2023-09-05
L’Ecr serra le fila in vista delle urne
Raffaele Fitto (Imagoeconomica)
Oltre 800 delegati da 14 Paesi hanno partecipato all’evento del partito in Calabria. Nicola Procaccini: «La stagione dei conservatori che ci porterà alle europee inizia qui».«È stato ribaltato il paradigma con il quale si immaginava un Sud che si piange addosso e con il cappello in mano nei confronti dell’Europa». La sintesi della tre giorni dell’Ecr che si è tenuta lo scorso weekend a Scilla, in Calabria, non poteva che darla l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Denis Nesci, ideatore e organizzatore della kermesse alla quale hanno partecipato gli esponenti più in vista del conservatorismo europeo e che si è avvalsa del saluto a distanza del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Un’occasione per far incontrare oltre 800 delegati, di cui quasi 200 provenienti da 14 Paesi. «I Conservatori europei a Scilla», ha dichiarato Nesci, «hanno ribadito quella visione che anima l’azione del governo Meloni sulle questioni che interessano il Sud e il cuore del Mediterraneo. Mi riferisco», ha detto ancora Nesci , «alle infrastrutture, ai trasporti, alla logistica commerciale, all’economia del mare, all’agricoltura sostenibile che non penalizzi territori e gli asset che la governano, ma soprattutto al rilancio occupazionale attraverso proprio questi settori strategici. Tutto questo è stato possibile grazie alla scelta lungimirante del segretario generale dell’Ecr party e deputato di Fdi, Antonio Giordano, il quale ha deciso di scommettere sul Sud e sulla Calabria, e grazie alla presenza di ministri, sottosegretari, di figure di riferimento del partito di Fratelli d’Italia. Un’occasione», ha concluso Nesci, «per dare un nuovo slancio alla governance delle istituzioni europee, troppo poco attenta ai territori periferici come quelli del Sud del Paese».E proprio Giordano, interpellato nel corso dell’evento, ha fornito una delle chiavi di lettura più suggestive: «Siamo nel Sud vicino alle persone», ha detto, «come siamo stati nel Nord, nell’Est Europa, vicino alle persone. Il concetto della costruzione dei ponti ha dei promotori molto più importanti di noi ed è quello che Giorgia Meloni fa in continuazione, creando veri e propri ponti, come succede con il Nord Africa». Per il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo Nicola Procaccini, «la stagione politica dei conservatori che ci porterà alle elezioni europee parte non a caso da questa terra, dove nasce l’identità europea che noi intendiamo conservare. Un’identità che rivendichiamo, perché come destra italiana ne sostenemmo le ragioni quando altri agognavano l’internazionale socialista». Ponti ideali e ponti veri e propri, come quello sullo Stretto, uno dei temi di cui si è più dibattuto: «Completarlo è fondamentale per il Paese», ha detto Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi al Parlamento europeo, «L’Europa ha accompagnato questa idea fin da quando è stato varato il progetto dei corridoi europei».Imprescindibile il riferimento ai fondi del Pnrr, con l’intervento del ministro Raffaele Fitto: «Immaginiamo la possibilità», ha detto, «ed è la proposta che abbiamo fatto alla Commissione Ue, di spostarli su altri programmi di finanziamento, mantenendo il finanziamento e trovando una soluzione, evitando di trovarci da qui a un anno o due in una situazione che non ha alternativa». Per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, «questa Europa ha già un elemento nuovo, che si chiama Giorgia Meloni, che ha già delineato un modello di Europa nuova. Ha iniziato con la vicenda sul tetto del gas, che ha cambiato il destino di centinaia di imprese italiane ed europee, ha proseguito con la questione dei migranti, sottolineando che il problema deve essere affrontato nei Paesi di partenza, con delle strategie. Noi vogliamo pianificare, avere obiettivi e avere una rotta ben tracciata da seguire». Tra gli ospiti stranieri, il vicepresidente dell’Ecr e capo delegazione di Vox al Parlamento europeo, Jorge Buxadè Villalba, il quale ha insistito sulla necessità di «difendere la cultura e l’identità dei nostri Paesi. E questo si può farlo solo lavorando a livello di cooperazione europea e soprattutto difendendo i suoi confini».
Emmanuel Macron e Pedro Sánchez (Getty Images)
Giorgia Meloni e Donald Trump (Getty Images)
Paolo Mazzoleni e Stefano Lo Russo (Ansa)