2018-11-05
Renzi doveva rottamare l'Enit, invece ci costa 10 milioni in più ogni anno
True
L'ente per il turismo non ha ancora un nuovo consiglio di amministrazione, ma nel frattempo si scopre che nell'ultimo triennio invece di tagliare i costi li ha aumentati, aprendo anche nuove sedi all'estero dove sono finiti i vecchi consiglieri dell'ex ministro Dario Franceschini. La cura di Evelina Christillin, benedetta dall'ex premier, ha portato il bilancio da 18 a 28 milioni. Le spese di promozione sono salite del 300%.Qualcosa si muove intorno all'Enit, l'ente del turismo che attende da tre mesi di conoscere il suo nuovo consiglio di amministrazione. A quanto pare, dopo l'articolo della Verità del 30 ottobre scorso, il ministero del Turismo e dell'Agricoltura di Gian Marco Centinaio ha finalmente inviato alla regioni le lettere per indicare uno dei tre nomi da inserire nel board di un'istituzione pubblica che vanta un budget da 30 milioni di euro e importanti sedi di rappresentanza all'estero. E che non smette di sprecare denaro pubblico, come alcuni dipendenti Enit riferirono in una lettera inviata nel 2015 all'ex premier Matteo Renzi dove chiedevano di essere accorpati all'Ice. Ma il carrozzone in questi anni ha continuato il suo viaggio, tra partecipazioni alle fiere costate milioni di euro, spese lievitate per la promozione e per il personale, oppure ancora per aperture di nuove sedi estere assegnate ad personam o creazione di posti dirigenziali ai limiti della legge. Per di più spulciando nei bilanci dell'ente si viene a scoprire che il piano strategico presentato nel luglio del 2016, con conferenza stampa in pompa magna anche per magnificare il dinamismo dell'esecutivo guidato da Renzi in vista del referendum costituzionale di dicembre, si sia alla fine rivelato un buco nell'acqua. Anzi è stato un salasso per le tasche dei cittadini italiani, senza uno straccio di report che testimoni quanto concretamente ne abbia tratto beneficio il settore turistico, ovvero l'obiettivo di Enit. Per di più Renzi aveva puntato tutto su un consiglio di amministrazione guidato da Evelina Christillin, compagna di scuola di Margherita Agnelli, espressione della Torino sabauda, già presidente esecutivo del comitato che nel 2006 portò sotto la Mole Giochi Olimpici Invernali, nonché moglie del banchiere Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali. L'atto che avrebbe dovuto segnare la rivoluzione targata Dario Franceschini, all'epoca ministro della Cultura - il Piano strategico triennale - mette a disposizione del bilancio di Enit ben 84 milioni per il periodo 2016-2018. Una cifra enorme, che se n'è andata in mille rivoli di iniziative di promozione e commercializzazioni che non hanno prodotto sostanzialmente alcuna inversione di tendenza sugli arrivi internazionali, dove l'Italia è da anni fanalino di coda in Europa. Basti pensare che fino al 2015 il contributo statale per l'ente era di 18 milioni all'anno, con Renzi è diventato di 28. E di benefici? Gli ultimi dati certificati mostrano infatti che gli arrivi internazionali nel corso del 2017 sono aumentati, in Italia, del 3,5 per cento in Italia. Ma il dato è inferiore rispetto ad altri Paesi dell'Europa meridionale, come il Portogallo, la Spagna o la Grecia, dove si parla di incrementi tra il 9 e il 10%. Basti pensare al capitolo delle fiere: solo per gli allestimenti, sono stati bruciati almeno 3,5 milioni di euro. Si tratta però di una stima prudenziale, visto che gli atti di non poche gare condotte e delle relative aggiudicazioni non risultano accessibili nella sezione trasparenza del sito web di Enit.La partecipazione a 25 fiere di settore in mezzo mondo non si sa cosa abbia poi prodotto in termini di ricadute commerciali, ma in non pochi casi è avvenuta in solitudine, senza la presenza delle Regioni. Che hanno optato per stare a casa o andarci con il proprio stand.Tra fiere, materiali prodotti, trasferte, pranzi e cene di gala, eventi di vario tipo e sponsorizzazioni, le spese promozionali sono lievitate: nel solo 2017 l'incremento è stato del 300% e l'esborso totale è così passato da 3,9 a 12,1 milioni di euro.Una crescita esponenziale l'ha pure avuta il costo del lavoro: il salto, in questo ambito, è stato da 7,4 a 10,4 milioni di euro. Proprio in materia di organizzazione del personale si è assistito a nomine su cui si sono accesi i riflettori di atti ispettivi e articoli di stampa. Spicca innanzitutto quella del piddino Gianni Bastianelli a direttore esecutivo, finita nel mirino di decine di interrogazioni di 5 Stelle e Lega, compresa una denuncia alla Corte dei conti, vista l'anomala dell'attribuzione a tempo indeterminato dell'incarico. Ha fatto inoltre scalpore la creazione di una direzione aziendale ex novo affidata all'avvocato Massimo Perrino, molto vicino a Costanzo Jannotti Pecci e Massimo Ostillo, rispettivamente ultimi presidente e vice di Promuovitalia prima che venisse dichiarata fallita. Per di più è apparsa scontata a febbraio di quest'anno la promozione di Maria Elena Rossi a dirigente del marketing, visto l'inossidabile rapporto con Evelina Chiristillin, dal momento che hanno lavorato a stretto contato durante le olimpiadi invernali del 2016. Non solo. Con una inversione a 180 gradi rispetto all'indirizzo avviato per una progressiva chiusura delle costose sedi estere di Enit, è poi ricominciata l'anno scorso la corsa ad aprirne: nel corso del 2017 sono state aperti uffici di rappresentanza ad Amsterdam, a Dublino, a Lisbona. E pure a Berlino, benché già in Germania fossero presenti gli storici uffici di Francoforte. Proprio nella capitale tedesca è finita magicamente Ottavia Ricci, già consigliere di Franceschini sul turismo sostenibile.In tre anni è rimasta su un binario morto l'attesa riforma dell'Osservatorio Nazionale del Turismo, nonostante fosse indicata come una priorità del Piano strategico. Con la conseguenza che Enit, diversamente dagli enti del turismo di paesi nostri competitor, basa le sue osservazioni su rilevazioni campionarie che lasciano il tempo che trovano. Un altro buco buco nell'acqua è stato la mancata realizzazione del piano di digitalizzazione, che avrebbe dovuto contemplare, come scritto nel piano triennale, di un Hub nazionale per l'innovazione digitale nel turismo e di una strategia nazionale di social media marketing. C'è però anche da tirare un sospiro di sollievo per il fatto che nulla o quasi abbia preso corpo, visto che per l'ennesima ristrutturazione del sito Italia.it erano stati stanziati addirittura 4,3 milioni di euro. Che si sarebbero aggiunti ai quasi 30 costati alle casse pubbliche negli ultimi 10 anni tra progettazione, sviluppo e gestione redazionale del portale. Insomma si tratta di un quadro non esaltante aggravato dal vuoto generatosi con il passaggio del turismo dal Mibact al ministero retto da Centinaio e dalla conseguente assenza di ogni attività di indirizzo. Quadro che potrebbe non cambiare sostanzialmente, come ha più volte preannunciato di voler fare il leghista pavese, visto il mercato al ribasso che si è sviluppato attorno ai nomi per il nuovo consiglio di amministrazione.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?