2021-08-28
L’Europa si proietta verso l’Africa e usa il Ruanda contro il terrorismo
Il nuovo piano Ue per il sostegno militare al Continente nero vede l'Italia in prima fila.La parte dell'accordo concluso dalla Casa Bianca con i talebani afgani, in base alla quale gli americani avrebbero avuto a disposizione alcuni mesi per completare il ritiro dal Paese asiatico in cambio della cessione del controllo del Paese, era carta straccia fin dall'inizio. Washington non poteva ignorare che le differenti fazioni talebane, da sempre in competizione, avrebbero sfruttato il vuoto politico per guadagnare posizioni l'una nei confronti dell'altra. La guerra ibrida è una modalità di confronto geopolitico che amplia i campi e le modalità di scontro, offusca il coinvolgimento degli Stati e ne favorisce la dispersione di responsabilità. L'impero sta delegando alle province e ai propri popoli clienti la difesa del limes nella speranza di riuscire a contenere e ammansire il nemico principale, la Cina. A tale causa verrà sacrificato l'Afghanistan, che per contenere Pechino dovrà ritornare a essere un focolaio di tensione. Collegando i vari epicentri di crisi esistenti o in sviluppo tra Asia e Africa si può notare che il gigante americano, in coordinazione - più o meno consapevole - con gli alleati nordatlantici, sta resettando la propria strategia di proiezione fondandola sulla capacità di impostare un arco di instabilità controllato a distanza basato sulla lotta al terrorismo, ovvero alle varie forme di estremismo e criminalità. Una strategia della destrutturazione controllata, adatta soprattutto a destabilizzare i luoghi di presenza cinese e al contenimento della sua espansione globale. Una soluzione che potrebbe portare per logorio al crollo del regime cinese, salvando però il Paese da un terremoto finanziario. L'Occidente non si può permettere uno scenario simile allo sfaldamento dell'Unione sovietica. L'economia cinese deve essere contenuta ma, se possibile, mantenuta, vista la sua importanza su scala globale. La strategia della destrutturazione controllata rilancerebbe la logica degli scacchi e riporterebbe, pur nella sua rischiosità, l'impero americano in vantaggio tattico. In tale contesto, se la retorica sempre più nazionalista e minacciosa di Xi Jinping dovesse a breve trovare sfogo contro Taiwan, Washington non sarebbe impreparata. Come è sempre meno impreparata a gestire i focolai che si stanno formando in Africa e che stanno proiettando il mondo nordatlantico verso il Sud del continente. Con il nuovo strumento finanziario di sostegno alla politica estera europea Ndici (Neighbourhood development and international cooperation) i Paesi Ue hanno profondamente ampliato la possibilità di sostegno economico, militare e politico nel continente africano. Se il raggio d'azione era prima limitato alla regione subsahariana e al Corno d'Africa, ora gli Stati europei potranno intervenire anche in zone più lontane come il Mozambico, dove sta montando da tempo la problematica terrorista e dove l'Ue ha deciso di inviare una missione. Una missione che presumibilmente gestirà il lascito dell'intervento delle forze speciali ruandesi, chiamate in aiuto dal governo di Maputo. Il Ruanda, sostenuto politicamente da Israele, e addestrato nella lotta all'antiterrorismo dall'Italia, desidera divenire il gendarme dell'Africa. L'Italia, come le forze armate di Francia e Spagna, già addestra anche altre unità della zona Sahel e aiuta le polizie del Corno d'Africa. L'Ndici amplierà tali collaborazioni e nonostante la retorica europea della politica estera comune è visto da Washington come uno strumento di sostegno degli interessi nordatlantici da parte del pilastro europeo. Uno strumento che andrà a incastrarsi con gli eventi sul campo sostenuti dagli Usa quali l'ingresso dirompente, favorito dal Marocco sulla base dagli Accordi di Abramo, nell'Unione africana di Israele quale Paese osservatore e dalla decisione datata 18 agosto dell'Organizzazione per la cooperazione sudafricana di dotare la Tanzania, sempre più sotto attacco del jihadismo, di un centro per l'addestramento alla lotta al terrorismo. Una decisione che, a conferma della reale leadership americana degli eventi, ha colto completamente di sorpresa Bruxelles.