2023-11-22
Mercato libero, per fare le aste soltanto sei mesi
Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica)
Venerdì il decreto Energia in Cdm. Le liberalizzazioni scatteranno a gennaio, tuttavia chi non cambia gestore verrà riassegnato entro giugno. Previsti aiuti per i vulnerabili.Decreto Energia ai blocchi di partenza. Venerdì il testo dovrebbe infatti arrivare in Cdm, scoprendo definitivamente le carte sulla questione del mercato libero dell’energia. Ricordiamo che al momento ci sono ancora nove milioni di utenze che sono sul mercato tutelato e che, nel caso, dovranno scegliere un operatore del mercato libero prima di gennaio 2024, mese nel quale partirà la liberalizzazione. Il decreto Energia di venerdì, secondo quanto risulta alla Verità, verrà spacchettato in due diversi componenti. La prima riguarderà il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, e verrà esaminata nel Cdm di questa settimana. Il secondo pacchetto avrà invece come fulcro il settore dell’idroelettrico. A differenza di quanto voluto dal governo Draghi, che puntava su una liberalizzazione del settore, aprendo di fatto le porte ai vari player stranieri, in particolare a quelli francesi, questo decreto Energia ha una visione totalmente opposta della questione. L’obiettivo è infatti quello di sostenere gli investimenti nazionali, dando alle Regioni la possibilità di negoziare da subito una proroga di 20 anni con i concessionari uscenti o in scadenza, a patto che venga presentato un vero piano di investimenti che garantisca occupazione nel territorio.Per quanto riguarda invece il tema del mercato libero dell’energia, la questione si complica. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, dopo settimane in cui si rincorrevano voci su una possibile proroga del mercato tutelato, ha chiuso definitivamente la questione dichiarando di non aver «mai pensato a una proroga sulla fine del mercato tutelato». Un no dunque, legato soprattutto agli obblighi verso l’Ue, dato che nel Pnrr è stato inserito il passaggio al mercato libero come riforma. E dunque, il 10 gennaio ci saranno le gare. «Faremo delle valutazioni rispetto ai vulnerabili, dove i vulnerabili vengono trattati con una metodologia diversa rispetto ai non vulnerabili. E poi con Arera stiamo definendo le modalità di attuazione», continua il ministro. Non è ancora chiaro chi rientrerà nella categoria dei fragili. Si potrebbero ipotizzare gli anziani e le famiglie a basso reddito che già adesso godono dei vari bonus energia. Per queste categorie sarà in ogni caso prevista una tutela, nel senso che verranno inseriti dei passaggi graduali e di maggior tempo rispetto alle utenze considerate normali: «C’è una proposta da parte mia che prevede per i vulnerabili un ragionamento futuro di garanzia», sottolinea Pichetto. Una proroga ci potrebbe però essere anche per chi non sarà considerato un soggetto fragile. Secondo quanto risulta alla Verità, nel decreto Energia potrebbe infatti essere inserito un tecnicismo che prevederebbe una sorta di proroga di altri sei mesi, prima dell’entrata in vigore del mercato libero dell’energia. Ovviamente nulla a che vedere con la precedente ipotesi dello slittamento di un anno, a tutela di tutti gli italiani, visto che il passaggio dal mercato tutelato a quello libero non è privo di insidie. Secondo i dati di Arera, che ogni sei mesi pubblica un monitoraggio sull’evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia e del gas, a giugno le offerte di elettricità sul mercato libero erano circa 2.000 e solo 200 risultavano essere più convenienti, rispetto alle tariffe di maggior tutela. Stesso discorso per il gas, dove su 2.000 offerte solo due sono più vantaggiose rispetto alla tariffa regolamentata. Questo significa che la possibilità di riuscire a trovare un’offerta vantaggiosa è particolarmente difficile. Se a questo poi si aggiungono le attuali tensioni internazionali, che continuano a mettere sotto pressione il mercato dell’energia, non va dimenticato il fatto che l’Italia ha un numero di società di vendita nettamente maggiore rispetto agli altri partner europei: 658 operatori contro i 397 della Spagna, i 63 della Francia, i 20 del Regno Unito e i 15 dell’Irlanda. Si capisce quindi quanto delicato possa essere il tema del passaggio al mercato libero. Se infatti si prende come riferimento il consumo di una famiglia tipo italiana (2.700 kWh) e le tariffe del primo semestre 2023, si scopre che nel nostro Paese le bollette dell’energia elettrica potrebbero pesare per circa 1.021 euro contro i 720 euro della Svezia, i 626 della Francia e i 492 della Spagna. Dinamiche che fanno quindi capire come, a fronte di diversi fattori internazionali e peculiarità del sistema italiano, l’entrata in vigore del mercato libero peserà notevolmente nelle tasche delle famiglie italiane.
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