2019-06-19
Facebook ha lanciato la moneta virtuale. Per banche e governi suona l’allarme
Mark Zuckerberg presenta la sua criptovaluta: si chiamerà libra e funzionerà via cellulare. Per il sistema globale è un terremoto.Istruzioni per i mainstream media e per la stampa più conformista: sparare a palle incatenate contro i minibot italiani, e invece esaltare libra, la criptovaluta di Facebook. È la contraddizione che balza agli occhi in queste ore, insieme al consueto doppio standard nella valutazione dei fenomeni nuovi: da respingere, secondo alcuni, se hanno una sfumatura sovranista, e invece da accogliere a braccia aperta, se hanno un sapore «global». In ogni caso, l'attesa è quasi finita, ed è stato lo stesso fondatore Mark Zuckerberg a confermare che Facebook lancerà nel 2020 una sua valuta virtuale, chiamata appunto libra (e garantita da una riserva di asset reali). Diciamolo subito: l'intuizione di partenza è geniale come tutte le cose semplici. Dice Zuckerberg: «Ci sono circa un miliardo di persone che non hanno un conto in banca ma hanno un cellulare». E ancora: «Aspiriamo a rendere facile per tutti inviare e ricevere soldi proprio come si usano le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto». Quello che potremmo chiamare «denaro social» è dunque in primo luogo rivolto, nelle intenzioni del promotore principale, alle persone che non hanno accesso alle banche tradizionali. Zuckerberg segna quindi una nuova tappa. Così come esistono compagnie di taxi che non hanno auto proprie (Uber), o compagnie di alloggio che non hanno case proprie (Airbnb), o broadcaster che non producono contenuti propri (YouTube), la smaterializzazione fa un ulteriore passo con questa valuta. Non c'è alcun dubbio: il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi. Ma entriamo nei dettagli del progetto, che vede l'adesione, oltre a Facebook, di altre 27 realtà, da Visa e Mastercard a PayPal, da Uber agli operatori telefonici Vodafone e Iliad. La tecnologia è sul modello blockchain e maggiori informazioni si trovano nel sito libra.org.La convinzione di Zuckerberg è quella di offrire un'opportunità in più a chi non voglia usare contante o gli altri strumenti esistenti, puntando in particolare a una generazione di «nativi digitali» abituati non solo a usare lo smartphone ma a vivere immersi in quella dimensione. E le parole di Zuckerberg, nel suo post di lancio su Facebook, sono esattamente rivolte a loro: «Aspiriamo a rendere facile inviare e ricevere soldi proprio come si usano le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto».Zuckerberg ha contestualmente annunciato anche il varo dell'iniziativa collegata Calibra (definita «sussidiaria indipendente»), che metterà a disposizione i servizi per spendere e conservare libra. Si partirà con un portafoglio digitale che sarà disponibile su Whatsapp, Messenger e come app a sé stante: «Da subito consentirà di mandare libra a chiunque abbia uno smartphone», mentre si rimane un po' nel vago sui costi («gratis o a basso costo», ha scritto Zuckerberg), precisando che «Calibra sarà regolata come altri fornitori di servizi di pagamento». Il fondatore ha inoltre assicurato che ogni informazione condivisa su Calibra resterà separata da quelle condivise su Facebook: un modo per mettere le mani avanti rispetto a un ulteriore salto di qualità nella profilazione di un paio di miliardi di esseri umani, di cui già Facebook conosce gusti, consumi, preferenze. Per non dire dello scandalo Cambridge Analytica, che accese potenti riflettori (e poderosi interrogativi) sulla gestione di quei dati. La parte finale del messaggio di Zuckerberg è - per così dire - futurizzante: «Nel tempo speriamo di offrire più servizi alle persone e alle imprese, come pagare le bollette con un tasto, acquistare il caffè con la scansione di un codice o usare il trasporto pubblico locale senza dover portare contanti o una tessera».Inutile girarci intorno: Facebook lancia così una specie di assalto finale a banche e sistemi di pagamento tradizionali, invitando i 2,4 miliardi di utenti del social network a convogliare lì i loro pagamenti, il loro giro d'affari, trasformando l'immensa arena di Facebook-Instagram-Whatsapp-Messenger in uno spazio economico senza confini, senza commissioni, senza intermediazioni, senza attese e senza fisicità. E con un oggettivo scavalcamento del vecchio mondo, fatto di banche centrali e governi: realtà già messe alla prova da Bitcoin e critpovalute, ma ora sfidate in modo ancora più massiccio. Quei 2,4 miliardi di utenti costituiscono infatti una massa cento volte maggiore della stima più ottimistica dell'attuale mercato delle criptovalute esistenti. Davanti a questa sfida immensa, su Facebook pende l'onere di rendersi credibile ai propri potenziali clienti. Sui vecchi soggetti (banche in primis) quello di trovare il modo di interagire con questa nuova realtà, per non esserne spazzati via.