
A Terni uno straniero, durante un normale controllo, sottrae la pistola a un militare e fa fuoco all'impazzata. Poi lo arrestano.Immigrato fermato ad un posto di controllo dà in escandescenze, aggredisce i poliziotti che lo hanno fermato, poi ruba la pistola a uno dei carabinieri sopraggiunti e gli spara, ferendolo ai piedi. Ora il trentenne di origini sudamericane è piantonato all'ospedale in stato di arresto. È successo nella tarda mattinata di ieri, a Terni, e l'autore dell'aggressione è un immigrato, con identità ignota. «Non è possibile che un normale controllo si trasformi in una sparatoria in mezzo ad una strada» aveva subito tuonato Barbara Saltamartini, commissario provinciale della Lega a Terni. Il fatto è avvenuto nell'assolata città umbra, quando, durante una normale attività di controllo, alcuni poliziotti hanno fermato l'immigrato, pare dominicano, che stava circolando su una bicicletta elettrica a torso nudo nella zona della stazione. Appena fermato, probabilmente sotto effetto di alcol e droga, ha iniziato a dare di matto, tra lo stupore dei passanti, tanto che gli agenti hanno chiesto il supporto dei carabinieri. Sopraggiunti, gli uomini dell'Arma hanno cercato di immobilizzarlo e sedarlo anche con l'aiuto di uno spray urticante, ma non è servito a placare la furia scatenata del trentenne. A quel punto, mentre tentavano di farlo entrare a bordo della gazzella che l'avrebbe portato in caserma per l'identificazione, l'uomo è riuscito a sottrarre la pistola a uno dei militari (pare in borghese) ed ha iniziato a sparare. Sono partiti cinque colpi di cui due hanno ferito il carabiniere ai piedi. L'uomo è stato poi fermato e disarmato ma ci sono volute sei-sette persone per tenerlo fermo. Nella colluttazione è rimasto ferito in modo leggero anche l'immigrato. Entrambi sono stati portati all'ospedale Santa Maria di Terni e non sono in pericolo di vita. Il carabiniere è stato sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere da un piede una delle due pallottole di cui è stato bersaglio, mentre la seconda lo ha ferito di striscio all'altro piede. A salvare la vita ai colleghi sarebbe stata la prontezza di uno degli operatori che ha afferrato il polso dell'uomo armato impedendogli di ammazzare qualcuno. Una strage sfiorata, a sentire il racconto di una vigilessa che si trovava proprio vicino al luogo dove è avvenuta la sparatoria: «Con la pistola ad altezza d'uomo ha sparato cinque colpi muovendosi a semicerchio. Non so come non ci abbia uccisi tutti». A mostrare la drammaticità dell'episodio i video diffusi sui social delle emittenti locali, girati da un passante, che mostrano chiaramente i momenti in cui un carabiniere tenta inutilmente di fermare l'uomo. Lui lo riempie di botte per alcuni minuti e poi, sempre in video, si vede lo straniero rubare la pistola d'ordinanza di un militare per poi iniziare a sparare i cinque colpi che si sentono distintamente dall'audio della registrazione.Immediata la solidarietà del ministro dell'Interno Matteo Salvini via social: «Probabilmente sotto l'effetto di droghe uno straniero ha prima attaccato le forze dell'ordine a calci e pugni e poi ha addirittura sparato. Un grazie e un grande abbraccio alle donne e agli uomini in divisa che, in tutta Italia e tutti i giorni, rischiano la vita per difendere la sicurezza dei cittadini perbene. Anche per questo il decreto Sicurezza bis punisce più severamente chi aggredisce le forze dell'ordine: non vedo l'ora sia convertito in legge. E non mollo sulla guerra totale allo spaccio e al consumo di droga: altro che liberalizzazione come vorrebbe qualcuno».Via twitter è intervenuto anche il vicepremier grillino Luigi Di Maio: «A Terni un normale controllo si è trasformato in una sparatoria e a farne le spese, ancora una volta è stato un nostro carabiniere rimasto ferito, fortunatamente, non in modo grave. Un abbraccio a lui e alla sua famiglia e grazie all'Arma per il servizio che presta ogni giorno». Tra le decine di messaggi di solidarietà al militare ferito anche quello del sindaco di Terni, eletto lo scorso anno con il centrodestra, Leonardo Latini: «Esprimo solidarietà e vicinanza al comando dei carabinieri e al carabiniere ferito nel corso della sparatoria e agli agenti di Polizia che sono stati coinvolti. Ringrazio i nostri uomini in divisa che stanno intensificando anche nella nostra città i controlli e la presenza sul territorio e che con coraggio e senso del dovere lavorano per garantire sicurezza e legalità».Lo straniero è piantonato all'ospedale Santa Maria in stato d'arresto mentre la squadra mobile e i carabinieri del Nor stanno indagando sulla sua identità e su eventuali precedenti: sarebbe di origini dominicane, non residente a Terni. Non appena gli accertamenti saranno conclusi e l'uomo si riavrà dal suo stato confusionale, sarà portato in carcere. I reati contestati sono in corso di valutazione da parte del magistrato di turno, Marco Stramaglia, ma l'accusa potrebbe essere quella di tentato omicidio, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
Il sindaco di New York non è un paladino dei poveri e porta idee che allontanano sempre più i colletti blu. E spaccano l’Asinello.
La vulgata giornalistica italiana sta ripetendo che, oltre a essere uno «schiaffo» a Donald Trump, la vittoria di Zohran Mamdani a New York rappresenterebbe una buona notizia per i diritti sociali. Ieri, Avvenire ha, per esempio, parlato in prima pagina di una «svolta sociale», per poi sottolineare le proposte programmatiche del vincitore: dagli autobus gratuiti al congelamento degli affitti. In un editoriale, la stessa testata ha preconizzato un «laboratorio politico interessante», sempre enfatizzando la questione sociale che Mamdani incarnerebbe.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 7 novembre con Carlo Cambi
Il luogo dell'accoltellamento a Milano. Nel riquadro, Vincenzo Lanni (Ansa)
Nei principali Paesi europei, per essere riconosciuto «pericoloso» basta la segnalazione di un medico. Qui invece devi prima commettere un delitto. E pure in questo caso non è detto che una struttura ti accolga.
Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano, aveva già colpito. Da condannato era stato messo alla Rems, la residenza per le misure di sicurezza, poi si era sottoposto a un percorso in comunità. Nella comunità però avevano giudicato che era violento, pericoloso. E lo avevano allontanato. Ma allontanato dove? Forse che qualcuno si è preso cura di Lanni, una volta saputo che l’uomo era in uno stato di abbandono, libero e evidentemente pericoloso (perché se era pericoloso in un contesto protetto e familiare come quello della comunità, tanto più lo sarebbe stato una volta lasciato libero e senza un riparo)?
Ansa
Dimenticata la «sensibilità istituzionale» che mise al riparo l’Expo dalle inchieste: ora non c’è Renzi ma Meloni e il gip vuole mettere sotto accusa Milano-Cortina. Mentre i colleghi danno l’assalto finale al progetto Albania.
Non siamo più nel 2015, quando Matteo Renzi poteva ringraziare la Procura di Milano per «aver gestito la vicenda dell’Expo con sensibilità istituzionale», ovvero per aver evitato che le indagini sull’esposizione lombarda creassero problemi o ritardi alla manifestazione. All’epoca, con una mossa a sorpresa dall’effetto immediato, in Procura fu creata l’Area omogenea Expo 2015, un’avocazione che tagliò fuori tutti i pm, riservando al titolare dell’ufficio ogni decisione in materia.






