2024-05-27
Sono i narcos gli arbitri del voto in Messico
Il 2 giugno i cittadini sceglieranno il nuovo presidente e rinnoveranno le Camere. Con 25 candidati uccisi finora, questa campagna può diventare la più violenta di sempre. Colpa dei cartelli della droga, che hanno allargato il business al turismo e all’immobiliare.Il prossimo 2 giugno circa cento di milioni di messicani si recheranno alle urne e la posta in gioco nelle elezioni di quest’anno è molto alta. I cittadini non sceglieranno solo un nuovo presidente, ma anche tutti i 500 membri del Congresso, tutti i 128 senatori, oltre a nove governatori. Eleggeranno anche i membri dei congressi federali e delle amministrazioni comunali. Gli eletti alla prossima legislatura saranno anche i primi a poter ricandidarsi per la rielezione e si stima che circa 70.000 candidati abbiano deciso di partecipare alle elezioni del 2 giugno, in cui i messicani voteranno per oltre 20.000 incarichi. I principali candidati alle presidenziali sono Claudia Sheinbaum, ex governatrice di Città del Messico e rappresentante di Morena, il partito al governo sotto l'attuale presidente Andrés Manuel López Obrador (conosciuto come Amlo), e Xóchitl Gálvez, candidata di Fuerza y Corazón por México (Forza e Coraggio per il Messico), una coalizione che riunisce tutti i partiti tradizionali che hanno caratterizzato la storia politica del Paese. Quello che quasi ovunque è un normale processo democratico, in Messico il periodo elettorale è un periodo pericolosissimo e tragico. Secondo i dati dell’Institute for Economics & Peace (Iep), il Messico è uno dei posti più pericolosi al mondo per essere un politico locale. Degli incidenti segnalati nel 2022, il 62% erano attacchi intenzionali contro funzionari governativi, alcuni dei quali si sono conclusi con la morte tramite sparatorie o percosse. Il resto degli attacchi è stato classificato come non diretti, tra cui rivolte e attacchi Internet. Questo livello di violenza colloca il Messico al di sopra della media globale degli attacchi intenzionali contro funzionari governativi. Dal 2018 fino a marzo 2024, sono stati registrati 1.709 attacchi mirati, omicidi e minacce contro persone coinvolte nella politica o nel governo, oltre che contro strutture governative e di partito. La maggior parte di questi incidenti si è verificata nel periodo pre elettorale. Purtroppo, quest’anno non farà eccezione. Alla data nella quale scriviamo almeno 42 candidati e i loro staff sono stati attaccati, con 25 vittime e numerosi feriti. Secondo i dati del gruppo di ricerca Data Cívica, una cifra destinata a superare anche i cicli elettorali più sanguinosi del passato del Messico. Questo numero è in continuo aumento con l’avvicinarsi delle elezioni dove le potentissime bande organizzate intensificano la violenza per eliminare i candidati ostili e imporre nuove figure che facciano gli interessi dei narcos e che li aiutino anche sviluppare i loro affari, soprattutto dalla Drug Enforcement Administration (Dea), l’Agenzia federale antidroga statunitense. Nessun politico messicano è al riparo dalla minaccia tanto che personalità politiche a tutti i livelli sono ripetutamente presi di mira dalla violenza legata alla criminalità organizzata, anzitutto coloro che ricoprono o aspirano a posizioni regionali. Il 20 aprile 2024, ad esempio, due candidati sindaco sono stati ammazzati in attacchi separati in diverse parti del Paese. Uno di loro, Alberto Garcia, era candidato a sindaco di San Jose Independencia, nello stato meridionale di Oaxaca. Le vittime di tale violenza sono distribuite in tutte le posizioni e partiti politici. Ma le bande sempre più spesso prendono di mira il candidato che sfida il presidente in carica, temendo un cambiamento nello status quo spesso a favore dei narcos. Le elezioni offrono buone opportunità di business per le organizzazioni criminali messicane. In passato i loro interessi economici erano strettamente limitati alla produzione e alla vendita al dettaglio di stupefacenti. Ma negli ultimi anni hanno diversificato i loro interessi economici e stanno ora cercando di sfruttare nuove opportunità specie nel turismo e nel settore immobiliare. I politici locali in Messico sono frequentemente bersagliati poiché le autorità municipali dispongono di un significativo potere economico. Ricevono fondi statali e federali per realizzare progetti infrastrutturali nelle loro comunità, come la costruzione di strade, scuole e ospedali. Le bande criminali hanno iniziato a pretendere di essere i principali fornitori di questi progetti, spesso gestendoli in modo inefficace e dirottando i fondi stanziati. Numerosi rapporti hanno evidenziato che i cartelli della droga impongono il loro controllo non solo attraverso omicidi politici, ma anche candidando persone di loro scelta o finanziando le campagne elettorali di candidati che favoriscono i loro interessi. Qualsiasi opposizione da parte dei candidati rivali si conclude in un bagno di sangue. Questo fenomeno è stato riconosciuto all'inizio di aprile dal presidente uscente del Messico, Andrés Manuel López Obrador: «I cartelli e le bande criminali stipulano un accordo e dicono: “questa persona diventerà sindaco”; non vogliamo che nessun altro si candidi, e chiunque lo faccia, beh, sa cosa aspettarsi». La paura di attirare l’ira delle bande criminali spesso dissuade i politici ben intenzionati dal candidarsi a cariche pubbliche. Nelle zone più rurali del Paese, dove le bande criminali organizzate sono più influenti, le preferenze dei cartelli hanno in passato vinto elezioni senza opposizione. L’ondata di violenza in vista delle elezioni del 2024 ha già costretto decine di candidati in diversi stati a ritirarsi dalla competizione, temendo per la propria vita.