Visto che sulle rinnovabili non si può fare affidamento, bisogna scegliere il mix migliore combinando le diverse fonti tradizionali. Fra i tanti vantaggi, l'atomo offre anche quello di costare meno del gas e di trattenere soldi sul territorio grazie alle centrali.
Visto che sulle rinnovabili non si può fare affidamento, bisogna scegliere il mix migliore combinando le diverse fonti tradizionali. Fra i tanti vantaggi, l'atomo offre anche quello di costare meno del gas e di trattenere soldi sul territorio grazie alle centrali.C'eravamo lasciati notando che per garantire, senza avere blackout, energia elettrica nelle ore di massima potenza richiesta, è necessario che tale massima potenza sia assicurata dalle sole tecnologie convenzionali (idroelettrico, nucleare, carbone, gas naturale) e che la presenza di potenza eolica o fotovoltaica, essendo inaffidabile, non partecipa al computo della potenza disponibile. Orbene: qual è il mix ideale tra le tecnologie convenzionali? L'idroelettrico usa una fonte rinnovabile e, in ultima analisi, è una forma d'energia dal sole, visto che è questa l'energia che consente il riempimento dei bacini. Di conseguenza, una volta che il sentimento consolidato dell'umanità è prediligere le fonti rinnovabili, l'idroelettrico va usato al massimo consentito dall'idrogeologia locale. Alcuni Paesi (per esempio Paraguay e Norvegia) si servono quasi al 100% dell'idroelettrico, ma altri non hanno questa fortuna. L'Italia, per esempio, dall'idroelettrico difficilmente potrà generare più di 10 Gw (gigawatt): attualmente sono 6 Gw, pari al 17% del fabbisogno nazionale.Alla decisione di come ripartire, tra uranio, carbone e gas, il fabbisogno non ottenibile dall'idroelettrico concorrono vari fattori: capacità tecnologica del produttore, sicurezza, rispetto dell'ambiente, convenienza economica. Se in ordine alla capacità tecnologica l'uso dell'uranio è certamente il più pretenzioso, il mio parere personale è che, in ordine alla sicurezza e al rispetto dell'ambiente, le tecnologie che usano i nominati combustibili grosso modo si equivalgono. Certo, se uno insiste che la CO2 è un inquinante allora il nucleare diventa l'unica scelta. Comunque, la mia opinione personale, che richiede spiegazioni per le quali qui non ho spazio, conta zero; mi sbrigo prima a far parlare chi ne sa più di me. E chi ne sa più di me ha sentenziato senza appello: il nucleare è, in assoluto, la tecnologia convenzionale più sicura e più rispettosa dell'ambiente che c'è. Quanto ai costi, la produzione del chilowattora si attesta tra i 2 centesimi e 5 centesimi per chilowattora, con il limite inferiore per il nucleare e quello superiore per il gas. Fino ad alcuni anni fa il gas comportava costi molto maggiori, ma oggi sostanzialmente si equivalgono tra loro, pur rimanendo il nucleare il più economico e il gas il più caro. Quanto appena detto spiega come mai la prima fonte d'elettricità nel mondo è il carbone, e come mai in Ue, dove le capacità tecnologiche sono superiori alla media mondiale, al primo posto c'è il nucleare.Allora quale potrebbe essere il mix dell'Italia in proposito? Il fatto è che gli impianti hanno costi il cui ordine di grandezza per Gw è di 3 miliardi per il nucleare, 2 miliardi per il carbone e 1 miliardo per il gas. Il costo del combustibile, invece, segue l'ordine inverso, minimo per il nucleare e massimo per il gas. Insomma, il costo del chilowattora, che per il nucleare viene dall'impianto per oltre l'80% e dal combustibile per meno del 20%, per il gas viene dall'impianto per meno del 20% e dal combustibile per oltre l'80%. Ora, noi non abbiamo combustibili e dobbiamo importarli, cosicché l'80% del costo del chilowattora è denaro che rimarrebbe in casa e il 20% andrebbe ai Paesi fornitori di combustibile. Il contrario accade per i costi del chilowattora prodotto con il gas: l'80% è denaro che va all'estero per il combustibile, il 20% dovuto agli impianti è la quota che rimane in casa. Inoltre, l'impianto nucleare conviene farlo produrre in continuo, sia perché la tecnologia lo richiede sia perché così facendo prima si ammortizzano gli alti costi. D'altra parte, dalla curva di carico elettrico già pubblicata nella puntata precedente, vediamo che il Paese assorbe, in continuo, 30 Gw elettrici. Per farla breve: fossimo un Paese razionale, avremmo 30 reattori nucleari, dedicati a soddisfare i 30 Gw della domanda di base. La cosa ci conformerebbe alla prassi europea, ove la prima fonte elettrica è il nucleare. La domanda superiore a quella di base andrebbe soddisfatta dal carbone, ottimo combustibile, economico, facilmente trasportabile, e ottenibile da vari Paesi. Il gas naturale, combustibile costoso, andrebbe riservato solo per la domanda di picco: all'occorrenza l'impianto a gas si avvia rapidamente e brucia una risorsa che è un peccato bruciare per produrre elettricità e andrebbe meglio impiegata nell'autotrazione. Il gas naturale, insomma, dovrebbe concorrere per il 5-10% alla nostra produzione elettrica, e invece vi concorre per il 50%: un delitto. Ma la ragione delle nostre alte bollette elettriche non è tanto lo smodato uso del gas naturale, quanto piuttosto l'uso di eolico e, soprattutto, l'uso del fotovoltaico. Lo vedremo alla prossima e ultima puntata.(2. Continua)
Nel 2025 la Bce ha tagliato di 1 punto gli interessi, ma i prestiti casa sono diventati più cari. Su un fisso (9 su 10 lo preferiscono al variabile) da 150.000 euro a 25 anni il salasso è di 600 euro all’anno. Motivo? I mercati non credono possano esserci altre sforbiciate.
La Bce taglia i tassi o comunque non li aumenta e i mutui per comprare casa sono sempre più cari. È questo il paradossale fenomeno con il quale devono fare i conti le famiglie italiane che hanno deciso di indebitarsi pur di coronare il sogno di una vita: l’abitazione di proprietà. Tanto per intenderci: nel 2025, la Banca Centrale Europea ha limato per quattro volte il costo del denaro portandolo dal 3 al 2%. Si poteva sperare in qualcosa in più soprattutto con un Europa che cresce a ritmi lentissimi e con un’inflazione tutto sommato stabile, ma tant’è.
(Arma dei Carabinieri)
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo assieme al ministro della Difesa Guido Crosetto hanno presentato all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri edizione 2026.
Giunto alla sua 93ª edizione, il Calendario Storico si conferma uno dei prodotti editoriali più apprezzati e collezionati: oltre 1.200.000 copie stampate, traduzioni in otto lingue — inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo. Versioni anche in sardo e friulano.
L'articolo contiene un video e una gallery fotografica.
Diffuso in scuole, uffici e famiglie, il Calendario è da decenni un simbolo di identità e memoria collettiva, capace di unire generazioni diverse e di rinnovare, anno dopo anno, il legame profondo tra l’Arma e il Paese.
Con le sue tavole d’arte e i suoi racconti di vita reale, rinnova un messaggio di fiducia, autorevolezza, solidarietà e spirito di servizio: la certezza che, anche nei momenti più difficili, «accanto ad ogni cittadino c’è un Carabiniere».
L’evento, condotto da Paola Perego, si è svolto in un clima di grande partecipazione ed emozione, alla presenza anche del Vice Presidente del Senato Licia Ronzulli, del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, del Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, Isabella Rauti e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, di rappresentanti delle Magistrature, oltre ad di autorità civili, militari, religiose ed esponenti del mondo della cultura e dell’informazione.
Il tema scelto per l’edizione 2026 è «Eroi quotidiani», un omaggio a tutte le donne e gli uomini dell’Arma che, ogni giorno, operano silenziosamente al servizio del Paese, nelle città e nei piccoli comuni, in Italia e all’estero.
Attraverso un linguaggio che unisce arte e letteratura, il Calendario racconta il volto umano dell’Arma e la sua vicinanza alle comunità.
Un racconto di impegno e speranza: nell’introduzione al Calendario, il Comandante Generale invita a guardare al nuovo anno con fiducia e responsabilità, ricordando che «A chi fa progetti di vita, non di morte, dedichiamo il Calendario. A loro offriamo il costante impegno, l’incessante dedizione, in una parola: la cura».
Le tavole, realizzate dall’artista René (Luigi Valeno), maestro della nuova Pop Art italiana, rappresentano con uno stile vivace e luminoso i Carabinieri protagonisti della vita quotidiana del Paese.
Ogni immagine mostra uomini e donne dell’Arma nel pieno del loro servizio — tra la gente, nei centri urbani, nei paesaggi naturali e nei luoghi simbolo della cultura italiana — restituendo un’idea di presenza costante, dedizione e vicinanza al Paese.
Le opere di René trasformano così il linguaggio della Pop Art in un omaggio alla quotidianità dei Carabinieri, celebrandone l’impegno, la professionalità e lo spirito di umanità che da sempre ne contraddistinguono la missione.
I testi che accompagnano le diciannove tavole, affidati ancora una volta alla penna di Maurizio De Giovanni, costituiscono un racconto unitario, sviluppato attraverso la lettera di un giovane Carabiniere, appena arruolato, che racconta ai suoi genitori le ragioni della sua scelta e l’esempio che ne trae. In essa il militare, con voce sincera e partecipe, narra episodi di generosità, slancio e altruismo che riassumono le difficoltà e le soddisfazioni di una scelta di vita fondata sul servizio al prossimo ed alla Nazione e le responsabilità di questa missione.
Le parole del giovane, piene di entusiasmo e di rispetto per la divisa, si intrecciano con episodi di altruismo e coraggio tratti dalla quotidianità, restituendo un mosaico di umanità e dedizione. Ogni tavola è così associata a un momento di crescita personale e professionale: un salvataggio, un gesto di solidarietà, una presenza discreta accanto a chi soffre, un’azione che riafferma la missione dei Carabinieri come presidio di legalità e vicinanza alla popolazione.
I testi diventano un viaggio nel cuore dell’Istituzione, un percorso che racconta non solo il mestiere del Carabiniere ma anche la dimensione umana di chi lo interpreta. Il filo conduttore è la cura, intesa come dedizione quotidiana e silenziosa verso il prossimo. Le storie del giovane Carabiniere si trasformano così in un dialogo affettuoso e morale con i suoi genitori, ma anche in un messaggio universale ai cittadini, un invito a credere nella bontà, nel coraggio e nella forza discreta di chi serve lo Stato con passione e onore.
La prefazione, firmata da Aldo Cazzullo, offre uno sguardo storico e valoriale sull’Arma ricordando come i Carabinieri, nati nel 1814, abbiano attraversato la storia d’Italia fino a oggi come protagonisti dei momenti fondativi della Nazione — dal Risorgimento alla Resistenza, fino alla modernità — rappresentando un simbolo di unità e sacrificio. Ed è a quei Carabinieri, che hanno pagato con la propria vita, che rivolge un commosso pensiero e ringraziamento.
La postfazione, affidata allo scrittore e giornalista Massimo Lugli, racconta un episodio vissuto in prima persona che diventa emblema della missione dei Carabinieri: la prontezza, il coraggio e la naturalezza con cui, anche nei gesti più quotidiani, sanno donare sicurezza e conforto ai cittadini.
La tavola del mese di novembre, attraverso la rappresentazione di un militare per ciascuna Forza Armata, è dedicata alla Difesa e ai suoi valori. La scelta del mese coincide con la ricorrenza della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, che celebriamo il 4 novembre, quest’anno celebrata con la cerimonia di Ancona.
Nel corso dell’evento, sono stati invitati sul palco gli studenti e la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Bonafini di Cividate Camuno (BS) che hanno dedicato un omaggio musicale a tutti i Carabinieri: un emozionante canzone, atto di cultura della legalità, che dimostra come l’esempio, la dedizione e il servizio dell’Arma siano riconosciuti e apprezzati dalle nuove generazioni.
A seguire, sul palco, le testimonianze del Maresciallo Capo Carlo Menzulli, Comandante della Stazione Carabinieri di Caivano (NA), del Maresciallo Noemi Schiraldi, addetta alla Stazione Carabinieri di Fidenza (PR) e del Vice Brigadiere Santangelo Romualdo, addetto alla Centrale Operativa della Compagnia di Venaria Reale (TO), come rappresentanza di «Eroi quotidiani». Esempi di lealtà, coraggio e dedizione, al servizio degli altri.
In conclusione, alla presenza del Ministro della Difesa e del Comandante Generale dell’Arma, è intervenuta sul palco la Giornalista Francesca Fagnani, alla quale è stato rivolto un sentito ringraziamento per aver prestato la sua voce al video promozionale del calendario.
Insieme al Calendario Storico, è stata presentata l’Agenda 2026, che condivide lo stesso tema e la stessa ispirazione. Ad impreziosire l’apertura di ogni singolo mese, i brevi racconti e le note storiche di de Giovanni che risaltano gli «Eroi quotidiani» delle nostre comunità: Carabinieri che, con naturalezza e dedizione, si fanno prossimi a chi vive momenti di difficoltà.
L’offerta editoriale comprende poi il calendario da tavolo, dedicato al tema «I Carabinieri nello sport». Un viaggio attraverso testi e immagini degli atleti dell’Arma che si sono distinti nelle rispettive discipline, valorizzando non solo i risultati sportivi, ma anche i comportamenti esemplari e l’impegno dell’Arma nella promozione dei valori autentici, come: disciplina, lealtà, spirito di squadra. Un modo per ricordare e celebrare i successi del Centro Sportivo Carabinieri, fondato nel 1964, che ha formato atleti di fama internazionale e olimpionici di numerose discipline.
Infine il planning da tavolo, dedicato a «Reparti a Cavallo dell’Arma», centri di eccellenza e simbolo di eleganza e disciplina. Le immagini e i testi raccontano la storia e l’attualità dei reparti montati, che rappresentano ancora oggi un tratto distintivo dell’Istituzione, unendo stile, efficienza e contatto diretto con i cittadini, nel solco della secolare tradizione equestre dei Carabinieri.
Il ricavato dei planning e del calendarietto da tavolo sarà devoluto a sostegno di opere benefiche, in particolare all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (ONAOMAC) e all’Ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari.
Tra i prodotti editoriali, anche un diario scolastico che insegna la tutela dell’ambiente ai più piccoli.
L’educazione ambientale approda così nelle aule scolastiche con un Carabiniere d’eccezione: l’aquila protagonista del diario «Un anno con Silvano e i suoi amici», sensibilizza le nuove generazioni sui temi della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.
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Via Arenula approva il regolamento nazionale dell’Ordine che impone il solo «seggio» elettronico, come durante l’emergenza. Ricorrono alcuni membri: «Va contro la legge».
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Dal battaglione Azov trattato coi guanti ai numeri sul Covid dati a casaccio, fino a film e videogiochi spacciati per la realtà.
«Anche una notizia non data è una fake news», ha scritto Elon Musk sul suo X. Dovessimo prenderlo alla lettera, gran parte dello scenario informativo italiano, spesso fatto di omissioni e bufale non smentite, potrebbe finire nel calderone delle fake news: un mondo parallelo dove la verità non corrisponde più alla realtà. Basti pensare a come buona parte della stampa italiana ha trattato le notizie su pandemia, guerra e clima.











