2021-02-13
Ferma l’ex Ilva di Invitalia, manca il decreto
Domenico Arcuri si è intestato il salvataggio dell'azienda attraverso la statalizzazione. Ma il governo uscente non ha firmato il dl e non sono stati versati i 400 milioni annunciati a dicembre. Tutto è bloccato. Per Mario Draghi però questa è l'occasione per sostituire il super commissario.Il 10 febbraio a Taranto si è aperto un nuovo tavolo tra sindacati e Arcelor Mittal. La trattativa, se così si può chiamare, è durata poco. Meno di 24 ore. Il tavolo è subito saltato e le sigle hanno indetto uno sciopero per il prossimo 24 febbraio. Lo strappo si è consumato per un motivo molto semplice. La controparte pubblica, cioè i vertici di Invitalia e la persona di Domenico Arcuri, non si sono presentati agli incontri. Comprensibile che i sindacalisti abbiano colto l'opportunità per alzare i toni e attirare l'attenzione. Anzi, legittimo. In realtà tutti sapevano che Arcuri non si sarebbe potuto presentare perché a oggi non ha ruoli nella nuova società dell'acciaio. I 400 milioni annunciati lo scorso 11 dicembre da parte di Invitalia non sono ancora stati bonificati. Il governo non ha mai firmato il decreto legge in grado di formalizzare la joint venture con gli angloindiani. Prima ha atteso il cenno di assenso dall'Ue e poi è arrivata la crisi a stoppare tutto. Formalmente il super commissario alle mascherine, ai banchi a rotelle, ai vaccini e all'acciaio non ha alcuna colpa del ritardo. Però è interessante osservare quanto e come abbia cambiato atteggiamento. Dalla postura di chi attende la medaglia al petto al low profile quasi con l'obiettivo di sparire dall'obiettivo. Un mese dopo la firma in pompa magna con la controparte Lucia Morselli, è stato organizzato un incontro con i sindacati per fare il punto della situazione. Era il 12 gennaio. A presenziare i vertici nazionali di sigle interessate. Arcuri non si presenta. Al suo posto, a rappresentare Invitalia c'è Ernesto Somma, capo del dipartimento innovazione. Tirato in ballo dai sindacati, il manager ha fatto presente di essere seduto attorno al tavolo come osservatore in attesa che l'Ue si pronunciasse e in attesa che il governo formalizzasse l'intervento di Invitalia. Dieci giorni dopo a Genova si commemora la morte di Guido Rossa, il sindacalista ucciso dall Br per aver denunciato infiltrazioni in fabbrica. In via Fracchia, luogo dell'eccidio, Lucia Morselli non c'è. È presente invece il commissario all'epidemia. «Guido Rossa era una persona normale che ebbe il coraggio di non voltarsi dall'altra parte. Aveva la forza delle persone normali. Si batté per tutti, anche per chi si voltava dall'altra parte. E la storia viene fatta dalle persone normali», disse l'amministratore delegato di Invitalia, il quale, dopo aver commemorato la vittima e l'Italsider, lascia il microfono al segretario Fiom, Francesca Re David. La sindacalista non si lascia sfuggire l'occasione per tirare fuori l'argomento ex Ilva. «Noi allo stato non abbiamo sottoscritto e non siamo stati coinvolti in nessuna trattativa», ha sottolineato la Re David, «ma è importante che lo Stato rientri nella siderurgia. Par di capire che finché non è completata la questione europea che riguarda l'Antitrust non ci sarà nulla di formale e ufficiale», e ha svelato: «Abbiamo incontrato l'azienda in un breve incontro informativo con anche Invitalia in cui ci hanno illustrato in grandi linee il piano industriale che ha consentito l'accordo», ha concluso il segretario Fiom ribadendo che «continuiamo a dire che se non si fanno gli investimenti e in fretta rimane tutto fermo. Il mercato della siderurgia è in risalita e quindi è necessario che sia veloce la ripartenza». Nessuno smentita dal presente Arcuri. Non aveva d'altronde motivo per farlo. Tanto che a fine gennaio da Bruxelles è arrivato il responso. Con qualche giorno di anticipo sul calendario, la Commissione ha approvato l'acquisizione del controllo congiunto di Am investco da parte di Invitalia e Arcelor Mittal. La Commissione ha deciso che l'acquisizione proposta (la notifica a Bruxelles è stata fatta il 6 gennaio) non solleverà problemi di concorrenza, «data l'assenza di sovrapposizioni e collegamenti verticali tra le attività delle società nello spazio economico europeo».Eppure dalla data del 22 gennaio Arcuri non è più tornato sul tema. Avrebbe potuto farlo visto che il tema acciaio se l'è intestato. Avrebbe dovuto anche fare pressing sul governo. Invece non risulta. Il lato positivo è che il nuovo esecutivo può ancora fare un passo indietro. Dopo aver sollevato dagli incarichi commissariali il manager Arcuri, potrebbe anche rivedere la nomina del medesimo alla presidenza della newco che dovrebbe occuparsi del futuro dell'acciaio, che in Italia è al suo momento infimo (basti pensare anche a Piombino). Solo tra Taranto e la Liguria ci sono 1.600 operai in cassaintegrazione straordinaria da novembre 2018. L'accordo al Mise dello stesso anno prevedeva di ricollocarli tutti, mentre quello di dicembre 2020 non li tiene più in considerazione. Per questo i sindacati l'altro ieri hanno chiesto «ammortizzatori sociali speciali per l'intero periodo previsto dal piano industriale con l'introduzione dell'integrazione salariale». Serve infine un vero piano industriale. A Mario Draghi il compito di affidare a un esperto il rilancio dell'ex Ilva.