2025-08-15
Calabria, il campo largo si fa minato. Emiliano «morde» Decaro in Puglia
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
La scelta dello sfidante di Roberto Occhiuto fa impazzire i progressisti, un audio del segretario locale di Sinistra italiana conferma le spaccature. L’ex sindaco di Bari medita il passo indietro: il governatore uscente non vuole farsi da parte.«Fare e disfare, è tutto un lavorare», questo il proverbio che meglio si addice al segretario dem, Elly Schlein. Il suo campo largo adesso sarebbe più appropriato chiamarlo campo minato: grane ogni giorno. Questa volta a mettere zizzania è un audio del segretario regionale calabrese di Sinistra italiana (gruppo Avs), Fernando Pignataro, destinato ai dirigenti locali e diventato incautamente virale su Whatsapp: «È un giochetto delle parti un po’ sporco», spiega il segretario riferendosi a Pd e M5s che, a suo dire, avrebbero boicottato la candidatura di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, nome favorito da Alleanza verdi sinistra. In sostanza, l’appoggio dem alla eventuale candidatura di Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 stelle ed ex presidente dell’Inps, non sarebbe altro che un espediente per «porre un freno a un’eventuale candidatura di Avs» rivendicata nei giorni scorsi anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.Al principio della nota audio, che serviva per aggiornare la base, fa sapere che Anna Laura Orrico, l’onorevole calabrese pentastellata, aveva messo nero su bianco una sorta di «carta dei principi» di «questioni irrinunciabili»: sanità pubblica, no al Ponte, questioni ambientali, salario minimo regionale, reddito di dignità. «Se questi punti si accettano si può andare avanti, se no abbiamo due ricette diverse per la Calabria», riepiloga il segretario regionale di Avs.Quindi, informa i dirigenti di Sinistra italiana che nel corso della riunione «metà della platea» (Italia viva, Più Europa, Rifondazione, Demos) avrebbe già comunicato che, se Sinistra italiana manterrà la proposta di candidatura di Stasi, lo avrebbero appoggiato. Poi ha aggiunto che in molti «sarebbero pronti ad abbandonare il tavolo» in caso di candidatura M5s alternativa a Tridico. Il riferimento è a Vittoria Baldino, un profilo molto più radicale rispetto a quello dell’ex presidente Inps che, invece, avrebbe raccolto voti anche al centro. Infine, dopo 11 interminabili minuti di audio, Pignataro conclude parlando di Stasi: «È un fatto assolutamente dirimente. Non possiamo accettare un veto, a qualsiasi livello, su qualsiasi nostra scelta, nell’unica Regione in cui poniamo candidature, mentre noi non abbiamo mai posto veti su nessun candidato del Pd o del M5s. Siamo sempre leali, anche verso candidature che non sono le nostre».Inutile dire che scoppia il putiferio. Elly Schlein va su tutte e furie, l’imbarazzo è totale eppure a Pignataro non basta perché all’indomani della diffusione dell’audio non fa marcia indietro. Anzi. Il segretario regionale di Si rivendica «ogni parola detta, chi ha tradito la fiducia del gruppo è già stato escluso dalla chat». Secondo il dirigente Avs, la fuga di notizie è stata orchestrata da chi, per delusione o convenienza, avrebbe cercato di danneggiare il partito in un momento delicato. Poi si rivolge al segretario regionale dem, Nicola Irto: «C’è stima e lealtà, nessuna antipatia personale. Se qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso». E tiene il punto sul merito della discussione: «Il veto sul nome del candidato non è il problema. Il tema è come si costruisce una coalizione solida, evitando spaccature come quelle del secondo governo Prodi».Ma il campo minato è decisamente «largo» per Schlein. In Puglia il candidato dem, Antonio Decaro, (ha con lui parte del Pd e tutto il M5s) auspicava un passo indietro o almeno di lato di Michele Emiliano, intenzionato invece a farsi eleggere consigliere regionale. Ma il governatore uscente, ieri, ha chiarito: «La mia esperienza in politica nasce tra le persone e si fonda sulla loro fiducia. Non ho mai accettato ruoli calati dall’alto, sarà difficile che proprio adesso qualcuno possa chiedermi di fare un passo di lato, senza alcun argomento sensato e probabilmente solo per marketing politico. Avremo modo di ragionare, per prima cosa all’interno del Partito democratico, su ciò che è più giusto fare». Decaro a questo punto starebbe ragionando su un eventuale passo indietro per puntare alla sempre più traballante segreteria dem, cui eventuali sonore sconfitte elettorali darebbero il colpo di grazia. «Sarebbe un errore. Antonio è una risorsa per la Puglia. Sono certo che prenderà le sue decisioni con senso di responsabilità. In ogni caso, quello che conta è che il campo progressista si presenti unito e forte».Male, malissimo anche in Toscana dove si bisticcia tra riformisti. Renziani contro tutti gli altri, mentre il governatore e candidato del centrosinistra Eugenio Giani prova a far da paciere. «Mi è stato chiesto di poter vivere un incontro di chiarimento fra le forze riformiste e moderate, quindi Italia viva, Azione, Pri, Psi, +Europa» ha detto Giani. «In quell’area, essendoci un maggiore frazionamento di forze politiche, è ancora vivo e aperto il dibattito se sia meglio una o due rappresentanze, ovvero una o due liste», spiega per poi chiariree: «Vorrei che le posizioni maturassero soprattutto nel dialogo fra queste forze». Che, tradotto, significa: sbrigatevela da soli.Non resta che la Campania, dove si spera che regga la candidatura del pentastellato ex presidente della Camera Roberto Fico, muto da settimane.Eppure Schlein pare vivere in un universo parallelo quando ieri, un’intervista all’Adnkronos, dice: «Alle prossime elezioni regionali corriamo ovunque per vincere e quando siamo uniti su candidature credibili e un programma condiviso, siamo competitivi e vinciamo». E poi: «La nostra capacità di costruire unità ha prodotto vittorie straordinarie con tutte le forze alternative alle destre». Insomma, fa e disfa e poi se la canta e se la suona.
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(Totaleu)
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