2019-10-24
Favorito per la Procura di Roma il pm sconfessato su Mafia capitale
Il Csm oggi si prepara ad ascoltare Giuseppe Creazzo, il giudice nella lista nera di Matteo Renzi. Ma in pole position per prendere il posto di Giuseppe Pignatone c'è Michele Prestipino. Smentito dalla Cassazione sul «mondo di mezzo».Verrà sentito oggi dalla Quinta commissione del Csm Giuseppe Creazzo, il capo della Procura di Firenze considerato Nosferatu dai Renzi per aver ottenuto i domiciliari per babbo Tiziano e mamma Lalla, per aver aperto un'inchiesta per la bancarotta delle coop di famiglia e una per le false fatturazioni, per aver indagato il babbo per traffico di influenze illecite con un imprenditore di Barletta e per aver messo sotto indagine anche il cognato del Rottamatore Andrea Conticini e i suoi fratelli. Senza dimenticare le indagini sulla fondazione Open e sul suo ex presidente Alberto Bianchi (pure lui indagato per traffico di influenze) e sull'ex collaboratore di famiglia Patrizio Donnini (accusato di autoriciclaggio e appropriazione indebita). Dopo aver acquisito il curriculum, i membri del Csm ascolteranno l'idea che Creazzo ha per riorganizzare la Procura. Le audizioni cominceranno alle 10.30. In scaletta ci sono altri due candidati: Francesco Prete, procuratore di Velletri, e Cuno Jacob Tarfussr, giudice all'Aja. Sono le ultime tre audizioni degli otto aspiranti alla poltrona lasciata cinque mesi fa da Giuseppe Pignatone (i candidati erano 13, ma sono scesi a otto dopo defezioni). Da allora si è scatenata la guerra tra bande ricostruita dai pm di Perugia. In questi cinque mesi è accaduto di tutto: le dimissioni di cinque togati del Csm e del pg della Cassazione Riccardo Fuzio, indagato per aver rivelato un segreto d'ufficio a Luca Palamara, pm sospeso perché accusato di corruzione. Davanti alla Quinta commissione sono già passati Leonida Primicerio (pg di Salerno) e Salvatore Vitello (procuratore di Siena). Già ascoltato anche il pg di Firenze Marcello Viola: è la toga che aveva preso più voti (quattro) dalla vecchia commissione e che ha appreso di essere il candidato sponsorizzato da Palamara e dai parlamentari che incontrava nottetempo: Luca Lotti e Cosimo Ferri, all'epoca Pd e ora Italia Viva. «Si vira su Viola», disse Lotti il 9 maggio in un hotel romano con cinque ex togati. I convitati ragionavano su come allontanare Creazzo dalla Toscana: «Gli va messa paura con l'altra storia (un esposto presentato a Genova, ndr), no? Liberi Firenze, no?».Il vantaggio di cui godeva Viola era legato alla presunta discontinuità del suo profilo rispetto a Pignatone, ma non è detto che questo sia ancora l'aspetto determinante. Viola, però, ha anche una grande esperienza antimafia, ma non ha mai diretto una Dda. Requisito che, al contrario, vanta Creazzo, anche se in un ufficio meno centrale. È stato passato in rassegna l'altro giorno anche Franco Lo Voi, procuratore di Palermo (aveva preso un voto), unico che al momento guidi un ufficio che per numeri è paragonabile a quello della Capitale. In primavera era considerato il candidato di Pignatone.Alla seduta a porte chiuse (ma non segreta) hanno preso parte anche consiglieri che non fanno parte della commissione. C'erano Giuseppe Cascini, capogruppo di Area e procuratore aggiunto di Roma, i laici Emanuele Basile e Stefano Cavanna della Lega, il pentastellato Fulvio Gigliotti. I consiglieri vogliono ascoltare le audizioni e la speranza, in un gioco di marcature e veti, è giungere a una decisione quasi unanime. Anche la commissione per gli incarichi direttivi ha disposto l'audizione dei nove candidati alla nomina di procuratore generale della Cassazione per il posto lasciato scoperto da Fuzio. Sono tre gli esterni: il pg di Roma, Giovanni Salvi, di Napoli, Luigi Riello, e di Venezia, Antonello Mura. Gli altri sono magistrati della Suprema corte. Un gruppo nutrito appartiene alla Procura generale (tre avvocati generali e un sostituto pg), mentre altri due sono presidenti di sezione. Oggi si deciderà anche la sorte del procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che ha indagato su Etruria. Il plenum del Csm discuterà della sua riconferma dopo quattro anni. La relazione di maggioranza di Piercamillo Davigo si è espressa per la non conferma. La relazione di minoranza, esposta da Marco Mancinetti, invece, è per la conferma.Tornando alla Procura di Roma, il magistrato che la vulgata considera come favorito è Michele Prestipino, che gioca in casa in quanto già vice di Pignatone, capo della Procura distrettuale antimafia romana e attualmente facente funzioni di procuratore. Sembra lui in pole a Palazzo dei Marescialli, nonostante l'altro giorno non sia arrivato all'audizione con un ottimo biglietto da visita, per via dell'inchiesta su Mafia capitale cassata dai giudici della sesta sezione penale nella parte più importante, quella sul 416 bis, l'associazione di stampo mafioso su cui tanto puntavano Pignatone e lo stesso Prestipino. Il gruppo dell'ex Nar e del re delle cooperative rosse Salvatore Buzzi con la mafia non c'entra. La Cassazione ha sconfessato i giudici d'appello che avevano dato ragione alla Procura, tornando all'impostazione della sentenza di primo grado, nella quale il 416 bis era già stato escluso. Una decisione che ha suscitato più di una reazione come quella dell'avvocato Alessandro Diddi, difensore di Buzzi: «A Roma c'era un sistema marcio e corrotto e la sentenza di primo grado l'ha riconosciuto. La Procura ha provato a sostenere la mafia, ma la Cassazione ha detto quello che avevamo sostenuto fin dall'inizio». Insomma non si sarebbe puntato a sufficienza su una nuova Tangentopoli per andare dietro a cupole inesistenti.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)