2024-10-20
Fermate i giudici pro clandestini
Il principio delle toghe romane su cui si basa lo stop ai trasferimenti di clandestini in Albania è folle. Secondo questa logica, non potremo più rifiutare l’asilo a nessuno: dai russi ai cinesi, fino agli indiani.Preparatevi all’invasione. Non di carri armati ed eserciti, ma di immigrati. Eh già, perché se è vero l’assunto fatto proprio dai giudici di Roma secondo cui non si può respingere alcun immigrato che provenga da un Paese considerato un pochino insicuro, i primi a poterci invadere senza sparare un colpo sono i russi. Altro che missili ipersonici! Putin non ha bisogno di sprecare nemmeno un razzo del suo arsenale: se ci vuole conquistare è sufficiente che mobiliti un milione di persone, radunandole nelle lande più lontane di Mosca o in Africa per spingerle verso i nostri confini. Alla frontiera nessun doganiere potrà opporre resistenza, perché, come hanno spiegato i giudici della sezione immigrazione del tribunale della capitale con la sentenza che ha riportato indietro i migranti spediti in Albania, per essere accolti in Italia è sufficiente provenire da un Paese non considerato sicuro. E che c’è di più insicuro in questo momento della Russia? Non è neppure necessario dichiararsi gay o schierarsi contro la guerra al fine di atteggiarsi a perseguitati: è sufficiente esibire il passaporto, cioè attestare di essere russo e dunque automaticamente bisognoso di protezione internazionale. Stessa tecnica potrebbe essere usata da Xi Jinping. Visto che l’Europa sanziona la Cina con i dazi, potrebbe decidere di reagire non con una rivalsa economica, ma con una rappresaglia umana. In fondo, a Pechino sono in tanti e nessuno si lamenterebbe se qualche milioncino di persone prendesse il volo verso la penisola. Anzi: immaginatevi i risparmi. E l’India, che pure ha ancora il dente avvelenato per la questione dei due Marò accusati di aver sparato addosso ai pescatori? Anche Narendra Modi potrebbe decidere di spedirci qualche centinaio di migliaia di indiani giusto per divertirsi un po’. Né la Cina né l’India possono infatti essere considerati Paesi completamente sicuri. Secondo la teoria dei giudici romani, se anche c’è una porzione di territorio a rischio o qualche comunità discriminata, nessuno è al sicuro e dunque nessuno può essere rispedito a casa propria. In Cina i diritti umani sono violati, per non parlare di quelli dei tibetani e degli uiguri, i musulmani che il regime di Pechino condanna ai lavori forzati. E degli islamici del Kashmir che la maggioranza hindu perseguita volete che i giudici di Roma non se ne facciano carico? È ovvio che anche per loro con la sentenza le porte sono aperte e chiunque voglia venire, a prescindere dalla disponibilità, deve essere accolto. Del resto, se il principio a cui ci dobbiamo uniformare è il rispetto di tutti i diritti in tutti gli angoli del mondo sulla base di quelle che sono le conquiste delle democrazie europee, tre quarti, ma forse più di abitanti del pianeta sono candidati a fare i profughi a spese del contribuente italiano. Tre quarti, ma forse di più, sono potenzialmente bisognosi di protezione umanitaria. Lasciate perdere l’Africa, che si candida tutta a trasferirsi a casa nostra. Pensate alla Turchia, che pure fino a qualche tempo fa qualcuno avrebbe voluto far entrare nella Ue. Visto come funzionano i tribunali e come sono trattati gli oppositori, ma anche la minoranza curda, vorrete mica lasciare i turchi nelle mani di quel satrapo di Erdogan? È ovvio che dal Mar Nero all’Anatolia hanno tutti diritto di essere accolti. E i marocchini? Sebbene le strade di Marrakesh e di Casablanca siano affollate di turisti e nelle città spuntino come i funghi in autunno hotel a 5 stelle, in qualche angolo del Paese molti non se la passano bene e dunque anche per loro la porta è aperta: d’ora in poi nessuno potrà più essere considerato clandestino.Insomma, l’avete capito: la sentenza dei giudici della capitale apre la strada a una fase nuova. Basta guerre. Basta cannoni ed eserciti. Per conquistare un Paese e farlo capitolare è sufficiente usare le migrazioni. Sarà per questo che Putin ha spedito la Wagner in Africa? Alcuni analisti sostengono che l’arma segreta russa non siano le atomiche, ma la bomba migratoria, ordigno assai più pericoloso perché in grado di far deflagrare in un solo colpo sia i conti di uno stato che l’ordine pubblico. Certo, fosse vero, verrebbe il sospetto che fra le toghe a favore dei migranti ci sia qualche quinta colonna di Mosca. Comunisti mascherati da giudici, pronti a entrare in azione per destabilizzare una fragile democrazia. Del resto, alcuni si dichiarano compagni, no? E come diceva Andreotti, a sospettare si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Altro che brigate rosse, qui ci tocca fare i conti con le brigate nere (in toga).Ps. In Germania, nonostante la richiamata sentenza della Corte di giustizia europea cui si sono attenuti i magistrati italiani, Olaf Scholz ha rispedito a casa un certo numero di afghani. Non so se c’è un giudice a Berlino. Di sicuro c’è un governo che non si fa arrestare dai giudici.