2021-09-27
Testa a testa per il dopo Merkel. Il successore si saprà a dicembre
Angela Merkel (Getty Images)
Visti gli exit poll, l'ipotesi più probabile resta una riedizione dell'accordo tra Spd e Cdu. Flop dei Verdi, fermi sotto il 15%. Gli exit poll di ieri sera davano l'Spd di Olaf Scholz e la Cdu/Csu di Armin Laschet testa a testa attorno al 25% dei voti. A seguire i Verdi al 14,5%, la destra sovranista dell'Afd all'11% come i liberali dell'Fdp, la sinistra Linke al 5% che ballava sulla soglia di sbarramento.Quattro anni fa la Cdu/Csu, con Angela Merkel candidata cancelliere, aveva conquistato il 32,9% dei voti. L'Spd di Martin Schulz, colui che l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi apostrofò come kapò, il 20,5%. L'Afd il 12,6%. L'Fdp il 10,7%. La Linke il 9,2%. I Verdi l'8,9%.Diversi le considerazioni che si possono trarre raffrontando i primi numeri di ieri sera con i risultati del 2017.Prima: i Verdi guidati da Annalena Baerbock si confermano la novità della tornata elettorale ma il loro risultato è un po' al di sotto delle aspettative. Specie se si pensa che tra aprile e maggio erano in testata ai sondaggi, oltre il 25%.Seconda: l'Afd risulta piuttosto stabile, perdendo soltanto un punto circa rispetto al 2017.Terza: la delusione Linke. Il partito di sinistra rischia di rimanere fuori dal Bundestag. E dire che nelle ultime settimane si stavano rafforzando le speranze di una coalizione rosso-rosso-verde con Spd e Verdi. Se prima le controindicazioni a tale scenario erano legate in particolare alla scarsa compatibilità tra Linke e Verdi, ora sono i numeri a dire che tale ipotesi è quasi tramontata.Quarta: l'Fdp può diventare cruciale per la formazione del nuovo governo tedesco. I liberali, infatti, possono rappresentare una delle due stampelle, l'altra è rappresentata dai Verdi, su cui sia l'Spd sia la Cdu/Csu possono costruire il loro esecutivo. Nel primo scenario possibile sarebbe la cosiddetta coalizione semaforo (il rosso Spd, il giallo Fdp e i Verdi). Nel secondo toccherebbe alla coalizione Giamaica, con la nera Cdu/Csu al posto della rossa Spd; una soluzione, questa, che potrebbe essere facilitata dalla difficile compatibilità, specie su questioni economiche e fiscali, tra Spd e Fdp.Quinta: la Große Koalition continua a rappresentare metà del Paese, seppur con una distribuzione dei voti tra i partiti profondamente diversa da quella uscita dalle urne di quattro anni fa. Sarà la composizione del Bundestag a dire se Spd e Cdu/Csu si basteranno e se Scholz e Laschet potranno iniziare le trattative da soli (terzo scenario). Due elementi giocherebbero a favore di questa soluzione. Primo: il rapporto collaudato tra i due partiti, al governo assieme in 12 degli ultimi 16 anni, cioè nel primo, nel secondo e nel quarto governo Merkel. Secondo: le trattative tra due formazioni sono spesso più facili di quelle a tre. Uno, invece, può giocare contro: la possibilità che i rapporti di forza tra Spd e Cdu/Csu risultino invertiti.Remoto appare, invece, il quarto scenario, quello della bandiera tedesca: nero Cdu-Csu, rosso Spd e giallo Fdp. I liberali anche potrebbero correre in soccorso della Große Koalition. Ma in quel caso per l'Spd potrebbe essere più conveniente (per ragioni di peso nell'esecutivo) dialogare con i Verdi preferendoli alla Cdu-Csu. Lo stesso potrebbe valere per la formazione di Laschet.Le trattative per la formazione del governo in Germania sono sempre piuttosto lunghe. L'ultima volta, era il 2017, si era votato il 24 settembre e soltanto il 14 marzo dell'anno successivo, due giorni dopo l'accordo raggiunto tra Cdu e Spa, il quarto esecutivo guidato da Merkel entrava in carica. Per il terzo, i negoziati furono più brevi: le elezioni si erano tenute il 22 settembre 2013 e il governo nacque ufficialmente il 17 dicembre.Ma come detto, soltanto quando la composizione del Bundestag sarà definitiva (compresa la ripartizione dei seggi compensativi che potrebbero portare il Bundestag dal numero base di 598 anche a superare quota 800) si potrà capire di più sui tempi della formazione del nuovo governo tedesco, il primo dopo 16 anni senza Merkel.La quale, intanto, sta preparando quella che dovrebbe essere la sua ultima visita di Stato, quella in Israele, prevista verso il 10 ottobre prossimo. E alla cena informale dei leader dell'Unione europea programmata per il 5 ottobre a margine del summit con i Paesi dei Balcani in Slovenia ci sarà ancora lei.Intanto, la politica tedesca rimarrà per diverse settimane, o forse diversi mesi, distratta dalle dinamiche interne in una fase cruciale per il futuro dell'Unione europea (basti pensare ai progetti, soprattutto francesi, per una difesa comune).La giornata elettorale è stata segnata da una gaffe di Laschet, che ha votato ad Aquisgrana, sua città natale. Ma l'ha fatto piegando male la scheda e lasciando visibili le sue preferenze (andate alla sua Cdu). Nel pomeriggio l'Ufficio federale per il controllo delle elezioni tedesche ha riconosciuto valido il suo voto sostenendo che non può influenzare l'elettorale avendo votato per il suo stesso partito.Non è stata l'unica gaffe di questa campagna elettorale per Laschet. Indubbiamente non è facile prendere il testimone di Merkel, che, dicevano i sondaggi, se si fosse ripresentata avrebbe conquistato in scioltezza il suo quinto mandato. Ma un dato dell'exit poll Infratest di ieri sera spiegava, almeno in parte, le ragioni del crollo di consensi della Cdu/Csu (il peggior risultato di sempre) e il successo dell'Spd: Scholz è il cancelliere preferito dal 45%, Laschet soltanto dal 20%, una percentuale inferiore a quella di coloro che hanno votato per la formazione per la quale si è presentato, appunto, come candidato cancelliere.
Jose Mourinho (Getty Images)