2024-11-17
Eusapia Palladino: la medium analfabeta che fece vacillare il positivismo scientifico
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Eusapia Palladino (al centro seminascosta) durante una seduta spiritica in Germania nel 1903 (Getty Images)
Alla fine del secolo XIX un'orfana cresciuta a Napoli attirò su di sé il dibattito del mondo scientifico negli anni d'oro dello spiritismo: da Cesare Lombroso a Pierre Curie a Camille Flammarion fino al nobel Charles Richet.A cavallo tra i secoli XIX e XX una povera contadina analfabeta fu in grado di produrre un lungo dibattito tra la scienza positivista degli accademici italiani e stranieri di tutto il mondo e il fenomeno crescente dello spiritismo e della parapsicologia. Il confronto, durato per decenni, coinvolse anche la stampa che produsse fiumi di inchiostro per supportare o smentire i prodigi dei medium che in quel periodo parevano realmente in grado di fare da ponte tra il mondo dei viventi e gli spiriti dei defunti attraverso le sedute spiritiche, durante le quali furono sperimentati metodi e strumenti di ricerca propri delle scienze applicate, che vivevano in quegli anni di una fortissima spinta innovativa. Lo spiritismo si era sviluppato a livello internazionale alla metà del secolo XIX grazie al clamore suscitato dalle esperienze di alcuni medium come le statunitensi sorelle Fox ed in seguito divulgato e approcciato con metodo analitico dal pedagogo e filosofo francese Allan Kardec. La medium che in Italia rappresentò il punto di riferimento dello spiritismo fu Eusapia Palladino. Figura agli antipodi delle élites accademiche di fine Ottocento, era nata nel 1854 a Minervino Murge, un paese agricolo a 350 metri sul livello del mare nell’entroterra dell’attuale provincia di Barletta-Andria-Trani. Eusapia Palladino, che rimarrà sempre analfabeta, rimase orfana di madre e padre in tenera età, quest’ultimo forse ucciso dagli uomini del famoso brigante Carmine Crocco. Inizialmente custodita da un concittadino la giovane Eusapia, bambina selvaggia e renitente all’educazione, fu mandata a Napoli a servizio di alcune famiglie borghesi. Spesso rifiutata per il carattere indomabile, approdò infine presso la famiglia Mingaldi. Qui avvenne il fortuito incontro con il mondo scientifico. I Mingaldi erano amici di Giovanni Damiani, un palermitano che visse e lavorò per diversi anni a Londra, dove venne in contatto con lo spiritismo grazie alla frequentazione della famosa medium Mary Marshall. A Napoli notò le peculiari caratteristiche della piccola orfana, che più volte aveva mostrato la capacità di spostare oggetti generando fenomeni poltergeist e decise di adottarla. Presto la fama si espanse nella città partenopea, particolarmente sensibile a questo tipo di fenomeni. La differenza nel caso di Eusapia fu che da subito i suoi presunti poteri sovrannaturali furono presentati alle élites intellettuali e scientifiche. Presto da Napoli la voce si sparse nel resto del Regno d’Italia, e anche la stampa iniziò a parlare di quella umile ragazza in grado di far levitare tavolini, spostare mobili pesanti mentre si udivano tonfi, si materializzavano luci e suoni di strumenti musicali, carezze o piccoli schiaffi sui volti dei partecipanti alle sue sedute spiritiche, calchi di visi umani sul gesso. Tramite Damiani, Eusapia fu scoperta da colui che sarà il suo mentore (per non usare l’espressione manager) il professor Ercole Chiaia, illustre medico e appassionato di ricerca sul sovrannaturale. Inizialmente scettico, l’accademico napoletano rimase colpito dai poteri di Eusapia dopo una seduta nel 1886 alla quale partecipò anche il grande scrittore e critico letterario Luigi Capuana. Tre anni dopo, la medium è invitata al convegno internazionale di psicologia fisiologica dove è presente il gotha delle scienze positive di fine secolo. Le dimostrazioni di Eusapia, approcciate con il metodo delle scienze moderne, lasciano sbalorditi i partecipanti. Alle sue sedute tra i molti esponenti del mondo accademico come lo psichiatra e antropologo Enrico Morselli (inizialmente molto scettico ma in seguito conquistato dai misteri della Palladino), il fisiologo Angelo Mosso e soprattutto il professor Cesare Lombroso, padre dell’antropologia criminale. Quest’ultimo rimarrà talmente impressionato dalle sedute spiritiche della medium napoletana da diventarne in seguito una sorta di padre putativo. La prima seduta a cui partecipò Lombroso si tenne dopi il convegno, a Napoli presso l’Hotel de Génève il 2 marzo del 1891. Per volere dell’accademico veronese e del comitato scientifico che avrebbe studiato la seduta della Palladino, la prova avrebbe dovuto svolgersi in piena luce, dopo un’attenta analisi medica della medium e l’attento controllo sul corpo della stessa e sugli arredi della stanza. Durante la seduta i fenomeni, nonostante la luce piena, si ripeterono e la Palladino convinse Lombroso di avere con sé lo spirito della madre dello scienziato, che asserì di essere stato sfiorato da un volto femminile. Al di là della suggestione che le sedute di Eusapia generavano, l’approccio di Lombroso e di molti altri uomini di scienza che la studiarono non fu spiritista: piuttosto la psicologia e la fisiologia cercavano di spiegare i fenomeni generati dalle sedute in una chiave prettamente scientifico-clinica. Si ipotizzò di poteri speciali che la medium riusciva a mettere all’opera grazie ad una forza mentale che avrebbe generato i rumori e gli spostamenti di oggetti o levitazione del tavolo. Per questo furono applicati strumenti di misura alle sedute e si arrivò ad ipotizzare che i poteri della Palladino fossero generati dagli esiti di un trauma cranico (i cui segni erano visibili in una grande cicatrice sulla testa della medium) che Eusapia subì in tenera età. Moltissime furono tra gli anni Ottanta e Novanta del XIX secolo le personalità che parteciparono alle sedute della medium napoletana, tra cui Gabriele d'Annunzio, il quale assieme all'amico Giulio Cantalamessa fu presente nel 1886 ad una seduta nella casa napoletana della contessa russa Polozoff. Si narra che il Vate e l'amico, giunti carichi di scetticismo e con atteggiamento di scherno, fossero stati scaraventati sotto un divano dalla forza disumana di uno spirito gigantesco evocato dalla medium irritata dall'azione di disturbo dei due. Alla fine del secolo, sotto la protezione del professor Chiaia, Eusapia Palladino compì un vero e proprio tour europeo. Fu a Parigi (dove fu studiata nientemeno che da Pierre Curie e dall’astronomo Camille Flammarion che ne divenne fervente seguace), a Varsavia presso l’illustre psicologo positivista Julian Ochorowicz. Nel 1892 si tennero a Milano una serie di sedute, che generarono molto fragore per la presenza di grandi esponenti del mondo scientifico. La stampa come era prevedibile, cominciò un battage che divise le opinioni tra i fautori dell’approccio scientifico allo spiritismo e gli spiritisti convinti da una parte e i detrattori, portavoce del più assoluto materialismo scientifico, tesi a dimostrare la presenza di trucchi dietro le sedute della medium. In particolare il Corriere della Sera si distinse per la volontà di smontare il fenomeno con una serie di articoli che portavano la firma del fondatore e direttore della testata milanese, Eugenio Torelli Viollier. Lungi da spegnere l’astro della Palladino, gli articoli del quotidiano cercarono di dimostrare l’abilità di Eusapia nel gestire la catena medianica e la suggestione generale, pubblicando anche una serie di illustrqzioni che avrebbero dovuto smascherare il fenomeno. Negli anni seguenti, tra il 1892 e il 1909 la fama di Eusapia proseguì senza sosta, con la medium ormai non più giovane e molto provata dal continuo tour de force e dalle trance imposte nelle sedute. Anche la sua vita privata a Napoli fu funestata da un matrimonio infelice, che neppure i proventi delle costosissime sedute parvero alleviare. Alla morte di Chiaia il testimone di protettore scientifico della Palladino passò dapprima al «papà Lombroso» come Eusapia chiamava il professore, quindi al britannico naturalizzato statunitense Hereward Carrington, presidente dell’American Society for Psychical Research che aveva partecipato ad alcune sedute a Napoli nel 1908, smascherando alcuni trucchi della medium ma rimanendo comunque convinto dell’inspiegabilità di alcuni fenomeni. Per mezzo dei suoi articoli scientifici sul giornale della Società di cui era presidente, Carrington riuscì ad organizzare il viaggio di Eusapia Palladino a New York alla fine del 1909. Quella che fu la reazione della stampa a Milano, in cerca di scoop che smascherassero la frode, fu ancora più marcata per voce del New York Times, che si tradusse in una violenta serie di articoli che attaccavano non solo l’italiana illetterata che pensava di ingannare la scienza, ma anche i suoi protettori nel mondo accademico. E fu proprio il quotidiano newyorchese ad organizzare la trappola ad una ormai anziana e stanca medium. La Palladino accettò la sfida, assecondando le condizioni sfavorevoli a cui sarebbe stata sottoposta durante la seduta organizzata dal New York Times: i partecipanti sarebbero stati noti nemici della medium, che avrebbe avuto i piedi legati e poca possibilità di movimento anche agli arti superiori. Tra gli organizzatori, assieme a Carrington, vi fu l’illusionista Howard Thurston, una star negli Stati Uniti, chiamato per smascherare i trucchi della Palladino. La seduta fu programmata alle 20:30 del 22 maggio 1910 al 22° piano della Times Tower, ma Eusapia Palladino non si presentò, avendo rifiutato le condizioni della prova. Carrington, deluso, dovette scrivere una lettera di scuse ai lettori del quotidiano e l’astro della Palladino negli Usa si spense definitivamente con il suo ritorno a Napoli nella tarda primavera del 1910. Ormai stanca e ammalata, la medium che aveva messo in dubbio le incrollabili tesi del materialismo scientifico si ritirò, diradando di molto l’attività spiritista. Le scienze progressive del secolo precedente avevano passato il testimone al rombo del cannone e la comunità scientifica che l’aveva in tanti casi protetta si era dileguata di fronte alla tragedia della Grande Guerra. Durante la tournée americana, la Palladino era stata scoperta a impiegare alcuni trucchi durante le sedute. Pare che possedesse capacità di movimento degli arti simili a quelle dei contorsionisti e che riuscisse a liberare i piedi dalle scarpe per provocare i movimenti dei tavolini, mentre era in grado di liberare una mano dalla catena medianica per produrre gli effetti sensoriali sui partecipanti. Altri fenomeni, tuttavia, rimasero inspiegabili come lo stesso Thurston ebbe ad ammettere dopo l’esperienza americana della medium partenopea. La scienza internazionale, non essendo riuscita a dare un fondamento razionale ai fenomeni a cui aveva assistito negli anni precedenti, abbandonò gradualmente l’attenzione sullo spiritismo, che negli stessi anni veniva fermamente condannato dalla Chiesa. Eusapia Palladino morì per le complicanze di una grave nefrite il 13 maggio 1918, poco prima della fine della guerra. Morta povera così come era nata, durante la fase del massimo successo e della temporanea prosperità economica donò gran parte dei suoi averi ai diseredati di Napoli, in particolare ai bambini dei vicoli più degradati. E forse questo fu il fenomeno più miracoloso di tutta la sua vita, durante la quale la scienza e la ragione vacillarono di fronte ai fenomeni generati da una povera orfana analfabeta.