2025-01-10
Opposizione e stampa da operetta
Elly Schlein attacca il presidente del Consiglio perché non ha risposto a domande che nessuno le ha fatto. Il quesito surreale di un collega: «Lei calpesta le formiche?».«Giorgia Meloni per due ore di conferenza stampa ha completamente dimenticato le condizioni di vita degli italiani. Non una parola sulle infinite liste di attesa nella sanità pubblica, sulle bollette insostenibili per le famiglie e le imprese, sulle pensioni…», eccetera.La dichiarazione appena riportata è di Elly Schlein, che ritornata dalle vacanze dopo alcune settimane trascorse all’estero, ha ritrovato la parola per attaccare il presidente del Consiglio su quanto detto in conferenza stampa. A seguire, come tanti pappagallini ammaestrati, dopo la segretaria del Pd hanno ripetuto le stesse frasi Nicola Fratoianni (Avs), Riccardo Magi (+Europa), Giuseppe Conte (5 stelle) più altri cinque o sei onorevoli dell’opposizione, tra i quali Matteo Renzi. Insomma, l’accusa fotocopiata seguita alle frasi del capo del governo è di non aver parlato di ciò che interessa agli italiani.Si può anche condividere il giudizio, ma il problema è che in una conferenza stampa si risponde – per definizione – alle domande della stampa. E se nessuno ti chiede delle liste d’attesa, delle bollette, delle pensioni e delle accise, ma soltanto di Elon Musk, di Donald Trump, della dimissionaria capa del Dis Elisabetta Belloni, di quando vedrai il premier greco Kyriakos Mitsotakis, dei centri in Albania, della Groenlandia, della situazione nelle carceri, della sentenza della Consulta sull’autonomia, della Nato, della governatrice Alessandra Todde dichiarata decaduta, del rimpasto e dell’election day, che devi fare? Puoi rispondere parlando delle liste d’attesa negli ospedali se i giornalisti pretendono risposte su Starlink, Piano Mattei, terzo mandato dei governatori, separazione delle carriere dei magistrati, ius scholae, riforma della giustizia, ricandidatura nel 2027, candidatura dell’ex capo dell’Agenzia delle entrate, e pure sulla sorella Arianna e Gaza? La risposta alla mia domanda è scontata: no. Se i giornalisti ti fanno sei domande sul magnate della Tesla e quasi altrettante sul nuovo presidente degli Stati Uniti, tre su Cecilia Sala, fornisci le informazioni che ti richiedono.Se dunque per due ore e mezzo Giorgia Meloni ha parlato del mondo e non di ciò che accade in Italia si deve ringraziare la categoria che rappresento, la quale evidentemente insegue complotti e teorie geopolitiche più della realtà. Ma forse, per capire meglio come funziona il circo Barnum dell’informazione sarà meglio chiarire una cosa: gli intervistatori del presidente del Consiglio sono selezionati con un sorteggio fra i giornalisti iscritti all’Associazione della stampa parlamentare. Dunque, non si tratta di un incontro improvvisato, ma accuratamente preparato, dove i colleghi hanno tempo per studiare minuziosamente e maliziosamente le domande da rivolgere al capo del governo. E nel caso la maggior parte dei colleghi non senta il dovere di fare domande che riguardano il Paese reale, il problema non è del premier, ma di chi le porge il quesito. Se a rivolgersi a Giorgia Meloni sono colleghi di Radio Popolare, del Manifesto, di Fanpage, de La7, di Avvenire, che vogliono sapere cosa ne pensi delle carceri, del referendum sull’autonomia, dei giovani immigrati e dei complotti di Elon Musk, le critiche dell’opposizione vanno girate a loro, a chi ha fatto le domande. Non vi stupisce che ci sia un giornalista di Repubblica che approfitta della conferenza stampa per chiederle se ha letto i libri su Mussolini di Scurati e se vedrà la serie televisiva con Luca Marinelli, l’attore che dopo aver interpretato il Duce si vergogna e chiede scusa? E vi pare possibile che ci sia una collega del Domani che le chiede se è al corrente di un regalo fatto a esponenti di Casa Pound e un altro che le domanda se calpesta le formiche, mentre un terzo la incalza interrogandola per sapere se ha messo il rispetto al centro delle sue scelte politiche? Non ricordo chi ha osservato che con l’opposizione che si ritrova, Giorgia Meloni governerà per i prossimi dieci anni. Io aggiungerei che se la stampa è quella che ho visto all’opera ieri, il periodo si allunga. P.S. Ah, dopo che abbiamo titolato «Cecilia Sala, loro a cuccia», Matteo Renzi se l’è presa e su X ha voluto ricordarmi che lui non può essere messo a cuccia, perché a differenza di altri non morde e non lecca. Può darsi che il senatore semplice di Rignano oggi sia rimasto senza denti e non morda più, ma posso assicurare che quando stava a Palazzo Chigi mordeva eccome e parlo per esperienza diretta. Quanto a leccare, tutti abbiamo impressa nella mente la penosa scenetta di un parlamentare della Repubblica che a Riad lecca con gusto la pantofola di un signore accusato di aver fatto a pezzi il giornalista che aveva osato criticarlo. Credo non ci sia nulla da aggiungere.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.