2024-04-14
«Emiliano affidò le decisioni chiave al cacicco che comprava i voti»
Francesco Maldarizzi, marito di Anita Maurodinoia (Imagoeconomica)
Secondo un’intercettazione agli atti dell’inchiesta, il presidente della Puglia aveva conferito al marito di Lady Preferenze pieni poteri in alcuni territori: «Lo sostengono lui e il sindaco di Bari, Decaro».Dalle inchieste che hanno mandato in frantumi il sistema che ruotava attorno a Michele Emiliano continuano a saltare fuori notizie che portano ad accostare il nome del governatore pugliese a personaggi che secondo gli inquirenti erano capaci di comprare voti un tanto al chilo nel suk della politica clientelare barese.Partiamo da uno dei principali indagati, Sandro Cataldo, il marito dell’ex assessore Anita Maurodinoia, la Lady preferenze che si è dimessa dopo la deflagrazione dell’inchiesta. L’uomo, accusato di essere promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, per esempio, in una intercettazione telefonica sostiene di aver ricevuto direttamente da Emiliano l’incarico da vassallo nel suo feudo. Stiamo parlando di Triggiano, il Comune in cui il sindaco Antonio Donatelli, a capo di una coalizione civica, ha vinto le elezioni amministrative con i voti che, secondo l’accusa, sarebbero stati pagati 50 euro a elettore. Quando le liste erano ancora in fase di composizione, il candidato che si contrapponeva a Donatelli, Giovanni Campobasso, esponente del Partito democratico, avrebbe tentato di portare il governatore dalla sua parte. «Nel corso di una riunione», però, ricostruiscono gli inquirenti, stando al racconto di Cataldo, «Emiliano ha sottolineato a Campobasso il ruolo determinante di Sandro (Cataldo, ndr)». Aggiungendo: «Deve essere lui (Cataldo, ndr) a prendere decisioni». E in una ulteriore conversazione con un altro esponente politico di Triggiano, Angelo Stea, avrebbe marcato ancora di più il suo ruolo da ras locale, anche alla presenza dei big della politica regionale. Anche questa conversazione è stata riassunta dai carabinieri: «Sandro racconta ad Angelo gli esiti di una riunione politica svoltasi nel corso della mattinata tra lui ed esponenti politici locali, regionali e parlamentari». E queste sarebbero state le sue parole: «Se dobbiamo fare un passo l’indicazione deve essere la mia, spiazzando Campobasso, il quale ha compreso che Sandro è sostenuto dal presidente Emiliano e dal sindaco di Bari Antonio Decaro». Ed è in quella riunione del Pd che Cataldo avrebbe annunciato di sostenere Donatelli. Le valutazioni degli investigatori sono queste: «La predominante figura politica di Sandro rinviene dall’ampio sostegno e dalla fiducia che il governatore Emiliano gli riserva, intrattenendo i due un durevole rapporto di amicizia e collaborazione reciproca». E il compagno di avventure dell’ex magistrato viene descritto come un personaggio ingombrante: «Cataldo intrattiene contatti e rapporti di amicizia con esponenti politici locali, quali sindaci e assessori regionali e anche parlamentari, con i quali si confronta circa la situazione politica, dispensando in molte occasioni consigli, fornendo il proprio sostegno e intervenendo, anche a muso duro, su soggetti che non si attengono all’indirizzo politico prestabilito». Gli inquirenti mettono nero su bianco che gli indagati non erano solo in grado di decidere le sorti di Triggiano, ma anche di poltrone più importanti: «L’apparato messo in atto da Cataldo e dai suoi seguaci [...] è risultato ben rodato ed architettato e avrebbe, nelle ultime consultazioni amministrative del 2020, permesso alla compagine politica Sud al Centro, grazie a una reale compravendita di voti, di risultare una delle liste più suffragate in appoggio alla candidatura di Emiliano quale governatore della Puglia e di Decaro per la sua rielezione a sindaco della Città metropolitana di Bari». Passando da un’inchiesta all’altra, ovvero a quella che ha privato della libertà i fratelli Pisicchio, è possibile trovare la descrizione di un’altra situazione a rischio. Si tratta di un «evento conviviale» a cui avrebbe dovuto partecipare Emiliano, «previsto per la fine di gennaio 2020» e «organizzato dalla Bv Tech», una delle aziende che avrebbero ottenuto favori dall’ex assessore Alfonso Pisicchio in cambio di regali e assunzioni. La kermesse fu poi annullata dagli stessi organizzatori. E Pisicchio se la prese con l’azienda, visto che lui era riuscito a convincere il governatore a partecipare: «Avevamo fissato, ero andato a togliere il cappello alla segretaria di Emiliano dopo che lui mi aveva detto “parla con la Dammicco”, c’è l’appuntamento e dice che è annullato... cioè non facciamo le cose a cazzo!».Dai documenti dell’inchiesta che ha coinvolto Pisicchio emerge il nome di un’altra società: la Golem plus srl. All’epoca dei fatti, ricostruiscono gli inquirenti, il 35 per cento delle quote del capitale erano nelle mani della Golem Malta limited (che poi le ha ceduta), «il cui legale rappresentante è Roberto Recordare, socio e rappresentante di numerose società (ubicate a Roma, Cremona e in diverse città calabresi)». Recordare è stato più volte citato dai media accanto alla parola 'ndrangheta. Sarebbe riuscito a costruire un impero sui software per la pubblica amministrazione, ottenendo quasi 800 commesse da amministrazioni, enti e società in-house. Nel nostro caso la Golem è al centro di una delle gare che per la Procura di Bari sarebbero state «contaminate», quella da oltre 5 milioni di euro per la riscossione delle tasse del Comune di Bari. Il Comune dei paradossi. In particolare quando si tratta di personaggi in stretti rapporti con Emiliano e Massimo D’Alema.Nel capoluogo pugliese la Maldarizzi automotive spa, una delle principali concessionarie di automobili del Sud Italia, è finita in amministrazione giudiziaria nel procedimento sugli intrecci tra mafia e politica nel municipio barese perché del recupero crediti della società si sarebbe occupato Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi. E con la Maldarizzi automotive in amministrazione giudiziaria, tre giorni fa, nella sala Capitolare del Senato della Repubblica, è stato conferito il riconoscimento Legalità e profitto al cavaliere Francesco Maldarizzi: la sua azienda era tra le cento in possesso del «rating di legalità» tra quelle comprese tra i 2 e i 500 milioni di fatturato. La società, per gli organizzatori del premio, avrebbe dimostrato uno «straordinario impegno nel promuovere l’integrità, la legalità e la sostenibilità economica nel contesto nazionale». A molti non è sfuggito che ai suoi incontri al bar Petrella di Bari, locale molto modaiolo situato nello stabile del teatro Petruzzelli, Michele Emiliano è arrivato spesso con una Jeep (guidata dall’autista che, come ha svelato La Verità, è stato intercettato con Sandro Cataldo) che sulla portiera mostrava ben in vista il logo della Maldarizzi. Un imprenditore capace di ospitare in barca anche l’ex premier D’Alema, suo amico. Per esempio, le cronache raccontano di quando fece incontrare sul suo yacht Baffino e Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore noto per aver portato escort alla corte di Silvio Berlusconi. Ma questa è un’altra storia.
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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