stato Call my agent, debutterà su Netflix il 30 aprile, con sette episodi da poco più di mezzora ciascuno. La storia che racconta non è vera, ma a tratti potrebbe esserlo. Raphaël Valande, interpretato da Pierre Niney, è un regista che ambisce al successo. Un successo a tutto tondo, che lo renda famoso al grande pubblico senza precludergli, però, la stima della critica, il riconoscimento di quell’arte che dovrebbe essere associata al cinema. Decide, dunque, di fare un tentativo: realizzare un primo lungometraggio che, con i toni dell’epica, possa rendere omaggio a sua nonna, eroica combattente della Resistenza. La pellicola, da sinossi, dovrebbe spaziare fra le epoche storiche: cavalcarle e sfruttarle, per consegnare al pubblico un’opera grandiosa. Dalla preistoria agli sbarchi del D-Day, transitando pure per l'epoca vichinga: questo è quel che il film, grandioso ed eclettico, dovrebbe abbracciare. Ma, come nel detto popolare, c’è un mare a separare il dire dal fare. Non ci vuole molto perché Valande si renda conto di quanto sia difficile concretizzare quella sua idea. Le riprese sono un fiasco, quello del titolo, e un membro misterioso del team sembra agire per sabotare la produzione e cancellarla dall’universo mondo.«Volevamo parlare delle relazioni gerarchiche e intime che si intrecciano sul set, un luogo in cui si consumano commedie e drammi. Ci sono soldi in ballo, c'è stress, alcune persone si giocano la carriera, altre nemmeno provano ad averne una», ha detto Pierre Niney, co-sceneggiatore della serie oltre che suo protagonista, al magazine Première. Niney ha detto di aver attinto alla propria esperienza personale, per lavorare al copione. C’è realtà, dunque, e quel pizzico di drammatizzazione volta a fare dello show una satira efficace, in grado di analizzare - con ferocia ed umorismo - il processo produttivo sotteso alla mastodontica industria cinematografica.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






