2023-10-13
Sansa adesso scopre il garantismo. La denunciante: «Fatti poco chiari»
Ferruccio Sansa (Imagoeconomica)
L’ex giornalista del «Fatto» attacca il nostro giornale e difende la moglie indagata per circonvenzione d’incapace: «Tutto chiarito». Invece l’inchiesta prosegue. La tutrice dell’anziana: «Il giudice sa tutto».La storia dell’indagine per circonvenzione d’incapace che coinvolge la moglie di Ferruccio Sansa, Maria Valeria Valerio, svelata dalla «Verità, è stata accolta dal politico-giornalista con un post pubblicato di prima mattina. Che, però, elude completamente il nocciolo della questione. Una difesa che il collega giornalista, ai tempi in cui cercava notizie, avrebbe bollato come evasiva e insoddisfacente. Ricapitoliamo la vicenda per chi se la fosse persa: una facoltosa milanese, Mariangela Toncini, classe 1927, con problemi cognitivi dovuti all’età, firma più polizze vita a favore di un frate. La donna viene anche trascinata in banca per firmarne altre due, una a favore dello stesso frate e una a favore dell’avvocato Maria Valeria Valerio, presunta complice del monaco: 265.000 euro a testa. Ma il giudice tutelare si oppone e sventa la presunta truffa. In compenso il frate, alla morte della novantacinquenne (il 16 gennaio scorso), incassa quelle autorizzate in precedenza e il 29 maggio 2023 effettua una donazione a favore della Valerio. La quale usa un assegno circolare datato 30 maggio 2023 e due da 70.000 del 31 maggio in un rogito per comprare una casa al figlio minore.Nel frattempo l’amministratrice di sostegno, C.M., presenta un esposto in Procura e il frate e l’avvocato vengono iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di circonvenzione d’incapace. Il frate viene sottoposto all’obbligo di firma e la legale interdetta dallo svolgimento della professione. Vengono anche sequestrati i conti dei due, quello della Valerio cointestato con Sansa. La settimana scorsa il frate è stato sentito in Procura, ha rivendicato il suo presunto ruolo marginale e la pm Eugenia Menichetti ha chiesto e ottenuto la revoca della misura. Fra’ Achille sostiene che la signora Toncini «voleva che si facesse del bene e ha lasciato qualcosa alle chiese». All’anziana era stato fornito un telefono che gli inquirenti descrivono come «riservato», ipotizzando un isolamento della vittima dalle poche persone con le quali intratteneva rapporti. Su quel telefono, stando alla ricostruzione degli inquirenti, potevano contattarla all’insaputa dell’amministratore di sostegno. «La signora voleva seguire le messe che io celebravo in collegamento da casa sua. Il suo telefono non aveva internet e l’unico modo era quello», sostiene il frate. L’aspetto più spinoso, però, riguarda le polizze. Perché non fare una donazione diretta? «La signora voleva aiutare delle persone e voleva che i suoi soldi andassero per opere di bene e per questo faceva una polizza, perché, mi spiegava, non ha tassazione. La tassazione sarebbe arrivata dopo, al momento dell’aiuto per questa o per quell’altra Opera». Il frate è finito sotto inchiesta insieme con l’avvocato. E per lui il Gip aveva disposto l’obbligo di firma che ora, però, come spiega il frate, «è stato revocato». Ma sul perché abbia fatto una donazione da circa 130.000 euro all’avvocato Valerio il 29 maggio 2023 non risponde.Stando alla ricostruzione degli inquirenti l’avvocato Valerio e fra’ Achille avrebbero impedito «al dottor Maurizio Balestrino (richiesto dall’amministratore di sostegno e autorizzato dal giudice tutelare) di svolgere una perizia neuropsichiatrica sulla Toncini, facendosi trovare presso l’abitazione della donna e ostacolando la visita». Avrebbero convinto la presunta vittima «che si trattasse di un atto inutile e ingiustificatamente invasivo» e per questo la Valerio avrebbe «bloccato con un piede la porta della camera in modo da impedire al medico di effettuare la visita». Lo psichiatra, sentito dalla Verità, dopo aver premesso di dover mantenere il segreto professionale, ha confermato: «È passato del tempo, ma in linea generale i fatti che mi avete descritto sono coerenti con i ricordi che ho io dell’accaduto».L’indagata, invece, ci ha solo scritto: «Preferirei che il segreto istruttorio fosse rispettato e non vorrei che qualcuno, neppure se sottoposto a indagini, fosse gettato nella crocifissione mediatica prima del tempo. In ogni caso mi pare le vostre fonti siano preparatissime su tutto». Alle agenzie di stampa, invece, ha detto: «Se va in cortocircuito il sistema dell’amministrazione di sostegno, brucia il palazzo. Se l’amministrato non può farsi tutelare da un avvocato, se ti tolgono l’avvocato chi ti tutela? Io ho solo cercato di dare un avvocato a una persona». Poi ha spiegato: «Io ho presentato un esposto un mese prima di essere denunciata dall’amministratrice di sostegno della signora». E per cercare di tenere il marito lontano dalle polemiche ha affermato: «Non sono vittima di Ferruccio Sansa. La responsabilità me la prendo io. È successo perché cerco la verità e la giustizia». Secondo la donna la sua assistita, «perfettamente lucida e attiva» sarebbe «stata messa sotto amministrazione da un avvocato che si era presentato a casa sua con un assistente sociale e un medico». A noi Sansa, quando gli abbiamo chiesto chiarimenti sulla donazione e sulla provenienza dei soldi usati per l’acquisto della casa ha risposto in modo lapidario: «Mia moglie ha tutto. Sono tranquillissimo. Buon lavoro».Il giornalista d’inchiesta tignoso è diventato un politico che fa catenaccio e che risponde come rispondevano i vecchi «clienti» delle sue inchieste. Ma su Facebook l’ha buttata un po’ in caciara e ha scritto il post che abbiamo citato all’inizio, intitolato «Il vostro diritto di sapere tutto di me». «Oggi il giornale la Verità - con incredibile tempismo dopo la mia richiesta di dimissioni riguardo all’assessore Alessandro Piana, che non rinnego - riporta una vicenda che ha toccato mia moglie mesi fa. Premetto: ho assoluta fiducia nella magistratura alla quale mia moglie ha fornito ogni elemento utile per chiarire la vicenda. Ma soprattutto ho affetto e fiducia incondizionati verso mia moglie». Questo l’incipit, in cui i lettori scoprono che Sansa ama la consorte e si fida dei pm. Poi ha fatto riferimento all’esposto della consorte e sulla presunta contromossa dell’amministratrice di sostegno: «Un mese dopo le persone denunciate hanno, come era prevedibile, presentato controdenuncia nei confronti di mia moglie e di un sacerdote (missionario e da anni padre spirituale della donna). La Procura, che non era ancora a conoscenza della precedente denuncia presentata dalla stessa anziana e da mia moglie, ha aperto un fascicolo e mesi fa aveva indagato mia moglie e il sacerdote».Per questa presunta svista, la donna e il frate sono stati sottoposti ad agosto a misure cautelari e ai due sono stati sequestrati i conti correnti. La Valerio, ad oggi, risulta ancora sospesa dall’esercizio della professione. Ma Sansa, figlio di un giudice noto, stimato e influente, ha già emesso la sentenza: «Tutto, credo, sia stato già chiarito». Poi ha aggiunto: «Ripeto: ho fiducia nella magistratura e sono pronto a fornire qualsiasi chiarimento. Aggiungo che non sono stato in alcun modo toccato dalla vicenda che riguarda la professione di avvocato di mia moglie. E quindi non credo vi sia alcun elemento che possa incidere sul compito istituzionale che svolgo. Volevo rassicurare Toti e i suoi amici che continuerò a lavorare come sempre».In poche parole, su Fb, il segugio giudiziario, non cita minimamente le parole dell’ordinanza che accusa la moglie e il frate di aver «abusato dello stato di infermità e di deficienza psichica di Mariangela Toncini», ma scarica le colpe su chi ha presentato un esposto sui maneggi di sua moglie e del frate. Ma l’amministratrice di sostegno che si è rivolta all’autorità giudiziaria non vuole fare la fine del capro espiatorio: «Ho fatto un esposto in Procura... non io personalmente, ma nelle vesti di pubblico ufficiale, essendo amministratore di sostegno, è come se lo avesse fatto la persona di cui curavo gli interessi… voi citate un’ordinanza del gip di cui io tra l’altro non sapevo nulla e quindi vi ringrazio perché quanto meno ho avuto un aggiornamento... perché nel momento in cui la signora è mancata... io ho smesso di ricoprire l’incarico». Di questa denuncia non le risulta nulla? «No». Lei non è stata sentita come indagata? «No, mai» prosegue la donna, che risponde alle nostre domande quasi a monosillabi («Non sono mai stata contattata da giornalisti, non so come ci si comporti»). Ma a passare da furbetta non ci sta: «Io personalmente mi sento di avere la coscienza pulita... certo non mi fa piacere essere coinvolta in storie come questa perché preferisco farmi la mia vita tranquilla, visto che sono una persona molto umile e tranquilla... però io ho fatto il mio dovere. Io ho poche amministrazioni. Sono un avvocato del lavoro. Ma ho svolto seriamente il mio compito. Io so solo che da quando ho iniziato la mia supervisione, se notavo qualcosa di strano ho sempre scritto al giudice tutelare ogni cosa... quindi più di quello che ho fatto per tutelare la signora non so cosa avrei potuto fare, ecco...».L’impressione è che sia una giovane in buona fede finita in un gioco più grande di lei: «Guardi, io non è che ho tutte queste amministrazioni di sostegno perché in realtà mi occupo di diritto del lavoro. Sono in questo albo degli amministratori di sostegno ed è un ruolo che svolgo se vengo nominata dal giudice o da persone che conosco, però, lo svolgo sempre con molta attenzione, forse in modo quasi esagerato, nel senso che mi faccio autorizzare per qualsiasi cosa, anche per ogni minima spesa».Poi ribadisce: «Io comunque ho il segreto professionale, sono pubblico ufficiale, vorrei rimanerne fuori... non vorrei essere esposta...».L’avvocato Raffaele Caruso, difensore della collega Valerio, spiega: «Avevamo presentato un esposto sulla situazione della signora Toncini, che lamentava difficoltà nella possibilità di accedere ai documenti dei propri conti corrente e della propria situazione patrimoniale. Non c’era la possibilità di ottenere le contabili di una serie di operazioni bancarie. Si riteneva, insomma, che ci fosse una compressione dei suoi diritti. La situazione ha una stranezza di fondo: come faccio a circonvenire una persona che è sotto amministrazione di sostegno e che non può disporre del proprio patrimonio? È un meccanismo che giuridicamente non sta in piedi». Gli inquirenti, però, devono aver ritenuto sospetta l’attività legata alle polizze. Ma secondo l’avvocato Caruso, quella «era la volontà della signora. Non essendo stata riconosciuta la possibilità di intestare la polizza all’avvocato Valerio, perché la richiesta era stata rigettata dal giudice, la signora ha chiesto al frate di poter versare, quando l’avrebbe incassata, la parte della sua donazione all’avvocato Valerio che non era riuscita a farle avere quando era in vita».Circa 130.000 euro che sono stati versati due giorni prima dell’acquisto di un appartamento per il figlio minorenne dei Sansa. «Il denaro», spiega l’avvocato Caruso, «è arrivato in maniera inaspettata, tanto che era stata avviata una pratica di mutuo. Nel momento in cui è arrivata la somma la pratica del mutuo è stata archiviata. Se ci fosse stata una premeditazione non sarebbe stata avviata la pratica». Se i soldi arrivati dal frate siano gli stessi usati per l’acquisto della casa, però, l’avvocato dice: «Non sono in grado di rispondere. Quel denaro, però, era stato legittimamente acquisito tramite una donazione con atto pubblico e quindi con trasparenza». Un atto pubblico che, però, non è facile visionare e che nessuno ci ha voluto mostrare.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.