2023-05-05
Macché boicottaggio agli aerei russi. A terra ora restano quelli occidentali
Un F-16 «Fighting Falcon» (Getty Images)
Le sanzioni avrebbero dovuto fermare l’aviazione dello zar. Eppure la carenza dei pezzi di ricambio colpisce i voli civili e militari del Vecchio continente e d’Oltreoceano. Taiwan conferma: «Gli F16 Usa sono in ritardo».Ricordate quando ci dicevano che, grazie alla potentissima arma delle sanzioni, l’aviazione russa sarebbe collassata? Gli aerei dovevano rimanere a terra o, al più, decollare mettendo a rischio equipaggio e passeggeri: le flotte del Paese di Vladimir Putin, infatti, non avrebbero più trovato elettronica e pezzi di ricambio. Una grossa gatta da pelare, per uno Stato dalle dimensioni sterminate, in cui le città spesso distano ore di volo le une dalle altre. Ebbene: alla fine, i velivoli che non riescono a staccarsi dalla pista sono quelli occidentali. E l’aspetto più preoccupante è che gli intoppi riguardano non solo il settore civile, ma anche quello militare. Ieri, il ministro della Difesa di Taiwan, Chiu Kuo-cheng, ha fatto sapere che la consegna di ben 66 caccia avanzati americani, del tipo F16V, è in ritardo a causa dell’interruzione della catena di approvvigionamenti, che stenta a operare a pieno regime, dopo il blocco degli anni della pandemia. E la crisi delle materie prime, acuita dalla guerra, non aiuta. Nel 2019, gli Usa avevano approvato la vendita a Taipei di 200 esemplari da combattimento, per un totale di 8 miliardi di dollari. Così l’isola, minacciata dalle mire espansionistiche cinesi, si sarebbe ritrovata il più nutrito parco di caccia dell’intero continente asiatico. Taiwan ha anche ordinato alcune decine di più moderni F16V, che montano un’avionica innovativa, nuovi armamenti e sistemi radar, che consentirebbero alla patria dei microchip, considerata perciò strategica da Washington, di difendersi più efficacemente da eventuali raid di Pechino. Tuttavia, le consegne previste per il quarto trimestre del 2023 sono slittate all’estate dell’anno prossimo. Il ministro Chiu ha chiesto agli Stati Uniti di «porre rimedio», spedendo intanto pezzi singoli, da impiegare sulla flotta già in servizio. «Stiamo minimizzando il danno», ha assicurato il rappresentante di Taipei. La vicenda, comunque, non indirizza alla Cina un segnale di solidità e affidabilità dell’Occidente. E un’analoga impressione di egemonia scricchiolante la trasmette il caos che sta investendo alcune compagnie low cost in Europa. Ad esempio, l’olandese Transavia, solo nelle ultime quattro settimane, ha dovuto annullare 37 voli e lasciare al gate d’imbarco oltre 15.000 passeggeri. Nelle prossime settimane seguiranno altre cancellazioni, per via del rinvio della consegna di «cinque aerei extra noleggiati per i mesi estivi». Il cui volume di spostamenti lascia presagire ulteriori guai. Il punto è che, dei 45 apparecchi a disposizione della compagnia, otto sono fermi: tre non hanno le carte in regola per questioni burocratiche, cinque hanno bisogno di manutenzione in quanto coinvolti in incidenti a terra, o essendo stati colpiti da un fulmine. E nessuno riesce a procurarsi componenti di ricambio. Esattamente quello che doveva essere il destino dei velivoli russi. L’ironia del destino, come ha fatto notare Europa today, si è estesa pure ad altre società che lavorano nel Vecchio continente, da Lufthansa a Ryanair. Persino l’americana United Airlines ha qualche grattacapo. E gli aerei di Mosca, bersagliati dalle sanzioni?A fine marzo, un’inchiesta di Forbes ha mostrato che la Russia sta aggirando gli embarghi. A volte, prova a rivolgersi direttamente a fornitori occidentali, attraverso società fantasma costituite nell’ultimo anno negli Emirati o in ex Repubbliche sovietiche. In altri casi, segue le scappatoie ideate dall’Iran e, servendosi di mediatori compiacenti, probabilmente indiani e cinesi (la Turchia ha da poco vietato i rifornimenti ai Boeing operati da vettori russi), acquista al mercato nero. Certo, i prezzi salgono, i bilanci delle compagnie entrano in sofferenza e alcuni incidenti, per fortuna non gravi, provano che la sicurezza del trasporto aereo si sta deteriorando. Fatto sta che, a febbraio 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il numero di passeggeri domestici è aumentato di 50.000 unità. E ad aprile, le società che gestiscono le tratte interne hanno programmato il 2% in più di posti-chilometri disponibili rispetto al 2022. Proprio il mese scorso, peraltro, Aeroflot per la prima volta ha inviato a Teheran un suo velivolo, per lavori di riparazione e manutenzione. A conferma che la realtà è un po’ più sfaccettata e complessa di quanto si creda a Bruxelles e Oltreoceano: c’è tutto un pezzo di mondo, che rappresenta il 26% delle terre emerse, il 25% del Pil globale e il 42% della popolazione presente sul pianeta, che non ha tagliato i ponti con Putin e non ha isolato il Cremlino. Alla lunga, i costi del divorzio dall’Occidente saranno pesanti per la Russia, specie in termini geopolitici. Ma qualche paracadute s’è aperto. E non si può dire che noi viviamo nell’età dell’oro.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)