2024-05-14
Emendamenti azzurri per fermare lo «spalma crediti» del Superbonus
Presentate in commissione al Senato, senza averle concordate col governo, le proposte di Forza Italia per eliminare la retroattività della norma che ha diviso Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani. Ma lo spazio di manovra è ridotto.La storia infinita del Superbonus si arricchisce di un altro capitolo: il braccio di ferro tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, da una parte, e Forza Italia dall’altra. Il nodo da sciogliere per la maggioranza riguarda le novità introdotte dal Mef attraverso un emendamento, il cosiddetto «spalma crediti», che prevede che per le spese del Superbonus sostenute nel 2024 si debba operare una ripartizione della detrazione in dieci quote annuali con retroattività dall’inizio dell’anno. La detraibilità in dieci rate si applicherà anche alle spese legate al Sismabonus (prima cinque anni). Si stabilisce, infine, che la ripartizione dei crediti di imposta non seguirà quella prevista per le detrazioni: continuerà la ripartizione in quattro quote annuali per il Superbonus e in cinque quote annuali per il Sismabonus. Forza Italia si schiera contro la retroattività della norma: ieri i berlusconiani hanno presentato in commissione Finanze del Senato, dove oggi si discute il provvedimento, alcuni subemendamenti, firmati da Maurizio Gasparri, Claudio Lotito e Dario Damiani, per far scattare l’allungamento a dieci anni delle detrazioni del Superbonus dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. I subemendamenti, a quanto apprende La Verità, non sono stati concordati dal governo: si tratta di una iniziativa degli Azzurri, oggi vedremo se l’esecutivo darà il suo ok e se quindi la maggioranza si compatterà sulle proposte di modifica. «Forza Italia», spiega il capogruppo al Senato del partito, Maurizio Gasparri, «sottolinea con chiarezza e coerenza la necessità di non varare norme retroattive e di non fare entrare in vigore tasse inventate quando nelle maggioranze c’era la sinistra. Siamo aperti al confronto, ma siamo anche legati alle nostre posizioni storiche e ai principi di diritto come la non retroattività delle norme. Per questo ho firmato pochi chiari emendamenti nati da un confronto con il segretario Tajani e altri esponenti di Forza Italia». Il subemendamento sulla retroattività a prima firma Gasparri, riporta l’Ansa, stabilisce che il divieto di compensazione operi unicamente per i crediti acquisiti dai soggetti «a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto». Il divieto previsto dall’emendamento del governo si applica alle compensazioni eseguite a partire dal 1° gennaio 2025. «In altri termini, i soggetti menzionati perdono tale possibilità di compensazione dei crediti acquistati, con effetto retroattivo», si legge nella motivazione del subemendamento, «la norma, infatti, riguarda tutte le quote in futura compensazione (dal 2025 in poi) prescindendo dal momento in cui il credito è sorto. All’emendamento proposto da Mef non è stata ascritta alcuna quantificazione, pertanto, la sua modifica non determina impatti nei saldi pubblici». Proprio la retroattività dello «spalma crediti» aveva fatto infuriare il partito: «Nessuno vuol fare altro debito», ha sottolineato a In Mezz’ora, su Rai 3, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, «io sono assolutamente d’accordo che bisogna stringere i freni sul Superbonus, lo sono sempre stato. Però, quando si fanno delle scelte, bisogna concordarle e soprattutto bisogna fare delle scelte che entrino in vigore dal momento in cui viene approvata una norma. Le norme con effetto retroattivo non fanno parte della cultura liberale». Per Forza Italia è estremamente importante ottenere un cambio di queste nuove regole: «Una modifica tecnica», dice alla Verità una autorevole fonte dei berlusconiani, «che ci consenta di rivendicare un piccolo passo avanti rispetto a un mondo che guarda Forza Italia con interesse a un mese dal voto. Purtroppo, sul Superbonus ci sono pochi margini perché in Europa viene considerato un argomento scottante». «Sono sicuro che si troverà una soluzione», sottolinea il vicepremier Matteo Salvini a Rtl 102.5, «come sempre si è trovata in questo anno e mezzo di governo. Ci lavorano i tecnici, non è un dossier sulla mia scrivania, quindi non voglio entrare nel campo altrui». Sulla questione interviene anche il vicepresidente di Confprofessioni, il notaio Claudia Alessandrelli: «L’emendamento spalma crediti Superbonus», protesta la Alessandrelli, «determinerà effetti negativi molto impattanti per tutti gli operatori del settore: professionisti, imprese, banche, intermediari finanziari, cittadini. Pur comprendendo e condividendo la necessità di salvaguardare i conti pubblici, la modifica del criterio di ripartizione delle spese del Superbonus in dieci anni, anche se a partire dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2024, previsto come un obbligo anziché come mera facoltà, esteso anche alle spese del Sismabonus e a quelle del bonus barriere architettoniche, lede i diritti acquisiti da cittadini, imprese e professionisti che hanno fatto affidamento su una legge dello Stato, e costringerà gli stessi, ad anno in corso, a modificare operazioni economiche molto impattanti sui propri bilanci e sui cash flow».
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