2024-08-02
Erdogan scuote il Papa sull’Ultima Cena gay
Recep Tayyp Erdogan e Papa Francesco (Ansa)
Il presidente turco mantiene la promessa e telefona al Pontefice, esprimendo «indignazione» per la baracconata alle Macroniadi. Anche l’ayatollah Khamenei aveva criticato il turpe show. Il Vaticano tace. E Francesco «benedice» il convegno dei cattolici Lgbt.Dalla sottomissione alla sostituzione, che è anche più semplice e indolore. Il Sultano e l’ayatollah rubano il mestiere a papa Bergoglio, difendono Gesù e condannano la blasfemia dell’inaugurazione dei Giochi olimpici. Succede anche questo nella folle estate delle Macroniadi. A una settimana dalla baracconata decadente andata in scena in mondovisione, i cattolici di tutto il mondo non hanno ancora sentito la voce di papa Francesco. In compenso, ieri il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, non esattamente un difensore della cristianità, ha telefonato al Pontefice per manifestare la propria «indignazione». E la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, due giorni fa ha condannato fermamente «questi insulti a Gesù Cristo». Queste parole non miglioreranno di certo la triste condizione degli 800.000 cristiani che vivono sotto il regime sciita, ma neppure lo farà questa versione capovolta della Chiesa del silenzio, oppressa più che altro da se stessa e dalle proprie paure. Ieri Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con Jorge Mario Bergoglio, come riferito ufficialmente dall’agenzia turca Anadolu. Al netto delle consuete tirate contro Israele, il «Sultano» cresciuto politicamente con l’appoggio dei Fratelli musulmani ha sottolineato che «le manifestazioni immorali all’apertura dei Giochi olimpici di Parigi suscitano indignazione e provocano reazioni». A ieri sera, non c’erano né eventuali reazioni del Papa né la versione della telefonata da fonti vaticane. Di solito, dopo questi colloqui in qualche modo resi pubblici, dalla sala stampa arrivano dei virgolettati e qualche commento. Ma ieri non è arrivato nulla, a parte la notizia che Francesco ha salutato i partecipanti al convegno dei cattolici Lgbt di Washington, organizzato dal gesuita arcobaleno James Martin. Il presidente turco aveva commentato lo sfregio all’Ultima Cena già nella giornata di martedì, parlando di «immoralità della cerimonia» francese e annunciando la telefonata di solidarietà al Papa che poi è arrivata ieri. «Chiamerò il Papa il prima possibile per condividere con lui l’immoralità commessa contro il mondo cristiano e contro tutti i cristiani. I Giochi olimpici sono stati usati come uno strumento di perversione che corrompe la natura umana», aveva detto Erdogan nel corso di una riunione dell’Akp, il proprio partito. Per i cristiani, essere difesi dal leader turco è davvero una beffa. Nell’ultimo quarto di secolo, la tolleranza e la laicità della Turchia hanno fatto passi indietro giganteschi e solo per restare alla cronaca nera peggiore, questa è la nazione dove il 5 febbraio del 2006 un fanatico uccise don Aldo Santoro con un colpo alla schiena nella chiesa di Santa Maria a Trebisonda. Mentre il 3 giugno 2010, a Smirne, monsignor Luigi Padovese venne sgozzato e decapitato dal suo autista al grido di «Allah akbar!». A protestare per l’affronto alla religione cristiana è stato anche un altro noto campione dei diritti umani e civili come Ali Khamenei. Il primo ayatollah dell’Iran, regolarmente dotato di account ufficiale su X e forte di ben 1.221.784 follower, ha definito la cerimonia parigina «un insulto a Gesù Cristo e alle figure sante delle religioni divine». Com’è noto, Gesù per l’islam non è il figlio di Dio, ma è comunque un profeta, e nel Corano è definito «servo di Dio» e «benedetto». Quindi, continua Khamenei sul social di Elon Musk, «Il rispetto per Gesù Cristo è una questione indiscutibile e definitiva per i musulmani. Condanniamo questi insulti diretti alle figure sante delle religioni divine, tra cui Gesù Cristo». Nelle stesse ore, mercoledì, Khamenei dimostrava una volta di più la propria abilità nella propaganda sia politica sia religiosa con questo tweet: «La gente che si sta convertendo all’islam nella situazione attuale è un grande riconoscimento alla grandezza e alla resilienza della nazione palestinese e alla gente di Gaza». Un messaggio che magari dovrebbero leggere anche in Vaticano, non tanto per scatenare una gara alle conversioni sul sangue che scorre in Medio Oriente, ma almeno per giocare al pareggio. In ogni caso, anche per l’ayatollah supremo vale la pena ricordare che i circa 800.000 cristiani che vivono in Iran non se la passano bene, tra persecuzioni, condanne pretestuose, spoliazioni di beni e messe celebrate in cantina. Insomma, che le belle parole di solidarietà di un Erdogan e di un Khamenei siano magari non proprio sincerissime e disinteressate è un’eventualità da tenere in conto. Ma politicamente, non spostano la questione di un millimetro. Come ha scritto martedì su questo giornale Marcello Veneziani, l’insulto all’Ultima Cena di Cristo è stato il classico calcio dell’asino a una religione «in declino e talvolta propensa a coltivare la sua eutanasia». La protesta dell’episcopato francese non può bastare e men che meno quella dell’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone. E neppure può consolare il silenzio che viene dai protestanti, a cominciare dalla Chiesa luterana, che ha perfino spedito un «pastore olimpico» al servizio spirituale degli 800 atleti tedeschi. I cattolici nel mondo sono oltre un miliardo e da oltre 11 anni sono guidati da un gesuita famoso per non mandarle a dire. Gli è perfino scappato detto con i cardinali che in Vaticano ci sarebbe «troppa frociaggine», dopo di che l’Ultima Vena delle drag queen in mondovisione non merita neppure una delle sue famose battute. Domenica c’è un altro Angelus e magari dirà qualcosa anche il Vicario di Cristo. Ma dopo il Sultano e l’ayatollah, novelli difensori della fede, propria e altrui.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.