2024-03-14
Londra chiude la fabbrica dei bambini trans l’ospedale del Papa la apre
In Gran Bretagna addio alla clinica Tavistok e stop ai farmaci per bloccare la pubertà. Al Gemelli, invece, si inaugura un poliambulatorio per curare la disforia di genere.Era il 2018 quando The Spectator, settimanale britannico con quasi 200 anni di storia, sollevò il velo sui trattamenti per il cambio di sesso dei bambini. Il periodico, che in passato fu diretto anche dall’ex premier inglese Boris Johnson, pubblicò un’inchiesta per raccontare il dietro le quinte della clinica Tavistock di Londra, ma anche lo spaventoso aumento delle «cure» erogate dal Servizio sanitario nazionale per la cosiddetta disforia di genere. Ricordo che gli articoli dello Spectator mi colpirono a tal punto che decisi di pubblicare un servizio analogo su Panorama, facendone una copertina. Sono trascorsi più di cinque anni da allora e la clinica degli orrori, dopo che alcuni medici si dichiararono pentiti di aver avviato verso il cambio di sesso adolescenti che erano soltanto confusi, verrà chiusa a fine mese, mentre martedì il National health service ha messo fuorilegge i farmaci usati per bloccare la pubertà, riconoscendo che i trattamenti contro la disforia di genere sono stati erogati in modo superficiale e senza rispetto dei protocolli. Implicitamente, il Servizio sanitario nazionale ha ammesso che spesso quelle cure sono state condizionate dalle pressioni dei militanti del movimento trans su medici e management della clinica più attiva nei cambi di sesso sui minori. Di qui la decisione di chiudere il Tavistock Centre, di vietare i farmaci per la disforia di genere e anche di bloccare la discussa legge gender free della Scozia.Insomma, in Gran Bretagna, il Paese della libertà, anche sessuale, dove il movimento trans è più che attivo, si fa marcia indietro, perché, come disse mesi fa il primo ministro Rishi Sunak, un uomo è un uomo e una donna è una donna, e al momento non risulta esistano un terzo o un quarto sesso. In Italia, al contrario, si procede nella direzione opposta. Infatti, mi ha impressionato una notizia passata quasi inosservata sulla stampa nazionale. Il Gemelli, ossia l’ospedale del Papa, ha annunciato l’apertura di un poliambulatorio per le cure della disforia di genere. In pratica, quello che a Londra si chiude, a Roma, e proprio nel più importante presidio sanitario cattolico della capitale, si apre. Non è chiaro se in futuro al Gemelli somministreranno la triptorelina, uno dei farmaci che bloccano la pubertà e che il servizio sanitario inglese ha bandito, ma il poliambulatorio, in cui opererà uno staff di psichiatri e psicoterapeuti con il supporto di endocrinologi e nutrizionisti, alla fine rilascerà una sorta di attestato che consentirà al minore di ottenere, negli ospedali che la praticano, la terapia ormonale di avvio alla transizione di genere. In pratica, il Gemelli darà una sorta di via libera ai bambini per il cambio di sesso. Tutto ciò, non soltanto mentre la Gran Bretagna, che in materia era all’avanguardia, fa retromarcia e frena sulle cure per bloccare la pubertà, ma mentre all’ospedale Careggi di Firenze, il più grande della Toscana, è aperta un’indagine per appurare se la somministrazione della triptorelina sia avvenuta senza rispettare i protocolli imposti dall’Aifa. Secondo alcune denunce, in riva all’Arno sarebbero accadute le stesse cose che hanno portato il Servizio sanitario inglese a bloccare tutte le terapie per il cambio di sesso dei minori e a spingere per la chiusura della clinica Tavistock, dove la transizione dei bambini era programmata come in una catena di montaggio. È vero che da noi le mode arrivano sempre in ritardo, ma in questo caso sono già chiare le controindicazioni di una deriva che, approfittando dei disagi minorili, spinge i bambini a cambiare sesso. Come è possibile dunque che, nonostante quanto accaduto in Gran Bretagna, nonostante il pentimento di medici e psichiatri, al Gemelli si vari un’equipe per la disforia di genere? Non contano nulla le parole della scrittrice più venduta nel mondo, J.K. Rowling? Nei giorni scorsi, l’autrice dei romanzi che hanno come protagonista Harry Potter ha definito quello che è successo con le cliniche per trans «uno dei peggiori scandali medici della storia» commentando la pubblicazione dei documenti interni della World professional association for transgender health, ossia della più grande e influente organizzazione che promuove il cambio di sesso dei minori. «I Wpath files mostrano al di là di ogni dubbio che interventi chirurgici e farmaci i cui benefici non sono dimostrati vengono somministrati a persone che non possono dare il consenso informato (perché minori, ndr)». E al Gemelli che fanno? Invece di indignarsi istituiscono il poliambulatorio per il lasciapassare al cambio di sesso?
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