
Adesso la linea che arriva fino all’aeroporto di Linate è attiva su tutto il tracciato. Però i lavori esterni non sono conclusi. E a Sant’Ambrogio manca lo scambio con la M2. Ieri Milano ha salutato la nuova linea della metropolitana, con l’apertura delle ultime 13 stazioni. «Un’opera epocale», l’ha definita il sindaco Beppe Sala, mentre tagliava il nastro alla stazione San Cristoforo insieme al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, sulle note di O mia bela Madunina. «Con grande dedizione e fatica ci siamo arrivati, non è un punto di arrivo, ma di partenza», ha aggiunto il primo cittadino, celebrando il traguardo della realizzazione di un progetto ideato e fortemente voluto dall’ex sindaco Gabriele Albertini, come non ha mancato di ricordare il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato commentando l’inaugurazione: «La gara iniziale per l’affidamento della nuova linea della metropolitana fu bandita nel giugno 2006 quando in città governava il centrodestra. I cittadini e i milioni di turisti raccoglieranno i frutti di un progetto avviato dalla giunta Albertini».La linea si snoda per 15 km e 21 fermate, collegando il capolinea Ovest, la stazione di San Cristoforo, con l’aeroporto di Linate, a Est, in poco meno di mezzora. Dal centro (fermata San Babila) lo scalo è raggiungibile in soli 12 minuti. Si tratta inoltre della prima linea metropolitana in Italia, e tra le prime in Europa, interamente coperta in 5G grazie alle infrastrutture digitali di Inwit. Con una flotta di 47 treni che viaggiano a una velocità massima di 80 km orari senza conducente, ciascuno con una capacità massima di 600 persone, la linea è in grado trasportare 24.000 passeggeri all’ora, con una frequenza di picco di un treno ogni 90 secondi nelle ore di punta.Ma non è (per ora) tutto oro ciò che luccica. La linea è da ieri operativa, rappresentando un notevole vantaggio negli spostamenti, ma resta ingombrante il nodo cantieri. «Saranno ultimati entro la fine dell’anno», ha spiegato l’assessore alla Mobilità Arianna Censi, aggiungendo che è stata fatta «una scelta con il sindaco e con la giunta: aprire il prima possibile tutta la linea M4». I lavori in superficie, a ridosso delle fermate, infatti, sono tutt’altro che terminati, con ruspe e gru ancora presenti almeno fino alla fine dell’anno, mentre per le fermate Sant’Ambrogio e De Amicis si dovrà attendere marzo 2025. Un altro nodo è quello dei collegamenti con le altre linee: con Fs sarà possibile scambiare a Forlanini, Dateo e San Cristoforo, con la linea rossa M1 è attivo dal luglio 2023 il collegamento a San Babila, mentre lo scambio con la linea M2, previsto a Sant’Ambrogio, non è ancora pronto: per cambiare linea è necessario quindi uscire dai tornelli, tornare in superficie e riscenderedi nuovo (senza dover rifare il biglietto, ovviamente). Altra storia per il collegamento con la linea M3, dove non è stata prevista una coincidenza «perfetta». La fermata della linea blu, Sforza Policlinico, dista infatti 500 metri dalla fermata della linea gialla Missori. I due ingressi saranno collegati da un camminamento in superficie percorribile in circa 9 minuti, ma non prima del prossimo anno. L’idea del tunnel sotterraneo tra Sforza e Crocetta, infatti, è sfumata quasi subito per l’elevato «potenziale archeologico» della zona. Del tutto assente invece il collegamento con le stazioni della metropolitana M5.
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)
Il maliano che a fine agosto ha abusato di una ragazza alla stazione di San Zenone al Lambro era stato fatto uscire dal Cpr da una toga di Magistratura democratica, nonostante le denunce di maltrattamenti in famiglia.
Il ministro degli Interni tedesco Alexander Dobrindt con il cancelliere Friedrich Merz (Ansa)
Chissà se c’è un giudice a Berlino. Se c’è, mi domando che tipo sarà. Avrà la faccia e le idee di Elisabetta Meyer, la toga che ha liberato Harouna Sangare, il maliano che poi ha stuprato una ragazza in attesa del treno a San Zenone al Lambro?
Massimo Cacciari (Getty Images)
Massimo Cacciari: «Purtroppo c’è sempre la moda di contrapporre morti di serie A e di serie B Se l’unica soluzione proposta per Kiev e Gaza è un altro conflitto, poi non stupiamoci».