2023-08-06
Farage non è solo, in Uk conti chiusi a giornalisti e preti
In un anno cancellati 350.000 depositi a privati e associazioni «non conformi» a standard etici woke. Stessa cosa negli Usa.È il passo successivo alla censura e consiste nel sospendere il conto corrente di un cittadino per motivi ideologici: si chiama «debanking» (da non confondere con l’altrettanto imbarazzante «debunking», la soppressione di presunte informazioni false), pratica ormai pericolosamente diffusa, che consente il taglio dei mezzi di sussistenza di chi dissente. Nel Regno Unito se ne sta parlando molto perché a farne le spese è stato un politico (di destra, ma certamente è un caso). La banca Coutts, del gruppo bancario NatWest, posseduto al 39% dal governo, ha infatti bloccato a fine giugno senza spiegazioni il conto corrente di Nigel Farage, membro del partito della Brexit. Farage ha ottenuto la relazione interna dell’istituto di credito, che ha messo nero su bianco che continuare ad averlo come cliente non era «compatibile con Coutts date le sue opinioni, in contrasto con la nostra organizzazione inclusiva». Nel documento di 40 pagine Farage è stato definito «truffatore» ed è stata stigmatizzata la sua amicizia con Donald Trump e con il tennista «no-vax» Novak Djokovic. Sulla questione è dovuto intervenire Rishi Sunak: «A nessuno deve essere impedito di utilizzare i servizi di base per le sue posizioni politiche. La libertà di parola è pietra miliare della nostra democrazia», ha twittato il premier, mentre il ministro delle finanze Jeremy Hunt ha chiesto ai servizi finanziari del Paese d’indagare, sollecitando multe: «Sospendere un conto per le opinioni politiche del titolare è chiaramente contro la legge e non dovrà più accadere». E’ a questo punto che l’amministratore delegato del gruppo NatWest Alison Rose e il Ceo di Coutts, Peter Flavel, si sono dovuti dimettere. Farage - dopo che altre nove banche gli hanno rifiutato l’apertura di un conto perché «politically exposed person» («Pep») - ha aperto il sito accountclosed.org per raccogliere le segnalazioni degli altri debankati: «Succederà anche alle piccole aziende che non vogliono abbandonare il contante». E continua a battersi come un leone: «L’establishment sta cercando di cacciarmi dal Regno Unito chiudendomi il conto. Questa è una persecuzione politica del nostro sistema ai massimi livelli. Se lo possono fare con me, lo possono fare con tutti voi». E ha ragione: quello che ha scoperchiato con il suo caso è il vaso di Pandora.Le banche britanniche stanno infatti chiudendo più di 1.000 conti al giorno, ha rivelato il Daily Mail dopo una richiesta di accesso agli atti inoltrata alla Financial conduct authority. I conti chiusi sono aumentati da meno di 50.000 nel 2016 a quasi 350.000 l’anno scorso. Un numero sempre più elevato di aziende, privati ed enti di beneficenza si sono visti chiudere i depositi senza alcuna prova di illeciti. Alcune banche eccedono nello zelo per ottenere punteggi sociali e di governance più elevati nel range dei gruppi che affermano di rappresentare minoranze oppresse: tutto fa brodo, anche la censura illegale travestita da «etica aziendale». Circa 90.000 cittadini sono stati classificati dalle banche come «persone politicamente esposte» (Pep). Tra questi, il giornalista Simon Heffer, amico di Farage (attenzionato dalla sua banca in quanto tale), e il figlio dell’ex Cancelliere dello Scacchiere Nigel Lawson: Dominic Lawson aveva riscontrato problemi nell’aprire un conto a nome di sua figlia affetta da sindrome di Down e ha scoperto che il problema era che il suo defunto padre aveva sfidato l’ortodossia del cambiamento climatico, finendo nella lista dei «Pep» insieme con i suoi familiari. Metro Bank ha negato i servizi bancari a Our Duty, associazione di 2.000 genitori contraria alla transizione di genere dei bambini, perché «in conflitto con la cultura e le idee della banca». Anche Stuart Campbell, blogger indipendentista scozzese anti woke, ha denunciato che la sua banca First Direct gli ha cancellato il conto senza preavviso: l’ha scoperto cercando, invano, di pagare la spesa al supermercato. Perfino il reverendo Richard Fothergill è stato «debankato» dalla Yorkshire Building Society (Ybs) per le sue critiche alle teorie di genere con la motivazione «abbiamo un approccio di tolleranza zero alla discriminazione». E gli editori del popolare podcast non allineato Triggernometry, sono stati vittime di debanking da parte della società fintech Tide.La pratica illegale purtroppo non è esclusiva soltanto del Regno Unito: l’anno scorso aveva suscitato clamore la decisione di PayPal di congelare l’account di Toby Young, attivista della libertà di espressione negli Stati Uniti. Anche il gruppo di genitori UsForThem, contrario alla chiusura delle scuole durante i lockdown, ha subìto lo stesso trattamento. In Canada, a sospendere i conti dei dissenzienti ci ha pensato direttamente il governo: durante la protesta dei camionisti contro il green pass («Freedom Convoy»), il ministro delle finanze Christya Freeland ha annunciato la sospensione dei conti correnti e dell’assicurazione dei veicoli usati durante la protesta. In totale, le banche canadesi hanno congelato 7,8 milioni di dollari appartenenti a circa 200 titolari di conto collegati ai manifestanti, paralizzando sul nascere il movimento di protesta, mentre la piattaforma di crowdfunding GoFundMe ha trattenuto milioni di dollari di donazioni che erano state versate ai camionisti.L’inquietante aumento dei casi di debanking è uno dei sintomi più gravi della crisi della libertà di parola: banche, aziende e istituzioni possono punire chi dissente. E anche se il governo inglese è intervenuto, il segnale è ormai lanciato: chi tocca i fili muore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.